Richard Verstegen, noto anche come Richard Verstegan, Richardus Versteganus o Richard Rowlands (Londra, 1550 – Anversa, 1640), è stato uno storico, incisore, poeta ed editore inglese autore di opere in latino, inglese e olandese[1][2].
Sebbene rivendicasse una ascendenza nobiliare[2][3] e i suoi amici lo chiamassero vir nobilis, era figlio di un bottaio[4], forse chiamato John Rowlands[5]. Trascorse la sua giovinezza in Inghilterra con il nome di Richard Rowlands. Per sua stessa ammissione, il nonno, Theodore Ro[w]land Versteghen, un rifugiato politico proveniente dal Ducato di Gheldria[6], si era stabilito in Inghilterra, a Londra, nella parrocchia di Santa Caterina, vicino alla Torre[4][7], per sfuggire alla guerra tra Carlo di Egmont duca di Gheldria e Filippo I d'Asburgo[3][8]. Il cognome "Rowlands" è probabilmente un'anglicizzazione del cognome[9] "Roelantsz[oon]", cioè figlio di Roland.
"Rowlaunde" studiò la Storia dell'Inghilterra antica e le lingue anglosassone e gotica presso il Christ Church College di Oxford a partire dal 1564[4][5][10]. Durante gli studi divenne un cattolico fervente e tra il 1569 e il 1570 lasciò l'Università senza aver ottenuto la laurea per non essere costretto a prestare il Giuramento di Supremazia.[10][11][12]. Tornato a Londra, fece l'apprendista presso l'orafo Philip Cratell. Nel 1574 divenne membro della Gilda degli Orafi (Company of Goldsmiths) di Londra.[11] Nel 1576 pubblicò una guida turistica dell'Europa occidentale tradotta dal tedesco, intitolata The Post of the World.[13]
Poco dopo l'esecuzione del gesuita Edmund Campion nel 1581 e di diversi sacerdoti secolari a Smithfield da parte del regime anglicano, Verstegen stampò clandestinamente un opuscolo nel quali i religiosi vengono descritti come martiri[14]. Tuttavia, quando le autorità scoprirono la sua complicità nella pubblicazione del libro, Verstegen fu costretto a lasciare il paese. A partire da questo momento cominciò a usare il nome di famiglia Verstegen o Versteghen, scritto "Verstegan" dagli anglofoni e latinizzato "Versteganus".[15]
Successivamente si ha notizia della sua presenza a Rouen, Parigi, Roma e Reims[16], città in cui fu coinvolto nella pubblicazione di pamphlet e incisioni finalizzati ad attirare l'attenzione dell'opinione pubblica europea sulla persecuzione dei Cattolici sotto Elisabetta I d'Inghilterra. A causa di uno di questi scritti, l'opuscolo Briefve description des diverses cruautez que les catholiques endurent en Angleterre pour la foy, Verstegen fu arrestato a Parigi nel gennaio 1584 e detenuto per un breve periodo, su pressione dell'ambasciatore britannico, Sir Edward Stafford. Stafford, ritenendo il pamphlet un insulto alla regina d'Inghilterra, aveva richiesto il sequestro delle copie pubblicate[10][17]. Verstegen fu liberato per intercessione del cardinale William Allen e del nunzio apostolico Gerolamo Ragazzoni e si recò a Roma per chiedere a papa Gregorio XIII un sostegno finanziario come rifugiato per motivi religiosi[10][18]. Se papa Gregorio XIII in un primo momento respinse la richiesta (15 maggio 1584), probabilmente a causa dell'impertinenza di Verstegen,[10] più tardi gli concesse una pensione che gli venne erogata fino all'aprile del 1585.[19] L'opuscolo la cui edizione francese era stata sequestrata, fu pubblicato a Roma nel 1584 in latino, con il titolo Descriptiones quaedam illius inhumanae et multiplicis persecutionis quam in Anglia propter fidem sustinent Catholici Christiani.[10]
Verso 1586, dopo la morte del papa, che era stato il suo protettore, e dopo un lungo soggiorno in Francia, Verstegen si recò ad Anversa, dove trascorse il resto della sua vita.[19] Su richiesta del duca di Parma Alessandro Farnese, il re di Spagna gli concesse, dal 1º febbraio 1586, una pensione di trenta corone, che non sempre gli vennero pagate per tempo.[20][21] Ad Anversa, Verstegen lavorò come scrittore, editore, informatore, contrabbandiere di libri e giornalista[21] nonché come mercante, ottenendo, dal 1612, il diritto esclusivo di importare il tessuto inglese nei Paesi Bassi spagnoli.[21][22] Nel 1587 pubblicò ad Anversa un libro che fece molto scalpore[23]: il Theatrum crudelitatum haereticorum nostri temporis, tradotto in francese l'anno successivo[24], illustrato da incisioni di Jan Wierix. I disegni preparatori furono realizzati dallo stesso Verstegen[10][25][26]. Le incisioni raffigurano le torture subite dai cattolici in Inghilterra sotto Enrico VIII, in Francia per mano degli Ugonotti e nei Paesi Bassi ad opera dei Geuzen.[23]
I gesuiti inglesi, che volevano meglio confutare le dottrine protestanti, gli fecero ottenere il permesso di leggere le opere di autori calvinisti, proibite dalla Chiesa Cattolica.[27] Il 31 gennaio 1590, il sacerdote inglese Henry Walpole, che rappresentava temporaneamente gli interessi dei cattolici inglesi emigrati a Bruxelles, chiese a tal fine l'autorizzazione al padre gesuita Joseph Creswell, rettore del Collegio Inglese a Roma. Dopo aver reiterato la richiesta l'11 ottobre 1590, i gesuiti ottennero finalmente[28], nel 1591[27], il permesso per Verstegen. Circostanze impreviste fecero sì che i calvinisti dei Paesi Bassi settentrionali e non quelli inglesi divenissero l'obiettivo principale dei suoi attacchi.[28]
È noto che nel 1590 Verstegen era un agente ad Anversa del cardinale inglese[29] Allen, e che fungeva da intermediario della corrispondenza segreta tra i cattolici in Inghilterra e gli emigrati britannici nei Paesi Bassi.[30] Siamo particolarmente bene informati su questa sua attività per gli anni dal 1592 al 1595. Verstegen ricevette, temporaneamente e su ordine personale di Filippo II, un compenso proveniente direttamente dai fondi segreti dell'esercito, a causa del dissesto delle finanze spagnole. Di fatto Verstegen era a capo della rete di spionaggio spagnola in Inghilterra. Ricevette, copiò o riassunse le lettere e le relazioni dei missionari cattolici in Inghilterra, fece in modo che arrivassero sani e salvi nel paese e procurò loro passaporti falsi.[21]
In questo periodo Verstegen scrisse diversi trattati politici o polemici e rispose anonimamente al proclama reale anticattolico del 19 ottobre 1591 (A Declaration of great Troubles pretended against the Realme)[31][32] con due scritti del 1592 rivolti contro il politico inglese William Cecil: An advertisement written to a secretarie of my L. treasurers of Ingland e A Declaration of the True Causes of the Great Troubles. Il filosofo Francis Bacon scrisse una replica a quest'ultimo su incarico della corte inglese.[21] Verstegen fu uno dei principali responsabili della redazione e della pubblicazione di un'opera polemica sulla successione al trono d'Inghilterra, pubblicata con lo pseudonimo Dolmaan, nom de plume dietro il quale si celavano diversi altri autori oltre a Verstegen, tra i quali Robert Parsons.[21]
Il ruolo di Verstegen come agente spagnolo finì intorno al 1601, probabilmente a seguito del crollo, per mancanza di fondi, del servizio di spionaggio spagnolo.[33][34] Verstegen continuò tuttavia a scrivere trattati polemici contro i calvinisti nelle opere edificanti che aveva iniziato a pubblicare a partire dal 1599, una delle quali è una raccolta di poesie pubblicata nel 1601, che contiene odi scritte su imitazione dei sette Salmi Penitenziali: Odes in imitation of the Seaven Penitential Psalms.[33] Verstegen continuò anche a tradurre opere in inglese come il libro di emblemi dell'umanista e pittore olandese di Otto Vaenius Amorum Emblemata, 1608.[35]
Nel 1605 pubblicò ad Anversa uno studio sull'antichità anglosassone, che non solo fu ripubblicato più volte fino al 1673, ma il cui materiale, adattato e ampliato per quanto riguarda la storia di Paesi Bassi, riapparve in un'opera del 1613 sull'antichità olandese.[33] Con questo studio Verstegen cercava di dimostrare la discendenza germanica degli inglesi; questa teoria non era allora generalmente accettata e l'opinione più diffusa all'epoca considerava gli inglesi un popolo di origine celtica.[33][35].
Nel maggio del 1610, Verstegen, già sessantenne, si risposò con una nobildonna di Anversa, Catharina de Sauchy.[35] Dopo il matrimonio, si integrò completamente nella società dei Paesi Bassi meridionali per i successivi trent'anni; un fatto talmente eccezionale che i biografi inglesi hanno creduto a lungo nell'esistenza di due Verstegen, uno inglese e l'altro olandese.
Tra il 1609 e il 1614 la sua pensione fu cancellata. Continuò, tuttavia, a prestare servizio nello spionaggio, e venne per questo retribuito, sia pure parzialmente. Fino al 1617 percorse le Province Unite per conto di Manuel Sueyro, capo del servizio di spionaggio spagnolo nei Paesi Bassi.
Dal 1617 fino al 1630, Verstegan fu uno scrittore prolifico in lingua olandese, e produsse, tra l'altro, epigrammi e opere polemiche. Scrisse anche articoli di cronaca, satira ed editoriali per il Nieuwe Tijdinghen, quotidiano di orientamento filo-cattolico stampato ad Anversa da Abraham Verhoeven dal 1619 al 1629, diventando così uno dei primi giornalisti europei di cui si conosca il nome.
In questo periodo Verstegen strinse amicizia con l'umanista e filologo Erycius Puteanus. Puteanus, scrisse il carme introduttivo alla prima serie di epigrammi di Verstegen, pubblicata nel 1617, in cui, con belle parole, tesse le lodi del suo amico.[36]
La maggior parte delle opere pubblicate da Verstegen dal 1617 in poi sono satire anticalviniste, alcune delle quali di carattere politico e storico. Tra queste si segnala soprattutto il De Spiegel der Nederlandsche Elenden del 1621, che offre una breve storia del periodo tra il 1559 e il 1621 dal punto di vista di un abitante dei Paesi Bassi spagnoli. Verstegen si scagliò contro i calvinisti olandesi e accusò le Province Unite di avere perseguitato sia la più antica che la più recente chiesa cristiana, vale a dire i cattolici e i rimostranti.
Nel 1629, Verstegen e sua moglie divennero proprietari di tre case sul prestigioso Meir di Anversa; nel 1630 Verstegen fu accusato in un pamphlet inglese di essersi arricchito solo combinando un matrimonio vantaggioso.
Il 26 febbraio del 1640, scrisse il suo testamento ad Anversa, probabilmente poco prima della sua morte perché, già nell'agosto del 1640, sua moglie, Catharina de Saulchy, sposò un nobile di origine irlandese.
L'incredibile versatilità di Verstegen rese la sua opera più vasta che profonda.[37] Pur avendo praticato diversi generi, Verstegen non riuscì ad eccellere in nessuno, sebbene, secondo Buitendijk, fosse dotato di un certo talento: anche come uomo di lettere, era estremamente versatile, e produsse opere letterarie di tutti i generi: epigrammi, epitaffi, schizzi psicologici, articoli di giornale, versi, odi, dialoghi, ecc.[38] Polemico soprattutto contro i calvinisti nei suoi epigrammi, dedicò epitaffi, tra gli altri a Filippo II, Filippo III, Don Giovanni d'Austria, Francesco Ercole di Valois, Guglielmo il Taciturno, Filippo Guglielmo d'Orange, il duca di Parma, Elisabetta I d'Inghilterra e il conte di Leicester.[39]
Come polemista e autore satirico, usava un tono particolarmente acerbo, un fanatismo febbrile e i suoi scritti, dove non risparmiava nessuno, non rendevano giustizia ai suoi avversari, in particolare i calvinisti.
Nei suoi epigrammi attacca i calvinisti senza pietà sul loro stesso terreno, e, come Marnix o i panflettisti della rivolta dei pezzenti nel XVI secolo, misura il valore della religione riformata sulla base del comportamento di coloro che professano la nuova dottrina.[40]
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