Originario di Palermo, dato che si firmava civis Panorm, Panormita o anche pictoris de urbe Panormi, fu uno dei protagonisti della pittura siciliana per oltre mezzo secolo. Perduti i lavori più antichi ricordati nei documenti, non si può risalire alla sua formazione artistica, anche se la tradizione vuole che si sia svolta nella bottega di Gaspare da Pesaro.[1]
Il suo lavoro principale è una Madonna col Bambino e santi, ora alla Galleria regionale della Sicilia di Palermo, opera firmata e datata 1486, denota la presenza di ricordi più arcaici e la volontà di inserirsi in quel nodo culturale che lega fatti marchigiani, provenzali e catalani. Questa caratteristica è presente in tutta la sua produzione, anche se in qualche opera si può trovare qualche suggestione derivata da Antonello da Messina. Le sue opere si conservano soprattutto a Palermo: San Nicola di Bari del 1488, San Giovanni Evangelista, affreschi del 1492 staccati già a Risalaimi, ora Galleria regionale della Sicilia, Madonna col Bambino, angeli musicanti e santi, ora nella collezione Tasca e Battesimo di Cristo, ora nella collezionale Santocanale.
1484, San Sebastiano, dipinto su tela, opera autografa "Thomaus de Vigilia pinsit MCCCCLXXXIIII" documentata nel refettorio, poi nel cortile della chiesa di Santa Maria di Gesù.[9]
1492, San Giovanni Evangelista, dipinto su tela, opera autografa "THOMAVS DEVIGILIA PINSIT MCCCCLXXXXII" documentata nel monastero di Santa Maria Maddalena dell'Ordine benedettino di Corleone.[19]
XV secolo, Croce, manufatto ligneo dipinto, opera documentata.[20]
1466, Presentazione della Vergine al Tempio, dipinto su tavola, commissione dell'arcivescovo Niccolò Puxades per l'altare maggiore,[21] opera rimossa nel 1507 per la costruzione della Tribuna di Antonello Gagini.[22]
XV secolo, Ciclo, raccolta di tavole raffiguranti Cacciata dei mercanti dal Tempio, Ingresso messianico a Gerusalemme - queste prime due tavole documentate fino al 1630 nella Cappella di Santa Lucia - Cattura nell'Orto degli Ulivi di Getsemani, Gesù nel Sinedrio.[23] Dipinti documentati nella tribuna, in seguito nella cripta, infine nella Cappella di Sant'Atanasio.
^Pagina 115 e 116, Gioacchino Di Marzo, "Delle Belle arti in Sicilia: dal sorgere del secolo XV alla fine del XVI" [1], Volume III, Palermo, Salvatore di Marzo editore, Francesco Lao tipografo, 1862.
AA. VV., Dizionario della pittura e dei pittori, diretto da Michel Laclotte con la collaborazione di Jean-Pierre Cuzin; edizione italiana diretta da Enrico Castelnuovo e Bruno Toscano, con la collaborazione di Liliana Barroero e Giovanna Sapori, vol. 1-6, Torino, Einaudi, 1989-1994, ad vocem, SBNIT\ICCU\CFI\0114992.
Bryan, Michael (1889). Walter Armstrong & Robert Edmund Graves. ed. Dictionary of Painters and Engravers, Biographical and Critical (Volume II: L-Z). York St. #4, Covent Garden, London; Original from Fogg Library, Digitized May 18, 2007: George Bell and Sons. p. 668.