Il termine Prealpi italiane è riferito alla fascia di rilievi montuosi italiani a sud della catena principale delle Alpi, che forma una sorta di collegamento fra i rilievi alpini principali e la pianura padana. La classificazione delle Prealpi è alquanto varia e non universalmente riconosciuta.
I rilievi prealpini differiscono da quelli posti lungo la catena principale delle Alpi in molti fattori. Primo tra tutti, la quota: le Prealpi non raggiungono grandi altezze (inferiore ai 3000m), da cui deriva la quasi totale assenza di ghiacciai.
Gran parte delle Prealpi è geologicamente più recente delle Alpi in senso stretto, e vi predominano le rocce carbonatiche, tra cui calcari e, in minori proporzioni, dolomie. Le montagne costituite da rocce calcaree o dolomitiche si presentano aspre ed impervie, con pareti talvolta verticali (le Grigne e il Pizzo della Presolana, nelle Prealpi lombarde, ne sono due esempi significativi).
Le Prealpi lombarde comprendono le montagne che dominano i grandi laghi (talvolta soprannominati "laghi prealpini"), le Prealpi Varesine, il Triangolo Lariano (ossia il territorio compreso tra i due rami del Lago di Como), le Prealpi Orobiche e le Prealpi Bresciane. I limiti settentrionali della fascia prealpina sono determinati principalmente da significative variazioni in termini geologici, come per esempio la composizione delle rocce e la morfologia dei rilievi, nonché la quota da essi raggiunta.
In Piemonte invece le Prealpi mancano quasi del tutto; le Alpi si alzano direttamente dalla Pianura Padana, con una conseguente particolarità del paesaggio.
La classificazione tradizionale del sistema alpino secondo la geografia italiana, formulata nel 1924 durante il IX Congresso Geografico Italiano e ufficializzata nel 1926, è stata recentemente superata dalla SOIUSA (Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino), presentata nel 2005 e ben pubblicizzata da alcune riviste specialistiche.
Tale nuova suddivisione, riconosciuta anche in ambito internazionale, assegna una diversa estensione, diversi limiti e una nuova ripartizione interna anche alle Prealpi.
La SOIUSA individua il limite naturale tra la catena alpina propriamente detta e la fascia prealpina, posta a sud rispetto ad essa, nella cosiddetta Linea Insubrica, un sistema pressoché continuo di fratture che, partendo dalla zona a nord di Biella e proseguendo in direzione nord-est taglia longitudinalmente il sistema alpino dividendo la catena alpina principale dalle Alpi Sud-orientali (dette anche Alpi calcaree meridionali).
Secondo la SOIUSA le Prealpi sono divise in sezioni, ognuna delle quali appartiene a un settore del sistema alpino: