Sh2-89

Sh2-89
Regione H II
Sh2-89
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneVolpetta
Ascensione retta19h 50m 05s[1]
Declinazione+26° 28′ 23″[1]
Coordinate galattichel = 62,9; b = +00,1[1]
Distanza8330[2][3] a.l.
(2556[2][3] pc)
Magnitudine apparente (V)-
Dimensione apparente (V)5' x 5'
Caratteristiche fisiche
TipoRegione H II
Classe1 2 1[4]
Dimensioni7,5 a.l.
(2,3 pc)
Caratteristiche rilevantilegata a LDN 798
Altre designazioni
Avedisova 902
Mappa di localizzazione
Sh2-89
Categoria di regioni H II

Sh2-89 è una nebulosa a emissione visibile nella costellazione della Volpetta.

Si individua nella parte settentrionale della costellazione, a nord della famosa Nebulosa Manubrio (M27); si presenta come una nube molto piccola e debole, la cui osservazione risulta difficile anche con l'ausilio di filtri. Può essere fotografata tramite riprese a lunga esposizione. Trovandosi nell'emisfero celeste boreale, la sua osservazione è facilitata nelle regioni dell'emisfero boreale; il periodo adatto alla sua osservazione nel cielo serale è compreso fra giugno e novembre.

Sh2-89 è una piccola regione H II situata nello stesso ambiente galattico dell'associazione OB Vulpecula OB1; essa, assieme alla vicina Sh2-90, giace sul bordo di una grande superbolla denominata GS061+00+51, la cui origine non è stata ben definita: essa potrebbe infatti essere il risultato della fusione di più bolle formate dal vento stellare delle stelle più massicce dell'associazione Vulpecula OB1, oppure dall'esplosione di più supernovae; la sua espansione appare comunque disturbata dalla presenza di una nube molecolare, che ha determinato la forma irregolare della superbolla stessa.[2] La nube molecolare associata a queste nebulose è nota con la sigla LDN 798 e possiede una massa pari a 60.000 M.[5]

Indizi della presenza di fenomeni di formazione stellare nella nube Sh2-89 sono dati dalla presenza di due sorgenti di onde radio e due nubi di CO individuabili alle microonde, una delle quali è visibile anche all'infrarosso e coincide con la sorgente IRAS 19479+2620;[6][7]

Note

  1. ^ a b c Simbad Query Result, su simbad.u-strasbg.fr. URL consultato il 25 giugno 2010.
  2. ^ a b c Billot, N.; Noriega-Crespo, A.; Carey, S.; Guieu, S.; Shenoy, S.; Paladini, R.; Latter, W., Young Stellar Objects and Triggered Star Formation in the Vulpecula OB Association, in The Astrophysical Journal, vol. 712, n. 2, aprile 2010, pp. 797-812, DOI:10.1088/0004-637X/712/2/797. URL consultato il 25 giugno 2010.
  3. ^ a b Paladini, R.; Burigana, C.; Davies, R. D.; Maino, D.; Bersanelli, M.; Cappellini, B.; Platania, P.; Smoot, G., A radio catalog of Galactic HII regions for applications from decimeter to millimeter wavelengths, in Astronomy and Astrophysics, vol. 397, gennaio 2003, pp. 213-226, DOI:10.1051/0004-6361:20021466. URL consultato il 25 giugno 2010.
  4. ^ Sharpless, Stewart, A Catalogue of H II Regions., in Astrophysical Journal Supplement, vol. 4, dicembre 1959, p. 257, DOI:10.1086/190049. URL consultato il 25 giugno 2010.
  5. ^ Lafon, G.; Baudry, A.; de La Noe, J.; Deharveng, L., The molecular cloud-H II region complexes associated with SH 90 and SH 235, in Astronomy and Astrophysics, vol. 124, n. 1, luglio 1983, pp. 1-10, DOI:10.1051/0004-6361:20010737. URL consultato il 25 giugno 2010.
  6. ^ Helou, George; Walker, D. W., Infrared astronomical satellite (IRAS) catalogs and atlases. Volume 7: The small scale structure catalog, in Infrared astronomical satellite (IRAS) catalogs and atlases, vol. 7, 1988, pp. 1-265. URL consultato il 25 giugno 2010.
  7. ^ Scoville, N. Z.; Yun, Min Su; Sanders, D. B.; Clemens, D. P.; Waller, W. H., Molecular clouds and cloud cores in the inner Galaxy, in Astrophysical Journal Supplement Series, vol. 63, aprile 1987, pp. 821-915, DOI:10.1086/191185. URL consultato il 25 giugno 2010.

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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