Le storie di Till lo mostrano come un personaggio amante del divertimento, irriverente e sempre pronto a farsi beffe degli altri. Talvolta finge di non capire quanto gli viene detto, per esempio prendendo alla lettera espressioni figurate, per burlarsi del suo interlocutore.
Il nome, nella sua forma odierna evoca, in tedesco, la civetta (Eule) e lo "specchio" (Spiegel), e così spesso le immagini che lo raffigurano lo mostrano con in mano entrambi gli attributi. In realtà, sembra che il nome derivi da un'espressione un po' gergale dal significato irriverente di "prendere per i fondelli", che si avvicina molto al significato del modo di dire italiano "essere lo specchio per le allodole".
Tradizione culturale
Il personaggio di Till Eulenspiegel ha ispirato diverse opere.
Un libro che narrava le sue avventure fu pubblicato nel 1510. L'opera è anonima, ma si ritiene sia di Hermann Bote. È scritta in Frühneuhochdeutsch, ovvero la lingua alto-tedesca che caratterizza il periodo di formazione del tedesco moderno, ma alcuni giochi di parole suggeriscono che si rifaccia a una precedente versione basso-tedesca.
Johann Fischart (1545-1589) raccontò le gesta di Till in un'opera in versi.
La band medieval folk tedesca Saltatio Mortis ha dedicato una canzone al personaggio, chiamandola "Eulenspiegel", nell'album Sturm aufs Paradies del 2011.