XXI secolo: il giovane reporter Ray Peterson di "Interplanetary News" è inviato a bordo della stazione spaziale BZ-88 per scrivere un articolo sugli "spacemen", uomini addestrati alla vita nello spazio a bordo di astronavi. Malgrado i problemi con il comandante della base, George, toccherà a Peterson cercare di fermare l'astronave impazzita Alfa 2. Dopo la morte dell'equipaggio, l'astronave continua infatti ad essere guidata dal computer ed è in rotta di avvicinamento alla Terra, che rischia di distruggere a causa delle radiazioni dei suoi generatori fotonici. Peterson dovrà salire a bordo, modificarne la rotta e fuggire in tempo.
Produzione
Primo film diretto da Antonio Margheriti (qui con lo pseudonimo di Anthony Daisies), fu una produzione dal budget assai risicato: meno di 50 milioni di lire. Il film dovette essere realizzata in soli venti giorni, compresi gli effetti speciali.[2]
Cast
La pellicola è interpretata dal divo americano Rik Van Nutter, noto anche come attore di fotoromanzi e di spot pubblicitari e, al tempo, famoso per essere il compagno (e futuro marito) di Anita Ekberg. Nella pellicola l'attore è affiancato da Gabriella Farinon.
Il mercato era all'epoca dominato dai film statunitensi e pertanto anche questa produzione italiana dovette spacciarsi per film d'importazione: il regista e tutto il cast si presenta nei titoli con pseudonimi anglosassoni.
Distribuzione
Il film uscì nelle sale italiane il 25 agosto 1960.
In Francia fu distribuito col titolo Le Vainqueur de l'espace.
Accoglienza e critica
Malgrado l'evidente povertà di mezzi della produzione, il buon successo commerciale del film, lanciato in grande stile anche nel mercato statunitense, diede la possibilità a Margheriti di girare immediatamente altri film dello stesso filone.[2]
«[...] Margheriti sceglie una storia che esalta l'intelligenza dell'uomo sulla macchina. Non compaiono in questo film extraterrestri e in rotta di collisione con la Terra non è un pianeta ma un'astronave.
Margheriti ambienta la storia interamente nello spazio (tranne l'iniziale scena della partenza da Terra di un'astronave) e, per le sequenze degli astronauti nel vuoto, preferisce girare in bianco e nero (poi virato di tonalità azzurro-verde) non sapendo - come lui stesso ha spiegato - se nello spazio esistono i colori.»
(EN) David Wingrove, Science Fiction Film Source Book, Longman Group Limited, 1985
Luigi Cozzi, Space men: il cinema italiano di fantascienza, La grande enciclopedia del cinema fantastico, Profondo Rosso, 2007, ISBN88-95294-02-5.
Enrico Lancia e Roberto Poppi, Fantascienza, fantasy, horror: tutti i film italiani dal 1930 al 2000, collana vol. 3 di Dizionario del cinema italiano, Gremese, 2004, ISBN88-8440-295-6.