I sette mari sono un simbolico gruppo di distese d'acqua (reali o mitologiche) che ricoprono una certa importanza a seconda dei popoli e delle epoche storiche.
L'elenco dei sette mari è proprio alla maggior parte dei popoli dell'Età antica ed è diverso a seconda dell'epoca e del luogo. Nei testi antichi Cinesi, Persiani, Indiani, Greci e Romani comprende infatti diverse aree di mare[1]. Tali elenchi passarono poi, con varie modifiche, nella letteratura medievale.
La più antica citazione dei "sette mari" a noi pervenuta risale al XXIII secolo a.C., nell'Inno 8 della sacerdotessa sumeraEnkheduanna alla dea Inanna[2]. In ogni caso, il concetto di "sette mari" , dai Cinesi agli Indiani, dagli antichi Greci agli antichi Romani; in particolare gli ultimi due hanno poi gettato le basi per i gruppi dei "sette mari" menzionati nella letteratura medievale.
Uno degli elenchi più antichi, relativo ai navigatori europei, è il seguente[1][3]:
Un altro elenco ancora distingue, all'interno di ciascuno dei tre oceani, una zona settentrionale e una meridionale[8], pur non esistendo elementi per distinguere l'una e l'altra parte[1]:
Nel 1964 la cantante Mina Mazzini ha inciso la canzone Sette mari (composta da due autori giapponesi, Tatsuo Takai e Kenji Sazanami) sia in giapponese sia in italiano; la canzone è rimasta inedita in Italia fino al 1982, quando fu pubblicata nella raccolta Premiata Ditta Italia n. 1 - Mina dalla casa discografica Ri-Fi.
Edimburgo dei Sette Mari (in inglese Edinburgh of the Seven Seas) è il principale insediamento dell'isola di Tristan da Cunha, nell'Atlantico meridionale, e forse il villaggio più isolato della terra.
^ Meador, Betty De Shong, translator and editor (2001). Inanna, Lady of Largest Heart: Poems of the Sumerian High. University of Texas. ISBN 0-292-75242-3