Non si hanno notizie storiche coeve sul vescovo milanese Marolo, il cui episcopato, secondo un antico Catalogus archiepiscoporum Mediolanensium[2], si colloca tra quelli di Venerio, storicamente attestato nel 404/407[3], e di Martiniano, documentato nel 431[4]. Il medesimo catalogus gli assegna 15 anni di governo e lo dice sepolto il 23 aprile [5] nella basilica di San Nazaro. Tradizionalmente, il suo episcopato è assegnato agli anni 408-423.[6]
A Marolo è dedicato uno dei Carmina di Magno Felice Ennodio[7], scritti prima del 521. L'autore lo indica come originario della regione bagnata dal fiume Tigri; in seguito passò in Siria dove ricevette una solida formazione e poi a Milano, dove ha lasciato la reputazione di un asceta.[8] Ennodio lo qualifica con i seguenti aggettivi: pervigil, intentus, ieiunus, providus, ardens, attentissimo, impegnato, amante del digiuno, provvidente, ardente.