Porta Picaloca (o Porta dell'Ospitale) era un tempo una delle porte di accesso alla fortezza di Castel Goffredo, per chi proveniva da est. È l'unica rimasta (ricostruita) tra le quattro antiche porte di accesso alla città.
Storia
In epoca medievale, per accedere alla città da est bisognava percorrere un ponte che attraversava il fossato a difesa della città-fortezza e quindi per Porta Picaloca, edificio a due piani.
All'inizio del Quattrocento, sotto il marchesato di Alessandro Gonzaga, il primo nucleo abitato costruito a ridosso di "Castelvecchio" fu circondato da un secondo ordine di mura.[2] Tutto attorno alle mura si estendeva un fossato originato dal corso dei torrenti Fuga e Tartarello.[3]
L'accesso al borgo era controllato da quattro porte:
Porta Picaloca, a est, all'ingresso dell'attuale via Mantova (unica a oggi rimasta);
Nel 1817 prese avvio la demolizione della seconda cinta muraria[5] che progressivamente venne conclusa nel 1920.[6]
Il 24 giugno 1859, giorno della battaglia di Solferino, attraverso Porta Picaloca, difesa solo da un cancello in ferro sorretto da due pilastri, e Porta di Sopra penetrarono gli uomini del 3º corpo d'armata francese al comando del generale François Certain de Canrobert che, dopo alcune scaramucce, cacciò gli austriaci dal paese.[7]
Davanti alla Porta e nelle zone adiacenti agli inizi del Novecento si svolgeva il mercato del bestiame del paese.
Ciò che rimane dell'antica Porta Picaloca è rappresentato dai due pilastri in marmo bianco all'ingresso di Via Mantova.
Note
^ Francesco Bonfiglio, Notizie storiche di Castelgoffredo, 2ª ed., Mantova, 2005.