Referendum consultivi in Romania del 2019

Referendum del 2019 in Romania
Dati percentuali dei «Sì» ai due quesiti suddivisi per distretto
StatoRomania (bandiera) Romania
Data26 maggio 2019
TipoReferendum consultivo
TemaGiustizia
Divieto di amnistia per reati di corruzione
  
85,91%
No
  
14,09%
Quorum raggiunto
Affluenza43,35%
Divieto di adozione di ordinanze d'urgenza da parte del governo in tema di giustizia
  
86,18%
No
  
13,82%
Quorum raggiunto
Affluenza43,35%

Il referendum consultivo del 2019 in Romania si è tenuto il 26 maggio, in concomitanza con il voto per le elezioni europee.

Gli elettori sono stati chiamati ad esprimersi su due quesiti. Il primo riguardava l'introduzione del divieto di concessione dell'amnistia o della grazia a soggetti condannati per reati di corruzione. Il secondo proponeva l'introduzione del divieto per il governo di ricorrere all'emanazione di ordinanze d'urgenza in tema di giustizia, riconoscendo il diritto di eventuali ricorrenti ad appellarsi contro le ordinanze governative direttamente alla Corte costituzionale della Romania[1].

Sistema elettorale

In base alla legge 3/2000 il quorum per il referendum è stabilito al 30% degli iscritti alle liste elettorali permanenti[2]. Un'ulteriore soglia per la convalida del referendum prevede che i voti validi rappresentino almeno quelli del 25% degli iscritti alle liste elettorali permanenti[2]. Secondo l'Autorità elettorale permanente il numero totale degli iscritti alle liste elettorali permanenti è di 18.267.997 persone. In tal modo, il referendum è convalidato se almeno 5.480.399 elettori si presentano alle urne e che vi siano almeno 4.566.999 voti validi[2].

Contesto

La prima idea di un referendum in tema di giustizia fu introdotta nel dibattito politico nell'inverno 2017, in conseguenza delle proteste popolari contro l'ordinanza d'urgenza di modifica del codice penale emanata dal governo Grindeanu, sostenuto da Partito Social Democratico (PSD) e Alleanza dei Liberali e dei Democratici (ALDE). Il 23 gennaio 2017 il presidente della repubblica Klaus Iohannis annunciò l'avvio di procedure per la celebrazione di un referendum riguardante gli argomenti di concessione della grazia e di revisione del codice penale[3]. Il giorno successivo il capo di stato inviò ai presidenti delle due camere, Liviu Dragnea (PSD) e Călin Popescu Tăriceanu (ALDE), una lettera ufficiale richiedendo di consultare il parlamento per l'organizzazione di un referendum[4]. Le procedure, tuttavia, non ebbero seguito e rimasero in sospeso. Negli anni successivi il governo in mano ai socialdemocratici varò diverse controverse leggi, criticate anche dai vertici dell'Unione europea, ma strenuamente difese dalla maggioranza, che le reputava necessarie al fine di limitare le influenze della magistratura sulla vita politica del paese[5][6].

Il 28 marzo 2019 Klaus Iohannis, al centro di un duro confronto con il governo, specialmente alla luce delle recenti controverse leggi in tema di giustizia, annunciò di non ritenere più sopportabili gli attacchi al sistema giudiziario e che avrebbe rimesso la questione al voto dei cittadini[7]. Nell'aprile 2019, quindi, il presidente decise di intraprendere colloqui con varie forze politiche al fine di riprendere il progetto di referendum, da organizzarsi nella stessa data delle elezioni per il parlamento europeo, il 26 maggio[8]. Il 4 aprile Klaus Iohannis presentò i due argomenti del voto: il divieto di amnistia per reati di corruzione e il divieto posto al governo di emanare ordinanze d'urgenza sulla giustizia, oltre al diritto riconosciuto a diversi attori politico-istituzionali di rivolgersi alla Corte costituzionale della Romania per contestare eventuali ordinanze[9].

In aprile il presidente invitò i presidenti delle formazioni politiche con rappresentanza parlamentare a consultazioni riguardanti il voto referendario[10]. L'ALDE fu l'unico partito a rifiutare la convocazione del capo di stato[11]. Il presidente del Partito del Movimento Popolare (PMP), Eugen Tomac, suggerì l'introduzione di un ulteriore quesito su uno dei temi facenti parte dell'agenda politica del suo gruppo: l'eliminazione delle pensioni speciali, il ritorno all'elezione dei sindaci su doppio turno, o la diminuzione del numero di parlamentari fino a un tetto massimo di 300[12]. Liviu Dragnea, leader del PSD, forza maggioritaria che guidava il governo e critica del referendum, non presenziò alle consultazioni, inviando in sua rappresentanza il vicepresidente della camera Eugen Nicolicea e gli ex detenuti Marin Iancu e Ioan Munteanu che, in quanto dissidenti politici, avevano subito per anni i soprusi delle carceri del regime comunista[13]. La presenza di Iancu e Munteanu si inseriva nello scontro tra Iohannis e Dragnea, che li incluse nella delegazione del partito per screditare il presidente della repubblica. I due, infatti, erano considerati dal leader del PSD vittime delle scelte di Augustin Lazăr, in quel momento procuratore generale della Romania, il cui operato era stato puntualmente difeso dal capo dello stato, ma che negli anni ottanta in qualità di giudice aveva rifiutato la scarcerazione di Iancu e Munteanu[13].

Il 16 aprile 2019 le commissioni giustizia di senato e camera dei deputati in seduta congiunta diedero il proprio consenso all'organizzazione del referendum[14], mentre il 17 aprile seguì il voto consultivo parlamentare[15]. Le forze di opposizione, Partito Nazionale Liberale (PNL) e Unione Salvate la Romania (USR), accusarono il PSD di aver inserito nella relazione proposta al vaglio del parlamento numerosi punti che non erano stati discussi in sede di commissione[16]. Nonostante le polemiche, la relazione fu adottata con 263 voti a favore, 9 contrari e un astenuto[16]. Il voto, con l'eliminazione delle clausole non concordate, fu ripetuto su richiesta del presidente della commissione parlamentare sulla giustizia Florin Iordache (PSD) e approvato con 218 favorevoli, 11 contrari e 3 astenuti[16]. Tra le raccomandazioni presenti nel rapporto, si indicava che amnistia e grazia non potessero essere oggetto di mozioni legislative di iniziativa popolare e che il presidente della repubblica non potesse indire un referendum propositivo vincolante[17].

Il 25 aprile il portavoce della presidenza della repubblica, Mădălina Dobrovolschi, comunicò che Iohannis aveva firmato il decreto di organizzazione del referendum e rese pubblici i due quesiti ai quali gli elettori erano chiamati a rispondere[18][19].

L'8 maggio il governo emanò l'ordinanza d'urgenza che regolamentava alcuni aspetti tecnici sullo svolgimento del referendum e che confermava la necessità del raggiungimento del quorum pari al 30% degli iscritti alle liste elettorali permanenti[20]. Prima della sua variante finale, il progetto iniziale dell'esecutivo, tuttavia, aveva subito diverse critiche, poiché in una prima fase erano stati previsti due commi, poi eliminati, che avrebbero reso più complesso il raggiungimento del quorum (che sarebbe cresciuto di circa 200.000 voti) e che avrebbero impedito alle autorità pubbliche, compreso il presidente della repubblica, di esprimersi e fare campagna elettorale sul referendum[20][21]. Il coordinatore della campagna elettorale del PSD, Mircea Drăghici, parimenti, in marzo aveva suggerito l'introduzione di seggi elettorali separati per le elezioni europee e per il referendum[22]. Tale proposta, tuttavia, non era prevista dalla legge[23].

Quesiti

Il primo quesito referendario recitava:

(RO)

«Sunteți de acord cu interzicerea amnistiei și grațierii pentru infracțiuni de corupție?»

(IT)

«Siete d'accordo con il divieto di amnistia e di grazia per reati di corruzione?»

Il secondo quesito referendario recitava:

(RO)

«Sunteți de acord cu interzicerea adoptării de către Guvern a ordonanțelor de urgență în domeniul infracțiunilor, pedepselor și al organizării judiciare și cu extinderea dreptului de a ataca ordonanțele direct la Curtea Constituțională?»

(IT)

«Siete d'accordo con il divieto di adozione da parte del Governo di ordinanze d'urgenza in tema di reati, pene e organizzazione della giustizia e con l'estensione del diritto ad appellarsi contro le ordinanze direttamente alla Corte Costituzionale?»

Posizioni dei partiti

Posizione Partito politico Note
Si
Partito Nazionale Liberale PNL [24]
Unione Salvate la Romania USR [25]
Unione Democratica Magiara di Romania UDMR [26]
Partito della Libertà, dell'Unità e della Solidarietà PLUS [27]
Partito del Movimento Popolare PMP [28]
Forum Democratico dei Tedeschi in Romania FDGR [29]
No
No
Alleanza dei Liberali e dei Democratici ALDE [30]
Partito Nazionale Contadino Cristiano Democratico PNȚCD [31]
Partito Social Democratico Indipendente PSDI [32]
Partito Socialista Romeno PSR [33]
Neutrale Neutrale Partito Social Democratico PSD [34]

Partiti principali

Le forze della maggioranza, PSD e ALDE, si dichiararono contrarie al referendum proposto da Iohannis. Liviu Dragnea (PSD) affermò che, benché il partito fosse favorevole all'idea di un referendum sulla giustizia su altre basi, la soluzione avanzata dal presidente della repubblica rappresentasse semplicemente «un mezzo attraverso il quale Klaus Iohannis vuole impegnarsi nella campagna elettorale per aiutare i partiti che lo sostengono»[35]. L'atteggiamento del PSD, tuttavia, non fu chiaro, visto che il partito non prese una posizione ufficiale, né fece campagna per il "No"[34], mentre il 26 maggio lo stesso Liviu Dragnea partecipò al voto[36].

L'ALDE mantenne una posizione di condanna verso il presidente, accusato di fare il gioco del PNL in vista delle elezioni europee e di avviare la propria campagna presidenziale per la rielezione[37]. Il 7 maggio Călin Popescu Tăriceanu invitò l'elettorato all'astensionismo per impedire il raggiungimento del quorum[38].

L'Unione Democratica Magiara di Romania (UDMR), che in parlamento sosteneva la maggioranza pur non facendone parte, tramite la voce del proprio presidente Hunor Kelemen raccomandò ai propri elettori di votare per il "Sì" ad entrambi i quesiti[26]. Questi aggiunse anche di prendere in considerazione l'idea di una revisione costituzionale che impedisse al governo di ricorrere a qualsiasi tipo di ordinanza d'urgenza, non solo in tema di giustizia[26].

Tutti i principali partiti di opposizione si dimostrarono assolutamente favorevoli al referendum. Il PNL, in particolare, riprese tali argomenti e sponsorizzò la propria vicinanza al presidente Iohannis per condurre la propria campagna elettorale per le europee[24][39][40]. USR, PMP e PLUS appoggiarono senza riserve la posizione del "Sì", visto come un modo di combattere la corruzione politica, cui la coalizione di governo era ritenuta associata[25][27][28][41][42]

Prima della pubblicazione dei quesiti, Victor Ponta, ex primo ministro e leader di PRO Romania, formazione scissasi dal PSD per dissensi con Liviu Dragnea, il 14 aprile dichiarò che avrebbe personalmente votato "Sì" al referendum nel caso in cui questo avesse previsto l'introduzione del divieto ai soggetti condannati per reati penali di assumere incarichi istituzionali[43]. Il 9 maggio il primo vicepresidente del partito, Nicolae Bănicioiu, affermò che un referendum in materia di giustizia non rappresentava una priorità per il paese, mentre lo sarebbe stato uno in tema di fisco[44].

Partiti minori

L'11 maggio il Partito Nazionale Contadino Cristiano Democratico di Aurelian Pavelescu, alleato del PSD alle europee, si schierò al fianco della coalizione di governo, criticando Klaus Iohannis e annunciando che il partito avrebbe appoggiato l'astensionismo[31].

Il 15 maggio Paul-Jürgen Porr, presidente del Forum Democratico dei Tedeschi in Romania, partito in cui Iohannis aveva militato fino al 2014, invitò i suoi sostenitori a condividere la posizione del presidente della repubblica e di votare "Sì"[29].

Marian Vanghelie, presidente del Partito Social Democratico Indipendente (PSDI), il 16 maggio 2019 dichiarò che il suo partito avrebbe sostenuto la posizione del "No"[32].

Il 21 maggio tramite un comunicato il Partito Socialista Romeno indicò ai propri membri di non partecipare al voto referendario[33].

Affluenza

Dati percentuali sull'affluenza suddivisi per distretto.

Il corpo elettorale è stato di 18 267 997 elettori. L'affluenza per il referendum in Romania si è attestata al 41,28%[45], mentre quella per le contemporanee elezioni europee è stata del 49,02%[46]. L'affluenza ha registrato 18 punti in più rispetto al Referendum costituzionale in Romania del 2018, quando fu del 21,1%[47]. Nelle 441 sezioni di voto ubicate all'estero hanno votato 371 884 elettori[48].

Area Corpo elettorale Affluenza
h 12:00 h 15:00 h 18:00 h 21:00 Tot votanti
Romania 18 267 997 12,16% 22,83% 32,49% 41,28% 7 541 311
Estero 371 884
Fonte: Biroul Electoral Central

Risultati

Primo quesito

Preferenza Voti %
Si 6 459 383 85,91%
No No 1 059 678 14,09%
Voti nulli 403 530
Totale Voti validi 7 519 061
Totale votanti / affluenza 7 922 591 43,35%
Aventi diritto voto 18 277 511
Fonte:Biroul Electoral Central

Secondo quesito

Preferenza Voti %
Si 6 477 865 86,18%
No No 1 038 916 13,82%
Voti nulli 407 088
Totale Voti validi 7 516 781
Totale votanti / affluenza 7 923 869 43,35%
Aventi diritto voto 18 278 290
Fonte:Biroul Electoral Central

Conseguenze del voto

La sera del 26 maggio Klaus Iohannis ringraziò pubblicamente i rumeni per il successo della partecipazione al voto europeo e a quello per il referendum sulla giustizia[49]. Il 30 maggio il presidente inviò una lettera ai leader dei partiti con rappresentanza parlamentare, invitandoli a consultazioni per discutere sulle modalità di applicazione legislativa del risultato referendario[50]. Il 4 giugno il presidente incontrò le delegazioni di PNL, USR e UDMR, mentre il 5 giugno discusse con i rappresentanti di PSD, ALDE, PMP, PRO Romania e delle minoranze etniche[51]. Al termine delle consultazioni Iohannis annunciò di aver proposto ai partiti la firma di un accordo nazionale per il consolidamento del percorso europeo della Romania, finalizzato alla messa in pratica del risultato referendario e al rispetto di una clausola che prevedeva che qualunque modifica sulla giustizia e sul codice penale avrebbe dovuto seguire le indicazioni della Commissione di Venezia e della Commissione europea[52].

Il 13 giugno il patto fu firmato dai leader di PNL, USR, PRO Romania e PMP, mentre fu aspramente criticato dal presidente dell'ALDE Tăriceanu, che lo definì «uno stravolgimento del senso del referendum, un trucchetto, una trappola, attraverso il quale Klaus Iohannis vuole assicurarsi la rielezione a presidente della Romania»[53]. Il PSD non aderì all'accordo, poiché i numerosi emendamenti correttivi proposti dal partito non convinsero il presidente Iohannis [54]. L'UDMR siglò il documento la settimana successiva[55].

Il 12 giugno la Corte costituzionale, incaricata di ratificare i risultati del referendum, rinviò la riunione organizzata per la convalida poiché erano stati presentati diversi ricorsi[56]. Il 13 giugno il presidente della Corte costituzionale, Valer Dorneanu, inviò una richiesta di chiarimenti all'Ufficio elettorale centrale (BEC) in relazione al diverso numero di votanti per i due quesiti che risultava dai numeri ufficiali pubblicati dall'istituzione[56]. Il BEC precisò che la situazione derivava da alcuni errori di registrazione del numero di votanti da parte dai presidenti di seggio, dovuti ad una mancanza di chiarezza nell'applicazione di alcune procedure previste dalla legge[56]. Il 27 giugno i giudici della Corte costituzionale respinsero tutti e cinque i ricorsi, convalidando definitivamente i risultati del referendum[56][57].

Note

  1. ^ (RO) Iohannis a anunțat cele două întrebări la care românii sunt chemați să răspundă la referendumul pe justiție din 26 mai, su hotnews.ro, HotNews, 25 aprile 2019. URL consultato il 7 maggio 2019.
  2. ^ a b c (RO) D. G., Condițiile pentru validarea referendumului privind justiția. Scurt istoric al referendumurilor de-a lungul timpului, su hotnews.ro, HotNews, 25 maggio 2019. URL consultato il 26 maggio 2019.
  3. ^ (RO) Ioana Radu, Iohannis anunță referendum pe tema grațierii, su cotidianul.ro, Cotidianul, 23 gennaio 2017. URL consultato l'8 maggio 2019.
  4. ^ (RO) Klaus Iohannis a declanșat procedura privind organizarea referendumului, su digi24.ro, Digi 24, 24 gennaio 2017. URL consultato l'8 maggio 2019.
  5. ^ (FR) Le président roumain convoque un référendum sur la réforme controversée de la justice, su liberation.fr, Libération, 28 marzo 2019. URL consultato l'8 maggio 2019 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2019).
  6. ^ Mihaela Iordache, Romania: le critiche dell'Europa, Osservatorio Balcani e Caucaso, 15 novembre 2018. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  7. ^ (FR) Roumanie: réformes contestées de la justice, le président convoque un référendum, su lefigaro.fr, Le Figaro, 28 marzo 2019. URL consultato l'8 maggio 2019.
  8. ^ (RO) Președintele Klaus Iohannis: Am decis să fac o reconsultare a Parlamentului, pentru lărgirea ariei de cuprindere a referendumului de pe 26 mai, su stiri.tvr.ro, TVR, 1º aprile 2019. URL consultato l'8 maggio 2019 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2019).
  9. ^ (RO) Radu Eremia, Sebastian Zachmann, Iohannis a anunțat temele pentru referendum: interzicerea amnistiei și grațierii pentru corupție și interzicerea adoptării unei OUG pe Justiție, su adevarul.ro, Adevărul, 4 aprile 2019. URL consultato l'8 maggio 2019.
  10. ^ (RO) Sebastian Rotaru, Consultările partidelor politice cu președintele Iohannis pe tema referendumului s-au terminat, su euractiv.ro, EurActiv, 11 aprile 2019. URL consultato l'8 maggio 2019.
  11. ^ (RO) G. S., A doua zi de consultări la Cotroceni: De la ALDE nu va veni nimeni, Dragnea a spus că ”o să trimitem niște oameni” / De ce nu merge liderul PSD să discute cu Iohannis: ”Nu-mi place personajul”, su hotnews.ro, HotNews, 12 aprile 2019. URL consultato l'8 maggio 2019.
  12. ^ (RO) PMP propune ca la referendum să existe și o întrebare privind reducerea numărului de parlamentari sau eliminarea pensiilor speciale, su pmponline.ro, Partito del Movimento Popolare, 11 aprile 2019. URL consultato l'8 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2019).
  13. ^ a b (RO) Adriana Duțulescu, Nicolicea, scos de la consultările cu Iohannis. Președintele a cerut să rămână singur cu foștii deținuți trimiși de PSD, su digi24.ro, Digi 24, 12 aprile 2019. URL consultato l'8 maggio 2019.
  14. ^ (RO) Diana Grigore, Comisiile juridice, aviz favorabil pentru organizarea referendumului solicitat de Iohannis, su mediafax.ro, Mediafax, 16 aprile 2019. URL consultato l'8 maggio 2019.
  15. ^ (RO) Scandal în Parlament pe tema referendumului din 26 mai. Puterea a încercat să-i pună condiții președintelui, su digi24.ro, Digi 24, 17 aprile 2019. URL consultato l'8 maggio 2019.
  16. ^ a b c (RO) Undă verde pentru referendumul lui Iohannis. Ședință cu scandal, după ce s-au introdus recomandări pentru președinte, su ziare.com, 17 aprile 2019. URL consultato l'8 maggio 2019.
  17. ^ (RO) Hotărâre privind solicitarea Președintelui României referitoare la organizarea unui referendum național consultativ cu privire la probleme de interes național (PDF), su cdep.ro, Camera dei deputati della Romania, p. 2. URL consultato l'8 maggio 2019 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2019).
  18. ^ (RO) Florentina Peia, Președintele Iohannis a semnat decretul privind organizarea referendumului, su agerpres.ro, Agerpres, 25 aprile 2019. URL consultato l'8 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2019).
  19. ^ (RO) Klaus Iohannis a decis întrebările de la referendumul din 26 mai, su digi24.ro, Digi 24, 25 aprile 2019. URL consultato l'8 maggio 2019.
  20. ^ a b (RO) Sebastian Rotaru, Prevederea care modifică cvorumul pentru validarea referendumului, eliminată din proiectul de OUG, su euractiv.ro, Euractiv, 8 maggio 2019. URL consultato l'8 maggio 2019.
  21. ^ (RO) Guvernul a adoptat OUG cu privire la referendum: “NU conține modificări majore”, su stirileprotv.ro, Pro TV, 8 maggio 2019. URL consultato l'8 maggio 2019.
  22. ^ (RO) Informații Digi24: PSD ia în calcul o OUG pentru secții de votare separate la referendum și europarlamentare, su digi24.ro, Digi 24, 28 marzo 2019. URL consultato l'8 maggio 2019.
  23. ^ (RO) PSD confirmă că vrea secții separate la europarlamentare și referendum. Ce prevede legea și cum a fost în 2009, su ziare.com, 28 marzo 2019. URL consultato l'8 maggio 2019.
  24. ^ a b (RO) Raluca Turcan: PNL susţine referendumul convocat de preşedinte; întrebările – cât se poate de realiste şi oneste, su g4media.ro, G4 Media, 25 aprile 2019. URL consultato il 7 maggio 2019.
  25. ^ a b (RO) George Dircă: USR susţine orice fel de referendum; ceea ce solicită preşedintele – chestiuni de moralitate, su g4media.ro, G4 Media, 25 aprile 2019. URL consultato il 7 maggio 2019.
  26. ^ a b c (RO) MH, Kelemen, despre întrebările pentru referendum: Sunt simple. Recomandăm oamenilor să voteze "da", su hotnews.ro, HotNews, 25 aprile 2019. URL consultato il 7 maggio 2019.
  27. ^ a b (RO) Dacian Cioloş, după convocarea referendumului de către Iohannis: Lupta anticorupţie nu trebuie oprită, su digi24.ro, Digi 24, 25 aprile 2019. URL consultato il 7 maggio 2019.
  28. ^ a b (RO) Basescu, despre referendumul pe Justitie: Romanii au sansa sa demonstreze ca sunt deasupra vremurilor, su ziare.com, Ziare, 26 aprile 2019. URL consultato il 7 maggio 2019.
  29. ^ a b (RO) Apel al fostului partid al lui Iohannis ca germanii din România să nu voteze cu PSD, ALDE sau UDMR, su digi24.ro, Digi 24, 15 maggio 2019. URL consultato il 21 maggio 2019.
  30. ^ (RO) S.R., Tăriceanu: Recomandarea ALDE este să nu se voteze la referendum, su euractiv.ro, Euractiv, 7 maggio 2019. URL consultato il 7 maggio 2019.
  31. ^ a b (RO) PNȚCD anunță că va boicota referendumul din 26 mai. Pavelescu: ”Este un referendum mincinos, manipulator”, su b1.ro, B1, 11 maggio 2019. URL consultato il 17 maggio 2019.
  32. ^ a b (RO) Radu Eremia, Vanghelie: Din cauza lui Coldea nu avem autostrăzi. A ameninţat cu arestări. Trebuie un vot negativ la referendum. Nu mai funcţionează şmecheria cu Justiţia, su adevarul.ro, Adevărul, 16 maggio 2019. URL consultato il 16 maggio 2019.
  33. ^ a b (RO) Comunicat PSR, su socialistul.ro, 21 maggio 2019. URL consultato il 23 maggio 2019.
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  35. ^ (RO) S. R., Dragnea și Tăriceanu văd referendumul pe justiție ca fiind "o manipulare" și "o rușine", su euractiv.ro, EurActiv, 25 aprile 2019. URL consultato l'8 maggio 2019.
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  37. ^ (RO) ALDE, primul partid care se poziționează oficial împotriva referendumului pe justiție: Este doar un pretext pentru președintele Iohannis pentru a-și începe campania electorală, su g4media.ro, G4Media, 17 aprile 2019. URL consultato l'8 maggio 2019.
  38. ^ (RO) Tăriceanu cere boicotarea referendumului: Recomandarea noastră e să nu se voteze, pentru a nu se face jocul lui Iohannis, su g4media.ro, G4Media, 7 maggio 2019. URL consultato l'8 maggio 2019.
  39. ^ (RO) Campania electorală pentru alegerile europarlamentare din 26 mai a început astăzi, su news.ro, 27 aprile 2019. URL consultato il 4 maggio 2019.
  40. ^ (RO) PNL susține referendumul pentru justiție: Românii sunt cei care, prin votul lor, pot pune punct acestei puteri politice toxice, su ziare.com, 28 marzo 2019. URL consultato il 4 maggio 2019.
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  43. ^ (RO) Alexandru Pop, Ponta votează da la referendum, dacă politicienilor condamnaţi li se interzice să mai ocupe funcții, su newsweek.ro, Newsweek, 14 aprile 2019. URL consultato l'8 maggio 2019.
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