Sbarco a Marsala

Sbarco a Marsala
parte della Spedizione dei Mille
Mappa del porto con disposizione delle navi durante lo sbarco. Da: George Macaulay Trevelyan, Garibaldi e i Mille, Zanichelli, 1910
Data11 maggio 1860
LuogoMarsala, Sicilia
EsitoPresa di Marsala
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
1.089600[senza fonte]
Perdite
1 morto
2 feriti
Nessuna
Voci di battaglie presenti su Wikipedia
Voce principale: Spedizione dei Mille.

Lo sbarco a Marsala fu uno dei momenti iniziali della spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi, avvenuto l'11 maggio 1860.

La vicenda ebbe quali protagonisti anche le navi dell'Armata di Mare delle Due Sicilie e due vascelli da guerra della Royal Navy britannica. I garibaldini, a bordo dei vapori Piemonte e Lombardo, partiti da Quarto presso Genova, con l'appoggio delle forze liberali italiane e della monarchia sabauda, dopo più di cinque giorni di navigazione, entrarono nel porto di Marsala riuscendo, nonostante l'intervento borbonico, ad ultimare lo sbarco e a prendere la città, dando avvio a una sequenza di battaglie e rivolte nel Regno delle Due Sicilie che portarono alla sua fine e permisero l'unità d'Italia.

Antefatto

Dopo aver represso la rivolta della Gancia, le autorità del Regno delle Due Sicilie temevano uno sbarco di "rivoluzionari" dall'estero. Le zone dove sarebbero potuti avvenire tali sbarchi furono individuate negli Abruzzi e nella Sicilia. Per la costa adriatica, esistono dei rapporti, di cui non si è mai potuta accertare la veridicità, che parlano di uno sbarco di 250 "filibustieri", con rifornimenti di armi e munizioni, che vennero respinti dal generale Pianell[1].

Per la Sicilia, da Napoli si telegrafava, il 18 aprile, al comando di Messina, dichiarando essere certo che Garibaldi si stesse dirigendo colà sotto falso nome a bordo di un vapore mercantile russo per precedere uno sbarco. Altre tre lettere furono in seguito inviate al luogotenente generale a Palermo ed ai comandanti di Messina e Catania in cui si dichiarava che la nave inglese S. Wenefredo, partita il 22 aprile, con a bordo 500 insorti guidati da un certo Origoni, si dirigeva verso la Sicilia; che a Genova si stavano effettuando arruolamenti e che da lì, il 16, fosse partito Garibaldi per precedere la spedizione[2].

Prima dello sbarco

In risposta a questi allarmi Paolo Ruffo, luogotenente generale della Sicilia e principe di Castelcicala, destinò 14 navi da guerra alla crociera di sorveglianza delle coste. Le imbarcazioni avevano ordine di impedire lo sbarco di insorti, sorvegliare con discrezione le navi da guerra straniere ed eventualmente seguirle come anche di controllare i legni mercantili stranieri. Anche se la Real Marina disponeva delle risorse necessarie a svolgere il compito assegnatole lo stesso luogotenente si dichiarava dubbioso che la crociera sarebbe stata eseguita con la diligenza necessaria[3].

Inoltre, due colonne militari furono inviate a Termini Imerese e Cefalù, comandante il generale Primerano, e a Trapani (via di mare), comandante il generale Letizia, con l'incarico di prevenire gli sbarchi e mantenere tranquilla la situazione[4]. Altre colonne furono disposte nei dintorni di Palermo, sia per evitare gli sbarchi, sia per fronteggiare le squadre di insorti che operavano ancora in zona sfiancando le truppe con tattiche di guerriglia.

Nel frattempo, la situazione nella capitale dell'isola si manteneva agitata e Paolo Ruffo riceveva informazioni da Napoli che Garibaldi era ricomparso il 25 a Genova, da dove sarebbe partita la spedizione; dal comando dell'esercito venivano anche spedite particolareggiate istruzioni al luogotenente su quale doveva essere la disposizione delle varie colonne militari disponibili. Tra le varie istruzioni vi era quella data ai comandanti di piazza di evitare ogni compromissione con il Piemonte. Alla richiesta del generale Clary su come si dovesse agire in tal caso veniva risposto che:

«la bandiera amica non covre un atto della maggiore ostilità, qual è quello di sbarcare sulle coste d'un paese col quale si è in pace, da parte di coloro che a mano armata vanno a sconvolgere l'ordine pubblico: se ciò si osasse, si ha il diritto di calare a fondo le navi, salvo i riguardi che si debbono usare verso gli agenti consolari, ai commercianti, agli interessi dei sudditi d'una potenza amica.»

Il piano del luogotenente prevedeva di evitare lo sbarco tramite la sorveglianza navale messa in atto; nel caso questo fosse comunque avvenuto, sarebbe stata inviata una colonna per contrastarlo insieme ad altre per intrappolare gli invasori, inoltre altre truppe sarebbero accorse da Palermo e dalle colonne Letizia e Primerano oltre a rinforzi da Catania e Messina. Naturalmente tutto ciò a patto che «all'annunzio dello sbarco non scoppiasse una generale insurrezione»[5].

Il piroscafo Piemonte

Paolo Ruffo, però, probabilmente anche perché costretto dagli eventi, stava disperdendo le sue forze in piccole colonne mobili, cosa che non mancò di attirare l'attenzione di Napoli che, con le istruzioni reali del 7 maggio, invitava il luogotenente ad evitare tale pericolosa strategia, poiché le truppe borboniche rischiavano, nel caso di uno scontro, di trovarsi in inferiorità e di venire di conseguenza sconfitte con effetti negativi sul morale[6].

Il 6 maggio mattina, il luogotenente, prevedendo uno sbarco tra Trapani e Mazara, fece partire il generale Landi per Partinico ed Alcamo, con l'obiettivo di contrastare Garibaldi se fosse sbarcato e per disarmare i due paesi. In serata, alle sei e mezza, arrivò un telegramma che informava che due vapori della società Rubattino erano partiti da Genova imbarcando gente armata ed erano diretti in Sicilia o in Calabria, che Garibaldi, se non presente a bordo, era andato ad arruolare altri volontari a Cagliari e che, in tal caso, la spedizione sarebbe stata comandata da Giuseppe La Masa; inoltre venivano impartite particolareggiate istruzioni su come sconfiggere i "filibustieri". Venivano annunciate altre due spedizioni da Tunisi e Malta, notizie rivelatasi errate. Essendo aumentato il fermento nella capitale dell'isola, venne anche ordinato di far rientrare nella stessa le colonne Letizia e d'Ambrosio[7].

Un possibile infiltrato tra i Mille

La possibilità che un infiltrato potesse avere comunicato ai comandi borbonici l'intenzione di sbarcare inizialmente a Sciacca è riportata nel libro I Mille nella storia e nella leggenda di Carlo Agrati e questo sospetto fece cambiare destinazione di sbarco in Marsala. Si tratta di una affermazione fatta da Crispi a Palermo in occasione della celebrazione del 25º anniversario dello sbarco: "Una spia era penetrata nelle nostre file e il Governo di Napoli ne era stato informato". Tale notizia trova conferma anche nel diario del generale borbonico Giovanni Polizzy, il quale afferma che la notizia del progetto di sbarco a Sciacca era stata trasmessa al principe Paolo Ruffo di Castelcicala il 7 maggio 1860.
Nel testo citato si afferma: "Chi fosse la spia non è dato sapere, però sembra che gravi sospetti si addensassero poi sul trapanese Velasco[8],[9]. Il testo riporta anche che un certo Nicolò Velasco: "Qualche mese dopo, benché promosso al grado di maggiore, veniva processato e condannato perché sospetto di spionaggio e convinto di malversazioni e veniva ritenuto indegno di fregiarsi della Medaglia dei Mille e di fruire della pensione."[10],[11]

La partenza e lo sbarco

Lo stesso argomento in dettaglio: Giuseppe Garibaldi, I Mille, Piemonte (nave) e Lombardo (nave).
Lo sbarco. Sulla destra l'Intrepid, nella realtà più lontano; a sinistra le tre navi napoletane Partenope, Stromboli e Capri. Al di là del molo, a destra, il Piemonte e il Lombardo; le altre navi sono mercantili inglesi

La sera del 5 maggio, sorvegliata dalle autorità piemontesi[12], la spedizione guidata da Garibaldi salpò dalla spiaggia di Quarto, simulando, come da accordi, il furto dei vapori Piemonte e Lombardo[13]. Dopo aver fatto scalo in Toscana, a Talamone e a Porto Santo Stefano, per rifornirsi con uno stratagemma di armi e munizioni, i garibaldini diressero verso la Sicilia, in direzione del porto di Trapani. Per evitare navi borboniche i due vapori, seguirono una rotta inconsueta che li portò verso le Egadi.[14]

Durante la notte del 10 maggio, il Piemonte, più veloce, aveva staccato il Lombardo, ma, prima dell'alba, i piroscafi si ricongiunsero in circostanze rocambolesche, giungendo, al mattino dell'11 maggio, fra Favignana e Marettimo dove furono individuati dal semaforo della punta della Provvidenza che segnalò la scoperta alle navi da guerra della Real Marina del Regno delle Due Sicilie; ma essendo queste troppo lontane (20 miglia) non riuscirono ad impedire lo sbarco, che avvenne a Marsala verso le tredici e trenta dell'11 maggio. Tra le ipotesi di sbarco prese in considerazione da Garibaldi: Castellammare del Golfo – perché la grande ansa avrebbe permesso di individuare anzitempo l'arrivo di bastimenti borbonici – Porto Palo tra il trapanese e l'agrigentino. Ma Salvatore Castiglia, ex ufficiale borbonico, marinaio e amico di Garibaldi, dissuase il generale dallo sbarco in quelle località perché caratterizzate da bassi fondali che avrebbero potuto complicare le operazioni rischiando l'arenamento dei vapori[15].

I Mille, intenzionati a volgere verso Sciacca, puntarono poi a Marsala, poiché informati dall'equipaggio di un veliero inglese[14] che il porto della città lilibetana non era protetto da vascelli borbonici, mentre erano presenti due navi inglesi - Argus e Intrepid. L'assenza di borbonici, confermata anche dal capitano di una paranza da pesca, Antonio Strazzera, convinse Garibaldi a dirigersi verso Marsala[14], dove i vapori piemontesi, che avevano inalberato il vessillo sabaudo[16], giunsero verso le tredici e trenta. Il Piemonte (dove era imbarcato Garibaldi) raggiunse il molo, attraccando in mezzo ad alcune navi mercantili inglesi, mentre il Lombardo si arenò in una secca nei pressi del faro[17], (e nelle settimane successive fu recuperato dai garibaldini[18]), il che costrinse i suoi occupanti a raggiungere la spiaggia con le scialuppe. Anche lo sbarco del materiale (che si trovava perlopiù a bordo del Lombardo, nave di stazza maggiore del Piemonte) fu effettuato con l'aiuto delle barche presenti nel porto.

La presenza inglese

La posizione delle navi inglesi, garibaldine e borboniche secondo diversi autori

Lo sbarco dei garibaldini fu favorito da diverse circostanze. Due navi da guerra inglesi, l'Argus e l'Intrepid, provenienti da Palermo, incrociavano al largo di Marsala ed entrarono nel porto della città siciliana circa tre ore prima della comparsa dei legni piemontesi[17]. Non è ancora chiaro il motivo della presenza inglese in quel luogo. Già da tempo, comunque, altre imbarcazioni della marina militare britannica solcavano le acque del Tirreno nei pressi delle coste delle Due Sicilie: infatti, il contrammiraglio George Rodney Mundy, vicecomandante della Mediterranean Fleet, una divisione della Royal Navy, aveva ricevuto ordine, dal suo governo, di assumere il comando del grosso delle unità navali della sua flotta e di incrociare nel Tirreno e nel canale di Sicilia, effettuando frequenti scali nei porti del regno a scopo intimidatorio[19] e di raccolta di informazioni[19], cosa che avrebbe sicuramente attenuato la capacità di reazione borbonica[20].

In realtà l'invio delle due navi inglesi sembra dovuto ad un episodio avvenuto il 1º maggio; in tale data il generale Letizia aveva richiesto, in conseguenza dell'ordine di disarmo della provincia di Trapani emanato dal governo, a tutti i rappresentanti consolari stranieri la consegna delle armi custodite presso i locali consolati e presso le proprietà dei cittadini stranieri; al rifiuto del rappresentante inglese Cossins di ottemperare all'ordine Letizia reagì con l'invio di una pattuglia di soldati che procedette al sequestro forzato delle armi, causando così un incidente diplomatico. In conseguenza di ciò Cossins richiese al governatore di Malta l'invio di navi militari inglesi per tutelare le proprietà e i sudditi inglesi; richiesta accolta dall'Ammiragliato inglese con l'invio dell'Argus e dell'Intrepid.[21]

Garibaldi, nelle sue memorie, riconobbe che la presenza britannica giocò un ruolo rilevante nell'agevolare lo sbarco, affermando che:

«La presenza dei due legni da guerra inglesi influì alquanto sulla determinazione dei comandanti dei legni nemici, naturalmente impazienti di fulminarci, e ciò diede tempo di ultimare lo sbarco nostro. La nobile bandiera di Albione contribuì, anche questa volta, a risparmiare lo spargimento di sangue umano; ed io, beniamino di codesti Signori degli Oceani, fui per la centesima volta il loro protetto[22]

Nonostante ciò, sempre nelle sue memorie, il generale chiarì che non c'era neanche un principio di verità nelle dicerie che gli inglesi avessero aiutato direttamente lo sbarco[23]:

«Fu però inesatta la notizia data dai nemici nostri che gl'Inglesi avessero favorito lo sbarco in Marsala direttamente e coi loro mezzi[22]

White Ensign della Royal Navy

In effetti, era diffusa la convinzione che i legni britannici avessero lasciato Palermo con il preciso scopo di favorire l'impresa del condottiero nizzardo[24]. Durante una riunione della Camera dei Comuni, infatti, il deputato inglese, sir Osborne, accusò il governo di aver favorito lo sbarco di Garibaldi a Marsala[16]. Lord Russell rispose che le imbarcazioni erano lì, esclusivamente, per proteggere le imprese inglesi della zona, come i magazzini vinicoli Woodhouse e Ingham, e che non intralciarono le operazioni dei vascelli borbonici nel frattempo accorsi, i quali avrebbero potuto tirare sui garibaldini, ma non lo fecero[16].

Lo spostamento degli inglesi da Palermo a Marsala fu, comunque, la dimostrazione dell'inefficienza della crociera protettiva in atto, infatti, le navi giunsero nel porto lilibetano senza venir intercettate dall'Armata di Mare del Regno delle Due Sicilie[25]. Secondo quanto affermato dallo storico inglese George Macaulay Trevelyan, nel suo libro ‘'Garibaldi e i mille'’, le due navi inglesi Argus ed Intrepid non fecero nulla per aiutare Garibaldi[26][27], né avrebbero potuto perché avevano le caldaie spente ed erano ormeggiate al largo, con i loro comandanti Marryat e Winnington-Ingram a terra assieme a parte dell'equipaggio[28][29].

La neutralità della marina inglese fu confermata durante la battaglia di Palermo, quando Garibaldi, rimasto quasi privo di polvere da sparo, la richiese inutilmente ai comandanti delle flotte da guerra ormeggiate al largo della città[30]. Inoltre, i comandanti borbonici, ignorando le segnalazioni dei servizi di informazione napoletani, appena un giorno prima dello sbarco, avevano fatto rientrare a Palermo le colonne del generale Letizia e del maggiore d'Ambrosio, per far fronte al pericolo d'insurrezione nella capitale siciliana[31]. Questo cambiamento, però, fu fatale in quanto, al momento dello sbarco, non vi erano truppe di terra né a Marsala, né nei dintorni.

L'intervento borbonico

La fregata Partenope alla fonda nel porto di Napoli

Alcune navi da guerra borboniche, lo Stromboli, la Partenope ed il Capri, infatti, erano giunte, sebbene con sensibile ritardo, nel porto di Marsala[16]. Con il grado di capitano di fregata, Guglielmo Acton, nipote di John e cugino di secondo grado di Lord Acton, era il comandante della corvetta Stromboli, mentre Francesco Cossovich e Marino Caracciolo avevano il comando, rispettivamente, della Partenope e del Capri[32]. Il ritardo con cui Acton entrò nelle acque marsalesi è attribuibile a due discussi episodi. Il primo riguarda l'ordine, ricevuto dal capitano di origini scozzesi, attraverso una nota reale del 9 maggio, di muovere verso Tunisi[33]. Probabilmente, i sistemi di informazione del governo borbonico furono ingannati da uno stratagemma della propaganda liberale che diffuse la notizia di garibaldini pronti a partire dalla città africana[33].

Il secondo episodio, relativo proprio alla mattina dell'11 maggio, riguarda la decisione di imbarcare due cannoni, a bordo dello Stromboli, che portò via ad Acton almeno due ore di tempo, impedendogli, così, di intercettare il Piemonte e il Lombardo in altro mare: situazione che sarebbe risultata molto pericolosa per i vapori garibaldini[34][35]. Giunto nel porto, il vascello di Acton non contrastò immediatamente lo sbarco dei Mille. Egli, infatti, tardò, anche, a bombardare i garibaldini, probabilmente perché incerto[22] circa le intenzioni delle due navi da guerra inglesi: il capitano Winnington Ingram, al comando dell'Argus aveva segnalato la presenza sul molo di marinai britannici e chiesto ai napoletani di attendere che questi fossero reimbarcati prima di avviare le ostilità. Acton, con un atto di "cortesia internazionale", acconsentì[36]. Gli indugi furono finalmente rotti dall'avvio di un poco efficace bombardamento dei moli che, però, fu presto sospeso da un nuovo intervento del comandante dell'Argus.

Questi, accompagnato dal capitano Marryat, l'ufficiale al comando dell'Intrepid, e da Richard Brown Cossins, vice console inglese a Marsala, salì a bordo dello Stromboli e ammonì Acton dicendo che lo avrebbe ritenuto personalmente responsabile se il cannoneggiamento avesse danneggiato le vicine proprietà vinicole britanniche[37]. Solo dopo aver rassicurato gli inglesi, l'attacco riprese, questa volta con l'ausilio delle bocche da fuoco dei vascelli Partenope e Capri, nel frattempo giunti nel porto. Proprio un ufficiale del Capri fu inviato a bordo dell'Intrepid per parlamentare con gli inglesi. Questi, in sostanza, domandò un intervento britannico, avanzando la richiesta che una lancia venisse fatta accostare alle navi piemontesi per intimar loro la resa. Naturalmente gli inglesi rifiutarono[17]. Subito dopo il colloquio, l'Argus spostò il proprio ancoraggio andando a collocarsi in posizione più prossima ai magazzini di vino per poter meglio proteggerli[17].

La versione borbonica

Secondo quanto affermato da Giovanni delli Franci, ufficiale superiore dello Stato Maggiore borbonico autore della Cronica della campagna d'autunno del 1860, le navi della marina borbonica sospesero il tiro delle artiglierie su richiesta dei comandanti delle due navi inglesi, i quali sostenevano che il cannoneggiamento avrebbe potuto colpire gli ufficiali e marinai scesi a terra e che gli ufficiali borbonici accettarono tale richiesta sospendendo il fuoco e quando questo fu ripreso ormai i garibaldini erano sbarcati.

Lo stesso Giovanni delli Franci descrive il fatto come un espediente degli ufficiali inglesi consentito dagli ufficiali borbonici lì presenti, in quanto nella marineria napoletana parecchi avevano simpatia con la rivoluzione, fatto questo che illustra la condizione di scarso consenso della dinastia presso gli stessi quadri ufficiali, che pure erano di nomina reale.

«Ma si sospesero le offese perché si amava di consentire alla volontà degl'Inglesi ch'erano in due navi in quelle acque, i quali allegavano essere nel paese alcuni dei loro uffiziali e marinai. Più tardi, cessata la cagione dell'impedimento; fu continuato lo sparo, ma inutilmente, Garibaldi con mille dei suoi, giovandosi di questo intervallo ad arte procuratogli da quei stranieri e consentito dagli stessi uffiziali della marineria napolitana, che in gran parte già aveva simpatia con la rivoluzione, erano sbarcati con armi e munizioni.»

Lo stesso argomento in dettaglio: Risorgimento e Regno d'Italia (1861-1946).
Giuseppe Garibaldi

Il bombardamento si protrasse sino al tramonto, ma non consentì di ottenere alcun risultato, salvo colpire gli ormai deserti legni piemontesi[17]. Il Piemonte fu catturato e rimorchiato fino a Napoli dallo Stromboli, mentre non si riuscì a disincagliare il Lombardo dal banco di sabbia in cui si era incuneato; pertanto, ritenuto irrecuperabile, fu lasciato nelle acque marsalesi[39]. Di conseguenza Garibaldi rimase sprovvisto di mezzi navali, sia per muoversi lungo le coste siciliane e sia per un eventuale ritiro in casi di mala parata.

Le diverse perdite di tempo e l'azione rivelatasi sterile delle navi della marina borbonica finirono, dunque, per consentire ai garibaldini di ultimare, quasi indisturbati, lo sbarco. Fatta eccezione per il cannoneggiamento dal mare, infatti, i napoletani non avevano altro modo per contrastare Garibaldi: la divisione era priva di truppe da sbarco, poiché, nei piani difensivi del governo di Napoli, i vascelli garibaldini avrebbero dovuto essere incrociati prima dello sbarco e colati a picco in mare[35]. Inoltre, i comandanti dell'esercito borbonico, ignorando le segnalazioni dei servizi di informazione napoletani, appena un giorno prima dello sbarco, avevano fatto rientrare a Palermo le colonne del generale Letizia e del maggiore d'Ambrosio, per far fronte al pericolo di una probabile insurrezione nella capitale siciliana[7]. Questo cambiamento, però, fu fatale in quanto, al momento dello sbarco, non vi erano truppe di terra né a Marsala, né nei dintorni.

Il fallito impedimento dello sbarco portò Acton, insieme ad altri, ad essere sottoposti ad inchiesta per il loro comportamento durante l'operazione difensiva. Il giudizio della commissione dell'Armata di Mare sulla sua condotta, e su quella degli altri comandanti napoletani, fu che essa era stata «irreprensibile». Nonostante ciò, Acton fu sospeso per due mesi, finché venne assegnato al Monarca in armamento presso il cantiere navale di Castellammare di Stabia.[40]

Entrati in città, i Mille furono inizialmente accolti freddamente dalla popolazione locale, spaventata dalle cannonate, tanto che il garibaldino Giuseppe Bandi poté scrivere che i marsalesi li accolsero «su per giù come si accolgono i cani in chiesa»[41]. Successivamente il popolo marsalese, inizialmente disorientato dagli eventi, venne rassicurato da Crispi e La Masa, riversandosi poi nelle vie e festeggiando gli sbarcati[42]. Il mazziniano Francesco Crispi, divenuto l'organizzatore politico di Garibaldi, prese immediatamente contatto con i rappresentanti del consiglio comunale marsalese, spingendoli a dichiarare che la casa reale dei Borbone aveva cessato di regnare sulla Sicilia e ad offrire al generale nizzardo la dittatura dell'isola[17]. Garibaldi accettò senza indugio e, a Salemi, si proclamò dittatore della Sicilia in nome di Vittorio Emanuele Re d'Italia, compiendo il primo atto del suo governo dittatoriale[43].

Note

  1. ^ Giuseppe De Gregorio, p. 3.
  2. ^ Giuseppe De Gregorio, p. 4.
  3. ^ Mariano Gabriele, 1961, p. 3.
  4. ^ Giuseppe De Gregorio, p. 5.
  5. ^ Giuseppe De Gregorio, pp. 6-7.
  6. ^ Giuseppe De Gregorio, p. 7.
  7. ^ a b Giuseppe De Gregorio, p. 8.
  8. ^ I Mille nella storia e nella leggenda, Carlo Agrati, Mondadori, Verona, 1933, pagg. 151, 561
  9. ^ Genova rivista municipale, pag. 498
  10. ^ Quotidiano Piemontese
  11. ^ L'eloquenza siciliana rivista mensile, G. Travi, 1930, pag. 124
  12. ^ Rosario Romeo, Vita di Cavour, Bari, Laterza, 2004, pp. 459-460, ISBN 88-420-7491-8.
  13. ^ Aldo Servidio, L'imbroglio nazionale, Napoli, Guida Editore, 2002, p. 39, ISBN 88-7188-489-2.
  14. ^ a b c Raffaele De Cesare, pp. 204-205.
  15. ^ Antonello Battaglia, p. 40.
  16. ^ a b c d Editori Vari, Cronaca degli avvenimenti di Sicilia da aprile 1860 a marzo 1861, Harvard College Library, 1863, pp. 78-80
  17. ^ a b c d e f Harold Acton, p. 496.
  18. ^ Antonello Battaglia, p. 54.
  19. ^ a b Alberto Santoni, Storia e politica navale dell'età moderna: XV-XIX secolo, Roma, Ufficio storico della marina militare, 1998, p. 305.
  20. ^ Roberto Martucci, L'invenzione dell'Italia unita: 1855-1864, Firenze, Sansoni, 1999, p. 165, ISBN 88-383-1828-X.
  21. ^ Gianluca Virga, 1860. La rivoluzione nel Regno delle Due Sicilie, Napoli, Paparo Edizioni s.r.l., 2012, p. 68, ISBN 978-88-97083-47-4.
  22. ^ a b c Giuseppe Garibaldi, Memorie, a cura di Franco Russo, Roma, Avanzini e Torraca, 1968, p. 388. ISBN non esistente
  23. ^ Mariano Gabriele, 1961, pp. 27-28.
  24. ^ Raleigh Trevelyan, p. 164.
  25. ^ Carlo Agrati, p. 170.
  26. ^ In definitiva, la tanto famosa presenza di navi inglesi a Marsala si risolse in un nulla di fatto. All'informazione del comandante della flottiglia borbonica, capitano Acton, che avrebbe dovuto far fuoco sui garibaldini, i capitani dell'Argus e dell'Intrepid non opposero la minima obiezione, limitandosi a chiedere che le unità borboniche non colpissero gli inglesi. (George Macaulay Trevelyan, “Garibaldi e i mille”, Bologna 1909, p. 308).
  27. ^ George Macaulay Trevelyan, “Garibaldi e i mille” , Bologna, Zanichelli, 1909, p. 308.
  28. ^ Le due navi inglesi erano ormeggiate al largo e lì rimasero immobili: «Gli ufficiali inglesi gettarono le ancore tenendosi assai lontani dal porto; l'Argus a due o tre miglia, l'Intrepid alquanto più presso ma sempre a un miglio circa, «fra i tre quarti e il miglio di distanza dal faro sulla punta estrema del molo». E non abbandonarono queste posizioni lontane mentre si svolgevano gli avvenimenti straordinari di quel giorno non opponendo così il minimo impedimento materiale a qualsiasi operazione che i napoletani scegliessero o potessero scegliere di eseguire.» (George Macaulay Trevelyan, “Garibaldi e i mille”, Bologna 1909, p. 303).
  29. ^ George Macaulay Trevelyan, “Garibaldi e i mille” , Bologna, Zanichelli, 1909, p. 303.
  30. ^ George Macaulay Trevelyan, “Garibaldi e i mille” , Bologna, Zanichelli, 1909, p. 416.
  31. ^ De Gregorio, p. 8.
  32. ^ Raffaele De Cesare, p. 233.
  33. ^ a b Antonio Saladino, L'estrema difesa del regno delle Due Sicilie (aprile-settembre, 1860), Napoli, Società napoletana di storia patria, 1960, p. xxiii.
  34. ^ Carlo Agrati, p. 162.
  35. ^ a b Raffaele De Cesare, p. 203.
  36. ^ Raffaele De Cesare, p. 204.
  37. ^ Raleigh Trevelyan, p. 162.
  38. ^ Giovanni delli Franci, Cronica della campagna d'autunno del 1860 fatta sulle rive del Volturno e del Garigliano dall'Esercito Napolitano, Napoli, Per tipi di Angelo Trani, 1870.
  39. ^ Mariano Gabriele, 1991, p. 23.
  40. ^ Carlo Agrati, p. 172.
  41. ^ Giuseppe Bandi, I Mille, da Genova a Capua, Forlì, Garzanti, 1977, p. 104. ISBN non esistente
  42. ^ I Mille nella storia e nella leggenda, Carlo Agrati, Mondadori, Verona, 1933, pagg.187-190
  43. ^ Raccolta degli atti del governo dittatoriale e prodittatoriale in Sicilia, Palermo, Stabilimento tipografico Francesco Lao, 1860, p. 1. ISBN non esistente

Bibliografia

  • Harold Acton, Gli ultimi Borboni di Napoli (1825-1861), Firenze, Giunti Editore, 1997, ISBN 88-09-21256-8.
  • Carlo Agrati, I mille nella storia e nella leggenda, Milano, Mondadori, 1933. ISBN non esistente
  • Antonello Battaglia, Il Risorgimento sul mare. La campagna navale del 1860-1861, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2012, ISBN 978-88-6134-799-1.
  • Vincenzo Cardillo, Dalla rivolta della Gancia di Palermo allo sbarco dei Mille a Marsala, in Archivio storico messinese, III Serie - Vol. XIII-XIV, anni LXII-LXII, luglio 1962-1963, pp. 136-140.
  • Raffaele de Cesare, Capitolo IX, in La fine di un regno, Vol. 2, Città di Castello, Scipione Lapi, 1900. ISBN non esistente
  • Giuseppe De Gregorio, Sullo sbarco dei Mille a Marsala, Roma, Enrico Voghera, 1907. ISBN non esistente
  • G. De Majo, La crociera borbonica dinanzi a Marsala, in Memorie storico-militari, anno X, fasc. IV, 1913, pp. 445-455.
  • Mariano Gabriele, Sicilia 1860: da Marsala allo Stretto, Roma, Ufficio storico della Marina militare, 1991. ISBN non esistente
  • Mariano Gabriele, Da Marsala allo Stretto, Roma, A. Giuffrè, 1961. ISBN non esistente
  • Salvatore Ierardi, Il sindaco, Garibaldi e la dichiarazione di decadenza della monarchia borbonica, in Le camicie rosse di Marsala, Palermo, SIGMA, 2002, pp. 65-82. URL consultato il 10 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  • Piero Pieri, La spedizione dei Mille, in Storia militare del Risorgimento. Guerre e insurrezioni, Seconda edizione, Torino, Giulio Einaudi Editore, 1962, pp. 670-674. ISBN non esistente
  • Raleigh Trevelyan, Principi sotto il vulcano, Milano, Rizzoli, 2001, ISBN 88-17-86671-7.
  • 150 anni fa Garibaldi sbarcava a Marsala passando dalle Egadi (PDF), in Il giornale delle Egadi, febbraio 2010.
  • Giovanni delli Franci, Cronica della campagna d'autunno del 1860 fatta sulle rive del Volturno e del Garigliano dall'Esercito Napolitano, Napoli, Per tipi di Angelo Trani, 1870.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Read other articles:

It has been suggested that Rhythm & Praise music be merged into this article. (Discuss) Proposed since February 2024. Christian rhythm and bluesStylistic originsRhythm and blues, gospelCultural origins1940s–1950s, United StatesTypical instrumentsDrum kit, bass guitar, saxophone, horns, piano, organ, electric guitar, vocals, background vocalsFusion genresHip hop/R&B, rockabilly Christian R&B (also known as gospel R&B, rhythm & praise music, and R&P) is a subgenre of r...

 

SidomulyoKelurahanGapura selamat datang di Kelurahan SidomulyoNegara IndonesiaProvinsiSumatera UtaraKotaMedanKecamatanMedan TuntunganKodepos20137Kode Kemendagri12.71.07.1006 Kode BPS1275010002 Luas... km²Jumlah penduduk... jiwaKepadatan... jiwa/km² Untuk kegunaan lain, lihat Sidomulyo. Sidomulyo adalah kelurahan di kecamatan Medan Tuntungan, Medan, Sumatera Utara, Indonesia. Pranala luar (Indonesia) Keputusan Menteri Dalam Negeri Nomor 050-145 Tahun 2022 tentang Pemberian dan Pemutakhi...

 

Mustafa Kemal Atatürk, bapak Turki modern pendiri Republik Turki Nasionalisme Turki adalah ideologi politik yang mempromosikan dan mengagungkan bangsa Turki, baik sebagai bangsa, kelompok etnis, maupun kelompok liguistik, dan menaruh perhatian pada negara di atas pengaruh lainnya. Gerakan ini memunculkan organisasi politik Turki Muda, ketika kesultanan Utsmaniyah sudah di ambang keruntuhan. Hingga akhirnya Mustafa Kemal Atatürk muncul sebagai tokoh yang membawa era modern Turki sekuler. Ruj...

Francobolli della Rivoluzione culturale che raffigurano: l'internazionalismo proletario, cinesi che esultano con Mao (che è raffigurato più alto) e Mao che saluta. La propaganda politica delle Guardie Rosse: Difendi il Comitato Centrale del Partito con sangue e vita! Difendi il presidente Mao con sangue e vita!. La rivoluzione culturale (文革S), detta anche grande rivoluzione culturale (文化大革命S, wénhuà dà gémìngP), aveva il nome ufficiale di grande rivoluzione culturale ...

 

Large country house in Maynooth, Ireland Carton House, ancestral seat of the Dukes of Leinster, now used as a Hotel Carton House is a country house and surrounding demesne that was the ancestral seat of the Earls of Kildare and Dukes of Leinster for over 700 years. Located 23 km west of Dublin, in Maynooth, County Kildare, the Carton Demesne is a 1,100 acres estate, from an original estate of 70,000 acres.[1] For two hundred years, the Carton Demesne was the finest example in Ire...

 

ScreamSutradaraWes CravenProduser Cathy Konrad Cary Woods Ditulis olehKevin WilliamsonPemeranNeve CampbellDavid ArquetteCourteney CoxMatthew LillardRose McGowanSkeet UlrichDrew BarrymorePenata musikMarco BeltramiSinematograferMark IrwinPenyuntingPatrick LussierDistributor Dimension FilmsTanggal rilis20 Desember 1996Durasi113 menitNegara Amerika SerikatBahasaInggrisAnggaranAS$14,000,000PendapatankotorAS$173,046,567SekuelScream 2 Scream adalah film jagal Amerika tahun 1996 yang disutradar...

Le département français des Hautes-Alpes est, sous la Cinquième République, constitué de deux circonscriptions législatives, ce nombre étant stable depuis 1958. Leurs limites ont été redéfinies lors du découpage électoral de 2010, en vigueur à compter des élections législatives de 2012. Présentation Par ordonnance du 13 octobre 1958 relative à l'élection des députés à l'Assemblée nationale, le département des Hautes-Alpes est constitué de deux circonscriptions élector...

 

1934 license plates in the United States Vehicle registration plates of the United States by year Vehicle registration plates of the United States for 1933 Events of 1934 Vehicle registration plates of the United States for 1935 Each of the 48 states of the United States of America plus several of its territories and the District of Columbia issued individual passenger license plates for 1934.[1][2][3][4] Passenger baseplates Passenger  Car  ...

 

A Republikanska futbolna grupa 1993-1994 Competizione A Profesionalna Futbolna Grupa Sport Calcio Edizione 70ª Organizzatore BFS Luogo  Bulgaria Partecipanti 16 Risultati Vincitore  Levski Sofia(19º titolo) Retrocessioni  FK Černomorec Burgas Černo More Varna Spartak Varna Yantra Gabrovo Statistiche Miglior marcatore Nasko Sirakov (30) Incontri disputati 196 Gol segnati 584 (2,98 per incontro) Cronologia della competizione 1992-1993 1994-1995 Manuale L�...

У этого термина существуют и другие значения, см. Горностай (значения). Горностай Научная классификация Домен:ЭукариотыЦарство:ЖивотныеПодцарство:ЭуметазоиБез ранга:Двусторонне-симметричныеБез ранга:ВторичноротыеТип:ХордовыеПодтип:ПозвоночныеИнфратип:Челюстнороты...

 

Questa voce sull'argomento aziende è solo un abbozzo. Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento. Yara InternationalLogo Stato Norvegia Forma societariaSocietà per azioni Borse valoriOslo Stock Exchange : YAR ISINNO0010208051 Fondazione2004 a Oslo Sede principaleOslo SettoreFertilizzanti e prodotti chimici azotati ProdottiAmmoniaca, Urea, Acido Nitrico, Nitrati, NPK Dipendenti17.800 Sito webyara.no e y...

 

Universitas 21Tanggal pendirian1997TipePendidikan dan penelitianKantor pusatBirmingham, Britania RayaWilayah layanan GlobalProvostJenny DixonSitus webU21 Universitas21 Universitas 21 (U21) adalah jaringan internasional universitas of riset.[1][2][3] Jaringan ini didirikan di Melbourne, Australia pada 1997 dengan 11 anggota, keanggotan telah berkembang hingga 29 universitas anggota di 19 negara dan teritori.[4][5] Universitas berkolaborasi pada pengalama...

American politician (born 1971) This biography of a living person needs additional citations for verification. Please help by adding reliable sources. Contentious material about living persons that is unsourced or poorly sourced must be removed immediately from the article and its talk page, especially if potentially libelous.Find sources: Jamie Allard – news · newspapers · books · scholar · JSTOR (January 2024) (Learn how and when to remove this messa...

 

Chemical compound See also: hydrocortisone Hydrocortisone aceponateClinical dataTrade namesCortavance, othersAHFS/Drugs.comMonographRoutes ofadministrationTopicalDrug classCorticosteroidATC codeD07AC16 (WHO) QD07AC16 (WHO)Legal statusLegal status EU: Rx-only[1][2][3] Pharmacokinetic dataMetabolismLiverElimination half-life6-8 hoursIdentifiers IUPAC name (11β)-21-(acetyloxy)-11-hydroxy-3,20-dioxopregn-4-en-17-yl propionate CAS Number74050-20-7 ...

 

2016 Northern Ireland Assembly election ← 2011 5 May 2016 2017 → ← outgoing memberselected members →All 108 seats to the Northern Ireland AssemblyTurnout54.9%[1] (0.8%)   First party Second party Third party   Leader Arlene Foster Martin McGuinness [a] Mike Nesbitt Party DUP Sinn Féin UUP Leader since 17 December 2015 8 May 2007 31 March 2012 Leader's seat Fermanagh and South Tyrone Foyle Strangford Last el...

Not to be confused with Sheldon Moldoff. American comic creator Sheldon MayerSheldon Mayer self-portrait from the cover of The Amazing World of DC Comics #5 (March–April 1975)Born(1917-04-01)April 1, 1917New York City, U.S.DiedDecember 21, 1991(1991-12-21) (aged 74)Copake, New York, U.S.Area(s)Writer, Penciller, EditorNotable worksBlack OrchidFunny StuffScribbly the Boy CartoonistSugar and SpikeThe Three MouseketeersAwardsJack Kirby Hall of FameWill Eisner Comic Book Hall of Fame Sheld...

 

Several species of grass used for sugar production For the EP by Tiwa Savage, see Sugarcane (EP). For the songs, see Sugarcane (Camidoh song) and Sugarcane (New Order song). Saccharum officinarum Sugarcane or sugar cane is a species of tall, perennial grass (in the genus Saccharum, tribe Andropogoneae) that is used for sugar production. The plants are 2–6 m (6–20 ft) tall with stout, jointed, fibrous stalks that are rich in sucrose,[1] which accumulates in the stalk internode...

 

Same-sex relationship Part of the LGBT rights seriesLegal status ofsame-sex unions Marriage Andorra Argentina Australia Austria Belgium Brazil Canada Chile Colombia Costa Rica Cuba Denmark Ecuador Estonia Finland France Germany Greece Iceland Ireland Liechtenstein* Luxembourg Malta Mexico Nepal Netherlands1 New Zealand2 Norway Portugal Slovenia South Africa Spain Sweden Switzerland Taiwan United Kingdom3 United States4 Uruguay Recognized Israel5 Civil unions andregistered partnerships Bolivia...

Danish jazz saxophonist and composer John TchicaiJohn Tchicai (Münster Jazz Festival 1987)Background informationBirth nameJohn Martin TchicaiBorn(1936-04-28)28 April 1936Copenhagen, DenmarkDied8 October 2012(2012-10-08) (aged 76)Perpignan, FranceGenresFree jazzOccupation(s)Musician, composerInstrument(s)SaxophoneYears active1962–2012Musical artist John Martin Tchicai (/tʃɪˈkaɪ/ chih-KYE; 28 April 1936 – 8 October 2012)[1] was a Danish free jazz saxophonist and compo...

 

麻姑献寿 道教  教義和要素 道 無爲 清静 逍遙 三寶 修道 羽化飛昇 守一 神仙 真人 炁 太極 阴阳 五行 八卦 辟穀 内丹 外丹 道誡 符籙 法術 科儀  人物 老子 关尹子 文子 列子 庄子 鬼谷子 張角 张道陵 魏伯阳 许逊 魏華存 葛洪 寇谦之 陆修静 陶弘景 李弘真君 孙思邈 五祖七真 陈抟 王文卿 司马承祯 刘一明 邵元节 褚伯秀 陈景元 王重陽 丘处机 张三丰 陈撄宁 竹林七�...