È famosa per aver sconfitto e ucciso l'imperatore persianoCiro il Grande[1] quando invase il suo paese per cercare di conquistarlo.
Secondo le narrazioni degli storici classici l'ambizioso Ciro fu sconfitto subito nel primo attacco ai Massageti e fu costretto a battere in ritirata. I suoi consiglieri gli suggerirono di tendere un trabocchetto alle orde scitiche che lo inseguivano: i Persiani lasciarono un accampamento apparentemente abbandonato, fornito di abbondante provviste di vino. Gli Sciti, da pastori quali erano, conoscevano quali uniche bevande il latte e lo yogurt. Non erano quindi abituati al vino, anche se conoscevano invece gli effetti dell'uso di hashish. Questo fece sì che si ubriacassero immediatamente. I Persiani ne approfittarono per attaccarli e massacrarli; nella battaglia i persiani presero prigioniero Spargapise, figlio di Tomiri e generale dell'esercito che, dopo la cattura, si suicidò.
Tomiri mandò un messaggio a Ciro, sottolineando la vigliaccheria del gesto e sfidandolo in una battaglia vera. I Persiani accettarono ma ne uscirono di nuovo sconfitti con molte perdite: Ciro stesso fu ucciso e Tomiri dopo la battaglia ne cercò il cadavere, dopo aver pronunciato le parole (riportate da Paolo Orosio negli Historiarum adversos paganos libri VII) satia te sanguine, quem sitisti ("saziati del sangue di cui fosti assetato, e del quale sempre rimanesti insaziabile") gli immerse la testa in un otre di sangue, lo decapitò e ne oltraggiò il corpo in vari modi. Si narra che poi mantenne per sé la testa del sovrano ucciso e la usò come coppa per il vino per tutta la vita.
^Questa la morte di Ciro secondo Erodoto (Storie, Libro I, 205 segg.) e Pompeo Trogo (Historiae Philippicae nella epitome di Giustino, 1. 8). Secondo Ctesia di Cnido, invece, la morte sarebbe stata conseguenza di una ferita subita in battaglia contro i Derbici. Ancora diversa è la versione di Senofonte (Ciropedia, Libro VII), secondo cui il gran Re sarebbe saggiamente morto di vecchiaia nella sua reggia.