La Sloan Digital Sky Survey o SDSS è un'indagine conoscitiva del cielo effettuata con il telescopio ottico dedicato a grandangolo di 2,5 metri dell'osservatorio di Apache Point, New Mexico, Stati Uniti. La ricerca è effettuata in spettroscopia multi-filtro e rilevamento degli spostamenti verso il rosso (Redshift Survey). Al progetto è stato dato tale nome dopo il significativo contributo della fondazione Alfred P. Sloan.
Ha prodotto un'estesa cartografia digitale del cielo iniziata alla fine degli anni novanta da una collaborazione americano-giapponese da 77 milioni di dollari.
Caratteristiche tecniche
Il progetto Sloan Digital Sky Survey ha studiato circa un quarto del cielo (evitando la sovraffollata e luminosa Via Lattea) fino a una distanza di 1,5 miliardi di anni luce dalla Terra. I ricercatori hanno catalogato circa 100 milioni di stelle, 1 milione di galassie e 100.000 quasar.
Il progetto ha utilizzato un telescopio da 2,5 metri di diametro,[3] situato presso l'osservatorio di Apache Point nel Nuovo Messico e progettato appositamente per osservare una parte di cielo più vasta possibile; in questo dispositivo la luce viene inviata in alternanza a due strumenti: il primo è considerato alla sua costruzione il più complesso esistente: 54 rivelatori CCD che riprendono immagini nell'ultravioletto, nel verde, nel rosso e nell'infrarosso. Il secondo è costituito da una coppia di spettroscopi, a cui la luce arriva tramite un fascio di fibre ottiche, in modo che possano analizzare oltre 600 oggetti contemporaneamente.
Lo scopo degli astronomi è stato quello di verificare quanto lontano si deve andare prima che la materia dell'universo, che a piccola scala è ammassata in strutture come i pianeti, le stelle e le galassie, inizi a distribuirsi uniformemente.
Al momento la Sloan Digital Sky Survey copre 8000 gradi quadrati (pari a circa 1/4 della volta celeste), principalmente nell'emisfero nord. Le immagini sono in cinque differenti bande spettrali che coprono l'intero spettro ottico e includono circa 200 milioni di oggetti celesti, comprese quasi un milione di misure spettrali. È previsto un nuovo atlante a partire dal 2008.
È uno strumento cartografico essenziale per astronomi professionisti e astrofili, oltre a servire come vetrina di "gioielli spaziali" per neofiti, studenti o semplici curiosi affascinati
dalle meraviglie del cielo, ed è a disposizione di chiunque tramite il sito ufficiale del progetto o il sito di divulgazione dei dati in 6 lingue.
Curiosità
La SDSS è una delle fonti di dati del progetto citizen science Galaxyzoo mirato alla classificazione del tipo di galassie acquisite dagli obiettivi del telescopio.
Ricerca e risultati scientifici
- Nel 2017 a seguito dell'identificazione di più di 147.000 quasar è stata creata la prima mappa tridimensionale a larga scala dell'universo primordiale basata sulla posizione dei quasar.[4] La ricerca denominata Extended Baryon Oscillation Spectroscopic Survey (eBOSS) è stata effettuata nel corso di due anni ed ha studiato quasar che brillavano in un'età dell'universo compresa tra i 3 ed i 7 miliardi di anni.[5]
- È stata rilevata la galassia a più bassa percentuale di ossigeno e metalli mai osservata. Questo tipo di galassie povere di atomi pesanti era tipico del periodo primordiale dell'universo. J0811+4730 è una galassia avente massa 30.000 volte inferiore alla Via Lattea e redshift z=0.04444,[6][7] e consentirà di approfondire lo studio delle prime galassie attive formatesi all'epoca del processo di reionizzazione dell'universo giovane.
- A luglio 2020 è stata resa nota una dettagliata mappa tridimensionale dell'universo grazie all'acquisizione nel tempo di dati di oltre due milioni di galassie e quasar, coprendo temporalmente 11 miliardi di anni.[8][9]
Note
- ^ Lista alfabetica degli scopritori di asteroidi, su minorplanetcenter.org, IAU Minor Planet Center. URL consultato il 12 agosto 2022.
- ^ Dati aggiornati al 12 agosto 2022. Nell'elenco appaiono solamente gli asteroidi con denominazione definitiva.
- ^ James E. Gunn, Walter A. Siegmund, Edward J. Mannery, Russell E. Owen, Charles L. Hull e R. French Leger, The 2.5 m Telescope of the Sloan Digital Sky Survey, in The Astronomical Journal, vol. 131, n. 4, aprile 2006, pp. 2332–2359, Bibcode:2006AJ....131.2332G, DOI:10.1086/500975, arXiv:astro-ph/0602326.
- ^ Astronomers create the largest map of the universe, su astronomy.com.
- ^ Will Percival, Mapping super massive black holes in the distant Universe, in http://uopnews.port.ac.uk/, 19 maggio 2017.
- ^ Galassia nana per capire le origini dell’universo, su inaf.it, 28 settembre 2017.
- ^ (EN) Y. I. Izotov, T. X. Thuan ed altri, J0811+4730: the most metal-poor star-forming dwarf galaxy known, in ARXIV, p. 12.
- ^ (EN) La nuova mappa 3D delle galassie massicce e dei buchi neri distanti offre indizi sulla materia oscura e sull'energia oscura (it), su sdss3.org. URL consultato il 28 luglio 2020.
- ^ Perimeter Institute for Theoretical Physics, SDSS releases largest 3D map of the universe ever created, su YouTube, 19 luglio 2020.
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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