La molecola triatomica è lineare, con l'atomo di carbonio ibridatosp e stato di ossidazione +4, come avviene nelle molecole isoelettroniche di valenza CO2 e CS2, rispetto alle quali COS è la molecola intermedia per composizione. A differenza di queste, però, dato che i due atomi legati al carbonio sono qui diversi, i loro contributi al momento dipolare si sottraggono ma non si elidono, per cui questo ammonta a 0,715 D, con il vettore orientato dallo zolfo verso l'ossigeno.[4]
È un gas tossico, incolore, inodore se puro, e infiammabile.[5] Anche il composto analogo con il selenio al posto dello zolfo (COSe, seleniuro di carbonile) è gassoso e incolore, e chimicamente piuttosto simile, sebbene meno stabile.[6]
Il solfuro di carbonile fu descritto per la prima volta nel 1841,[8] ma apparentemente fu scambiato per una miscela di anidride carbonica e acido solfidrico. Il primo a caratterizzare la sostanza fu Carl von Than nel 1867, che ottenne il composto per reazione tra monossido di carbonio e vapori di zolfo al calor rosso.[9][10] Essendo una molecola semplice, molta della sua chimica è ben nota sin dalla prima metà del secolo scorso.[2][11]
Struttura e proprietà
Il solfuro di carbonile è un composto molecolare stabile, l'entalpia di formazione standard è ΔHƒ° = -142,0 kJ/mol.[12] In condizioni normali è un gas (tecnicamente un vapore) incolore e inodore se puro, facilmente liquefacibile (Tcr = 105,3 °C).[13] Campioni non puri hanno invece un odore molto sgradevole di uova marce.[14]
La molecola ha formula di struttura O=C=S, con il carbonio ibridato sp.[15] È triatomica e lineare (simmetriaC∞v), polare, con una distanza C–O di 115,43 ± 0,10 pm e una distanza C–S di 156,28 ± 0,10 pm.[16]
Il solfuro di carbonile può essere considerato una specie di composizione intermedia tra l'anidride carbonica e il solfuro di carbonio;[17] le tre specie hanno analoga configurazione elettronica nello strato fondamentale e questo, a sua volta, comporta che alcune pertinenti proprietà siano anch'esse intermedie, quali l'energia di ionizzazione, 11,18 eV (13,78 eV, per CO2 e e 10,07 eV per CS2), e l'affinità protonica, 628,5 kJ/mol (681,9 kJ/mol per CO2 e 540,5 kJ/mol per CS2).[18][19] Anche l'entalpia di formazione standard di -142,0 kJ/mol è intermedia (-393,51 kJ/mol per CO2[20] e +89,41 kJ/mol[21]).
Abbondanza e disponibilità
Il solfuro di carbonile è il composto solforato più abbondante nell'atmosfera, dove si trova con una concentrazione di 0,5 ± 0,05 ppb, di origine naturale in quanto emesso da oceani, vulcani e sorgenti idrotermali. Si tratta quindi di un composto significativo nel ciclo dello zolfo a livello globale. Misure condotte in Antartide sull'aria presente nel firn e sull'aria intrappolata nel ghiaccio hanno fornito una descrizione dettagliata della concentrazione del COS dal 1640 a oggi, permettendo di capire l'importanza relativa delle fonti antropogeniche e non-antropogeniche che contribuiscono al COS presente nell'atmosfera.[22] Parte del COS trasportato nella stratosfera viene ossidato ad acido solforico.[23] L'acido solforico forma un particolato che contribuisce ad aumentare l'albedo dell'atmosfera, con effetto di raffreddamento,[24] ed è quindi rilevante per il problema del riscaldamento globale.[25] Il COS persiste per lungo tempo nell'atmosfera, ed è quindi la maggior fonte di solfato nella stratosfera, anche se il diossido di zolfo di origine vulcanica può contribuire significativamente.[25] Il solfuro di carbonile presente nell'atmosfera viene anche consumato dalla vegetazione terrestre tramite gli enzimi associati con l'assorbimento del diossido di carbonio durante la fotosintesi, e dalla idrolisi negli oceani.[26][27] A causa di questa similitudine del meccanismo di assorbimento a quello della CO2, il monitoraggio del COS viene seguito in quanto si ritiene che dia una stima dell'assorbimento della CO2 da parte delle foreste tramite fotosintesi.[28] I processi di questo tipo limitano la persistenza di una molecola di COS nell'atmosfera ad alcuni anni.
Il rilascio antropogenico di COS è dovuto principalmente al suo uso come intermedio chimico e come sottoprodotto della sintesi di disolfuro di carbonio. Tuttavia, COS è rilasciato anche da automobili, centrali a carbone, combustione di biomassa, rifiuti e plastica, lavorazione del pesce, industrie petrolifere e produzione di fibre sintetiche, amido e gomma.[29] Il rilascio complessivo mondiale di COS nell'atmosfera è stato stimato in circa 3 milioni di tonnellate annue, di cui meno di un terzo è dovuto ad attività umane.[29] COS è anche un'impurezza significativa nel gas di sintesi.
Il solfuro di carbonile è presente in alimenti come il formaggio e verdure della famiglia delle Brassicaceae. Tracce di COS sono naturalmente presenti nelle granaglie e nei semi in concentrazione 0,05–0,1 mg/kg.
Il solfuro di carbonile è stato osservato nel mezzo interstellare e nell'atmosfera di Venere, dove è considerato indicatore di una possibilità di vita, data la difficoltà di produrre COS per via inorganica.[30]
Sintesi
Industrialmente il solfuro di carbonile si prepara ad alta temperatura in vari modi; la reazione più utilizzata è tra monossido di carbonio e zolfo elementare:[31]
La reazione s'inverte sopra i 1200 K (930 °C). Un'altra sintesi consiste nel far reagire a caldo vapori di anidride solforica con disolfuro di carbonio:[17]
In laboratorio la sintesi si può fare a partire da tiocianato di potassio e acido solforico. Il gas risultante contiene significative quantità di sottoprodotti e deve essere purificato.[9]
Il solfuro di carbonile può essere ottenuto facendo reagire il fosgene con vari solfuri metallici; con quello di zinco, ad esempio, si ha:[32]
Reattività
è una molecola stabile in condizioni normali, ma la sostanza è facilmente infiammabile e brucia all'aria con fiamma azzurra[33] formando anidride carbonica e anidride solforosa:
Il solfuro di carbonile è usato come intermedio nella produzione di erbicidi tiocarbammati.[34] è un potenziale fumigante, alternativo a bromuro di metile e fosfina. In alcuni casi, tuttavia, residui su granaglie determinano un gusto inaccettabile per il consumo successivo.
Tossicità / Indicazioni di sicurezza
è un gas tossico e infiammabile, irritante per la pelle, occhi e vie respiratorie. A partire dal 1994, sono note alcune informazioni sulla tossicità acuta del solfuro di carbonile negli esseri umani e negli animali.[34] Concentrazioni elevate (> 1000 ppm) possono causare un collasso improvviso, convulsioni e morte per paralisi respiratoria.[29][34] Sono stati segnalati decessi occasionali, praticamente senza irritazione locale o avvertimento olfattivo.[34] Nei test con i topi, il 50% degli animali è morto quando esposto a 1.400 ppm di per 90 minuti, oppure a 3.000 ppm per 9 minuti.[34] Un numero limitato di studi su animali di laboratorio suggeriscono che l'inalazione continua con concentrazioni basse (~ 50 ppm per un massimo di 12 settimane) non pregiudica i polmoni o il cuore.[34]
Note
^Scheda del composto su GESTIS [1] consultata il 14.07.2023.
^(DE) Faszination Forschung (PDF), su mpch-mainz.mpg.de, Max-Planck-Institut für Chemie. URL consultato il 22 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2011).
(EN) G.A. Landis, Astrobiology - The Case for Venus, in J. Br. Interplanet. Soc., vol. 56, n. 7-8, 2003, pp. 250-254. URL consultato il 3 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 4 ottobre 2013).