Vasari spiegò nelle Vite i termini dell'allogazione delle Storie di san Filippo Benizi ad Andrea del Sarto da parte dei padri serviti, con l'interessamento in particolare del sagrestano fra' Mariano dal Canto delle Macine, il quale arrivò a minacciare l'artista di offrire il prestigioso incarico al Franciabigio e a un compenso molto più basso. Le fonti d'archivio non hanno restituito documenti esatti circa gli affreschi, ma solo sulla preparazione delle pareti per la stesura della pittura.
Shearman poi ritenne invece più probabile la datazione tradizionale.
Descrizione e stile
«[San Filippo], sgridando alcuni giucatori che bestemmiavano Dio et uccellavano San Filippo del suo ammunirgli, viene in un tempo una saetta da 'l cielo, e dato sopra un albero dove eglino stavano sotto a l'ombra, ne uccide due, e gli altri, chi con le mani alla testa, sbalorditi si gettano innanzi, altri si mettono in fuga gridando», così Vasari descrisse questo affresco, che si trova accanto all'Adorazione dei pastori di Alesso Baldovinetti, di cui riprese l'impianto luministico e i toni della tavolozza.
Lo storico aretino lodò anche il cavallo che, scioltosi, fugge "con un orribile movimento", e la capacità dell'artista di rappresentare la "varietà delle cose ne' casi che avvengono".
La scena è svolta lungo un paesaggio che si addentra in profondità. A destra il santo con un gesto evoca un fulmine che si abbatte sui bestemmiatori, lasciandone tre a terra, scorciati sapientemente, e facendo scappare gli altri in più direzioni. L'aspetto fantasioso del paesaggio, fatto di speroni, massi e alberi aggrappati al terreno impervio, deriva dall'esempio di Piero di Cosimo, primo maestro di Andrea.
Bibliografia
Eugenio Casalini, La SS. Annunziata di Firenze, Becocci Editore, Firenze 1980.