Vice comandante della Seconda Divisione Garibaldi "Felice Cascione", nel 1944 a Vessalico fu ferito ad una gamba in uno scontro a fuoco con i tedeschi. Fu portato a Upega nel cuneese ad un improvvisato ospedale da campo partigiano, che fu successivamente attaccato dai tedeschi. Quando il gruppo di medici e partigiani che stava tentando di fuggire con i feriti fu circondato dai tedeschi, si tolse la vita per dare la possibilità ai porta feriti di fuggire e per non essere preso vivo dai nemici.
A suo nome furono intitolate la Sesta Divisione Garibaldi e successivamente due strade di Albenga e di Imperia.
«In nove mesi di continua lotta contro i nazifascisti creava intorno a sé, con le sue epiche gesta, un’aureola di eroica leggenda. Trascinatore entusiasta e combattente valorosissimo, ebbe largo seguito di giovani che, animati dal suo valore, accorrevano ad impugnare le armi per la redenzione della Patria. Ferito durante un cruento combattimento e raccolto in un ospedale da campo che veniva circondato da SS. tedesche, visto cadere al suo fianco il medico che lo curava e preclusa ogni via di scampo, per non fare trucidare i portaferiti e non cadere vivo nelle mani del nemico, si uccideva, concludendo la sua vita col volontario supremo sacrificio. Fulgido esempio di valore e di sublime altruismo.» — Imperia, 17 ottobre 1944