Renzo Caramaschi si è laureato in economia e commercio presso l'Università di Padova nel 1969 con una tesi dal titolo Innovazione ed organizzazione aziendale, svolta in collaborazione con il MIT di Boston.[2]
Nel 1971 ha iniziato la sua carriera nell'amministrazione comunale di Bolzano, dove, a partire dal 2001[2] ha ricoperto l'incarico di direttore generale,[3] fino al pensionamento avvenuto a fine 2009.[4]
Appassionato di escursionismo, ha scritto due volumi dedicati all'Alto Adige. Inoltre ha pubblicato otto romanzi, [7][8] uno dei quali, Di gelo e di sangue, ha ricevuto la menzione della giuria al Premio Mario Rigoni Stern 2016.[9]
Al primo turno è risultato il candidato più votato con il 22,32% dei voti, contro il 18,39% del secondo, il candidato del centro-destra Mario Tagnin;[11] in vista del secondo turno ottenne il formale apparentamento con la Südtiroler Volkspartei[12] e l'appoggio informale dei Verdi dell'Alto Adige congiuntamente alla lista civica Projekt Bozen,[13] e di Angelo Gennaccaro con la sua civica "Io sto con Bolzano",[14] risultando poi eletto al ballottaggio col 55,27%[15].
Nel 2020 si ricandida alla carica di sindaco[16] con un'ampia coalizione di centro-sinistra, composta dalla Lista civica con Caramaschi, dal Partito Democratico, da Sinistra Unita, dai Verdi e da Italia Viva[17], ma senza incassare l'appoggio della Südtiroler Volkspartei[18] e della civica Io sto con Bolzano[19], che erano parte della maggioranza nella consiliatura precedente. Caramaschi ottiene al primo turno il 33,9% dei voti, contro il 33,1% del candidato del centro-destra, Roberto Zanin,[20] battendolo poi, dopo aver incassato l'apparentamento con la SVP[21] e il sostegno pubblico del presidente della giunta provinciale Arno Kompatscher, anche al ballottaggio con il 57,18%[22].
^Bolzano2016, Gennaccaro sceglie Caramaschi, su ilgiornoaltoadige.it, 17 maggio 2016. URL consultato il 26 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2018).