The Explorers Club è un'associazione con sede a New York, fondata nel 1904, il cui scopo è quello di promuovere la scienza dell'esplorazione. Al fine di conseguire tale obiettivo, fornisce sovvenzioni a chi desidera partecipare a progetti di ricerca sul campo e spedizioni. Ha anche fornito sostegno logistica per alcune delle più audaci spedizioni del ventesimo secolo.[2]
Ha un bollettino che si chiama The Explorers Journal, periodico trimestrale pubblicato sin dal 1921 dall'Explorers Club. Il Journal del club pubblica articoli e fotografie provenienti da membri del club e da altri su spedizioni nel mondo.[3]
Storia
Nel 1904 Henry Collins Walsh, noto giornalista ed esploratore, radunò un gruppo di esploratori per formare una organizzazione che unisse gli esploratori sotto la stessa bandiera e capace di promuovere i compiti dell'esplorazione nei vari campi del sapere. Le adesioni al progetto di Walsh vennero da Adolphus Greeley, Arthur Donaldson Smith, Carl Sofus Lumholtz, Marshall Howard Saville, Frederick Samuel Dellenbaugh, e David Legge Brained. Seguirono incontri informali del gruppo ed il 25 ottobre 1905 The Explorers Club fu formalmente costituito e registrato come club negli Stati Uniti d'America.
The Explorers Club suddiviso in 26 sezioni[6] che fungono da punti di riferimento per esploratori, scienziati e studenti. Molte sezioni del club organizzano su una base mensile cene, conferenze e seminari. Tra le attività proprie del club vi sono premiazioni di studenti meritevoli mediante l'assegnazione di borse di studio od assegni di ricerca rivolti a studenti. Ogni sezione pubblica una newsletter e organizza spedizioni, escursioni ed eventi educativi.
Le sezioni
Nord America: Atlanta, Alaska, Canada, Chicago e Grandi Laghi, Florida, George Rogers Clark, Greater Piedmont, New England, Nord Pacifico, California del Nord, Pacifico Nord-Occidentale, Filadelfia, Rocky Mountain, San Diego, California del Sud, Florida del Sud, SouthWest, St. Louis, Texas, Washington DC.
Oceania: Australia e Nuova Zelanda.
America Centrale e Sud America.
Asia: Est e Sud Asia, Hong Kong.
Europa: Gran Bretagna, Norvegia, Polonia, Svezia.[7]
Le bandiere numerate
Per ottenere il permesso di portare la bandiera, un membro del club deve dimostrare che una spedizione mantiene la promessa di risultati scientifici. Una volta approvata, la bandiera deve essere esibita in ogni occasione opportuna durante la spedizione e deve essere restituita al club insieme a una registrazione scritta della spedizione: il rapporto della bandiera. Le raccolte di ricerca del club sono l'archivio di questi rapporti unici, incluso l'originale "Flag Book", un diario rilegato di rapporti scritti a mano, stampe vintage, ritagli e documenti assortiti inviati dagli esploratori che per primi hanno portato la bandiera del Club degli esploratori nelle spedizioni.
Oggi ci sono 202 bandiere numerate. Questi includono bandiere portate in spedizioni come:
Flag #50 – Bertrand Piccard and André Borschberg – Solar Impulse across America
Flag #61 – Luc Hardy – the Pax Arctica expedition (Canadian Arctic)
Flag #71 – Raphaël Domjan – PlanetSolar the first around the world with solar energy
Flag #80 – Tim Taylor FN’04, Citation of Merit Laureate 2008 — Discovery of three lost US WWII submarines: Expedition R-12, Expedition S-26, Expedition S-28
Flag #81 – Victor Vescovo and Patrick Lahey – the Five Deeps expedition
Flag #105 – L. Ron Hubbard – The Alaska Radio Experimental Expedition
^A Gathering Place, su explorers.org, The Explorers Club. URL consultato il 2 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2011).
^The Explorers Club Honorary Members, su explorers.org, The Explorers Club. URL consultato il 26 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2014).
^The Explorers Club Chapters, su explorers.org, The Explorers Club. URL consultato il 26 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2013).
^(EN) The Explorers Club Chapter Chairs, in The Explorers Journal, vol. 95, n. 3, New York, Autunno 2017, p. 78, ISSN 0014-5025.
^Bezos, Jeff, in Encyclopedia of New Media, SAGE Publications, Inc., 2003. URL consultato il 14 marzo 2023.