Reggello (pronuncia: /reʤˈʤɛllo/[4]) è un comune italiano di 16 558 abitanti della città metropolitana di Firenze in Toscana. Appartiene all'Unione di Comuni Valdarno-Valdisieve.
Reggello presenta un clima temperato continentale, con inverni moderatamente freddi ed estati moderatamente calde ma con valori più contenuti rispetto alla pianura sottostante. Durante l'inverno si possono avere delle nevicate che talvolta possono essere anche abbondanti. Il picco delle precipitazioni si ha in novembre mentre il minimo si ha nel mese di luglio. Durante l'inverno la temperatura può scendere anche di diversi gradi sotto lo zero, e questo accade dopo nevicate oppure in casi di cielo sereno. La nebbia è un fenomeno piuttosto raro. Rispetto alla vallata presenta minime invernali superiori ma massime inferiori perché l'effetto dell'inversione termica è più contenuto. la temperatura media di gennaio si aggira attorno ai 3-4 gradi, mentre quella di luglio varia dai 21 ai 25 gradi. La neve può comparire anche più di una volta durante tutto l'inverno e talvolta può succedere che nevichi anche a novembre oppure a marzo. Mentre sui monti circostanti la neve è quasi una costante fa la sua comparsa a novembre e scompare a marzo inoltrato.
Il territorio reggellese è stato abitato fin dall'antichità. Le prime testimonianze scritte risalgono al X e XI sec. Inizialmente chiamato Castelvecchio di Cascia, Reggello nasce come luogo di mercato tra la via del Casentino e la Cassia vetus (attualmente chiamata strada dei Setteponti). Solo nel 1773 grazie ad un provvedimento legislativo del Granduca Leopoldo si ha la nascita della comunità di Reggello.
Al plebiscito del 1860 per l'annessone della Toscana al Regno di Sardegna i "sì" non ottennero la maggioranza degli aventi diritto (971 su un totale di 2899), con un astensionismo da record, sintomo dell'opposizione all'annessione[5].
Durante la seconda guerra mondiale, Reggello fu uno dei comuni della Toscana designati a luogo di internamento libero per ebrei, cittadini stranieri e dissidenti politici.[6] Nel 1943 vi risultano confinate a domicilio coatto 5 persone: due giovani slavi accusati di attività anti-italiane, due cittadini inglesi (padre e figlia) e un ebreo apolide, Haim Rosenfeld, il quale arrestato il 30 novembre 1934 morirà ad Auschwitz.[7] Altri ebrei erano giunti a Reggello dopo l'8 settembre 1943: i diversi nuclei familiari della famiglia Calò (una dozzina di persone in tutto, da Arezzo, Livorno e Roma) si erano radunati nella loro villa di campagna in località Cascia di Reggello. Giunto anche per loro l'ordine di arresto l'11 marzo 1944, il maresciallo dei carabinieri li avvertì in anticipo perché fuggissero. Così fecero tutti, tranne Carolina Lambrosio, moglie di Eugenio Calò, la quale, incinta e con tre bambini piccoli, non se la sentì di darsi alla latitanza. Fu così accompagnata al campo di internamento di Bagno a Ripoli, convinta nelle sue condizioni di non correre rischi di deportazione.[8] Cosa che invece avvenne per lei e per i propri figli con il trasferimento a Fossoli e la morte ad Auschwitz nel maggio 1944.[9]
«D'azzurro, all'orso d'oro, rivolto e passante sulla campagna al naturale, verso un leccio dello stesso, posto nel fianco sinistro e nodrito sulla campagna, accompagnato nel cantone destro del capo da una palla d'argento, carica di una croce di rosso; al capo di porpora, a due rami di quercia e d'alloro, annodati da un nastro dai colori nazionali. Ornamenti esteriori da Comune.»
Lo stemma comunale, in uso dal XVIII secolo, è stato formalmente riconosciuto con decreto del capo del governo del 20 febbraio 1935.[10] Secondo la tradizione: l'orso era il simbolo della lega di Cascia, raggruppamento che comprendeva numerosi territori, per lo più di aree montuose e boscose; la sfera con la croce rossa indica la dipendenza dal popolo di Firenze e l'albero rappresenta probabilmente il borgo di Leccio.
Il gonfalone, concesso con regio decreto del 21 dicembre 1936, è un drappo di azzurro.[10]
La Riserva naturale statale biogenetica di Vallombrosa è situata alle pendici del Pratomagno sul versante del Valdarno e si estende dai 470 ai 1440 metri sul livello del mare.
L’area protetta di 1.279 ettari fino al 2016 è stata gestita dal Corpo Forestale dello Stato, successivamente dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Vallombrosa. La Riserva è attraversata da numerosi percorsi escursionistici (molti dei quali sono adatti anche per passeggiate a cavallo e con mountain bike) e ospita l'albero più alto d'Italia, un abete di Douglas di 62,45 metri misurato dagli “arbonauti” di SuperAlberi nel 2016 con la tecnica del tree-climbing, l’arrampicata in pianta. Nella stessa area, di poco più basso, anche il secondo classificato.
Tra i cammini che passano da Vallombrosa si segnala quello dedicato a San Francesco e quello dedicato a Dante Alighieri.
Abitanti censiti[13]
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 961 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
I piatti tipici di Reggello trovano origine nella cucina tradizionale toscana. Di particolare pregio è il Cecino Rosa di Reggello, dal sapore delicato e prodotto in piccole quantità. Tipico di queste zone, e di tutta l'area valdarnese del Pratomagno, è anche il fagiolo zolfino.
Nelle tavole reggellesi non manca il rinomato olio extravergine di oliva. L'altezza delle olivete e un terreno abbastanza unico nella regione fanno dell'olio di Reggello un prodotto con bassa acidità e caratteristiche organolettiche particolari. L'oro verde viene celebrato ogni anno nella tradizionale rassegna (fine ottobre-inizio novembre).
Per quanto riguarda l'artigianato è ancora diffusa e rinomata l'antica arte del mobile grazie alla quale vengono realizzati oggetti spazianti dallo stile rinascimentale fino a quello moderno.[14]
Ai margini del territorio comunale, nel comune di Pelago, è presente, lungo la ferrovia Firenze-Roma, la stazione ferroviaria di Sant'Ellero. Un'altra stazione molto utilizzata dagli abitanti del comune è la stazione di Figline Valdarno che, oltre a trovarsi più vicina al capoluogo consente di raggiungere Firenze in minor tempo.
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Nel comune di Reggello sono presenti numerosi impianti sportivi: lo stadio comunale, sede delle partite casalinghe della squadra locale S.S.D. Resco Reggello, con un campo in erba ed uno in sintetico, il palazzetto dello Sport, due piscine (una esterna di 25 metri di lunghezza per 8 corsie ed una coperta di 18 metri per 3 corsie) e un centro tennistico con due campi (uno in terra rossa coperto ed uno in terra rossa redplus scoperto). Sono inoltre numerose le associazioni sportive presenti nel comune:
Il 24 maggio 1990 la frazione di Vallombrosa è stata sede di arrivo della settima tappa del Giro d'Italia, vinta da Gianni Bugno poi trionfatore nella classifica finale della corsa.
Il Gran Premio di Montanino è una corsa in linea maschile di ciclismo su strada riservata alla categoria Under 23 che si disputa nella frazione di Montanino solitamente nel mese di aprile[16]. Disputato per la prima volta nel 1933 annovera tra i vincitori Aldo Bini, vincitore della prima edizione, Rino Benedetti, campione degli anni cinquanta, e più recentemente Riccardo Riccò, Antonino Parrinello e Paolo Simion[17].
Altri progetti
Lokasi Pengunjung: 18.225.175.201