Nel 1965 si trasferisce a Roma e passa al cabaretIl Bagaglino (1965-1967). Nel 1967 sempre per il Bagaglino debutta al Teatro Nuovo di Milano con lo spettacolo Pane al Pino e Pino al Pino di Castellacci e Pingitore. Nel 1968 la Rai battezza la prima delle sue numerose apparizioni televisive, scritturandolo per la trasmissione di varietà Che domenica amici, per la quale tiene una rubrica settimanale: "Diario siculo". Seguono, tra le altre, Gli amici della domenica (1970), Canzonissima (1971), Teatro 10 (1971-1972), e Dove sta Zazà di Castellani, Pingitore e Falqui (1973). Nel 1975 partecipa a Mazzabubù (Rai Uno), sempre di Castellani e Pingitore, per la regia di Falqui, in cui presenta "Venga a prendere un caffè da noi", monologo satirico sulla mafia che gli regala particolare popolarità[1]. Caruso è inoltre tra i primi artisti ad affermare la lingua siciliana alla televisione italiana[2] e in alcuni spot pubblicitari.
Nel 1977, sempre per la Rai, è protagonista di Caruso al cabaret, uno speciale a lui dedicato, ed è ospite a Portobello.
Nel 1979 è protagonista con Ornella Vanoni di Due come noi, testi di Guardì, Di Pisa, Falqui e dello stesso Caruso per la regia di Falqui. Viene eletto Segretario a titolo gratuito del sindacato attori italiani (SAI), col quale si impegna sulla questione dei finanziamenti pubblici e per la recitazione in "presa diretta". Durante la sua gestione nasce l'IMAIE.
Nel frattempo continua l'impegno teatrale, interpretando Il don Giovanni involontario di Vitaliano Brancati per il Teatro Stabile di Catania, mentre dal 1970 fino agli anni novanta gira per varie stagioni l'Italia con due spettacoli che lo vedono anche autore dei testi, Conversazione di un uomo comune, e La questione settentrionale. Sempre in ambito teatrale, dirige I love you al Teatro dell'Orologio di Roma.
Dal 1988 al 1990 scrive e cura per il TG2 la rubrica televisiva di satira politica e di costume L'asterisco. Nel 1989 si dimette da segretario del SAI per tornare a tempo pieno al suo lavoro d'attore.[4] Lo stesso anno, al fianco di Gigi Proietti e Anna Carlucci, presenta la serata inaugurale del Festival di Venezia, di cui cura anche i collegamenti giornalieri con il TG2.[5]
Dal 1995 al 1997, su nomina del sindaco Leoluca Orlando, Caruso progetta e dirige Palermo di scena, manifestazione d'arte e spettacoli. In tale occasione Caruso rinnova il tradizionale Festino di Santa Rosalia, trasformandolo in rappresentazione teatrale, itinerante, a tutti gli effetti.[8] Nel 2001 il commissario straordinario Ettore Serio richiama Caruso a ripeterne l'esperienza.[9]
Nel 2009 interpreta il monologo La voce dei vinti e, per il Teatro Stabile di Palermo, con la coproduzione del Teatro Stabile di Catania, interpreta, curandone anche la regia, il monologo spettacolo Mi chiamo Antonio Calderone, di Dacia Maraini, tratto dal libro di Pino ArlacchiGli uomini del disonore. Nel 2010 Pino Caruso è il protagonista de Il berretto a sonagli (regia G. Dipasquale) ottenendo grande successo di pubblico e di critica[10][11]. Nel 2012, cura una versione drammatica del Pinocchio di Collodi[12], e dal 2014 bissa il successo de Il berretto a sonagli riadattando il pirandelliano Non si sa come per il Teatro Biondo[13].
La scrittura
Pino Caruso a partire dal 1969 ha scritto numerosi libri, spaziando tra vari generi. Si segnalano, in particolare la raccolta di poesie Il silenzio dell'ultima notte (editore Flaccovio), e la raccolta di aforismi, storie e ragionamenti Appartengo a una generazione che deve ancora nascere, edito da Rai-Eri-mondadori- già alla seconda ristampa dopo il successo della prima.
Il suo libro L'uomo comune (editore Marsilio) ha vinto la Palma d'oro al Salone Internazionale del Libro di Bordighera. Nel 2017 escono "Se si scopre che sono onesto, nessuno si fiderà più di me" e "Il senso dell'umorismo è l'espressione più alta della serietà" (Alpes editore). Raccolte di "Aforismi, riflessioni, storie, persone, personaggi e ragionamenti sullo stato attuale del mondo".
Il cinema
Sia per il grande che per il piccolo schermo ha all'attivo circa 30 film, dei quali tre di produzione francese.
Fa il suo esordio sul grande schermo nel 1968 con il musicarelloLa più bella coppia del mondo, e salvo poche eccezioni, pur avendo spesso ruoli di rilievo è di rado protagonista assoluto.
Parallelamente alla professione di attore, Pino Causo ha svolto attività sia sindacale che politica.[15][16]
In particolare nel 1979 è stato segretario del Sindacato attori italiani e come tale si è impegnato per il riconoscimento della recitazione in presa diretta, in modo da garantire il rispetto del rapporto “voce/volto” (a un attore deve corrispondere la propria voce, senza doppiaggi).
Caruso ha anche militato nelle file del Partito Socialista Italiano. In occasione delle elezioni politiche del 1972 uscì un disco che reca sul lato A un suo monologo, Basta con la libertà, in cui, dopo un inizio in chiave paradossalmente conservatrice contro scioperi, manifestazioni e disordine, invita a votare PSI, in quanto partito della libertà.[17] Teneva una rubrica periodica sul quotidiano Avanti!, organo ufficiale del PSI.
L'uomo comune (edizione ampliata e rinnovata), racconti, Marsilio, 2005.
Il silenzio dell'ultima notte, Editore Flaccovio, 2009.
Ho dei pensieri che non condivido,
A&B Editrice, 2009.
Appartengo a una generazione che deve ancora nascere (aforismi storie, personaggi e ragionamenti sullo stato attuale del mondo), ERI-RAI (Mondadori), 2014.
Il senso dell'umorismo è l'espressione più alta della serietà (aforismi storie, personaggi e ragionamenti sullo stato attuale del mondo), Alpes editore, 2017.
Se si scopre che sono onesto, nessuno si fiderà più di me (aforismi storie, personaggi e ragionamenti sullo stato attuale del mondo), Alpes editore, 2017.
^ Claudia Provvedini, Viene da altri mondi il Ciampa di Caruso, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 28 marzo 2010. URL consultato il 29 -09- 2011 (archiviato dall'url originale il 7 giugno 2015).
^ Fabio Vento, Lucia Russo, La Palermo Vegetariana intervista Pino Caruso, su palermovegetariana.it, La Palermo Vegetariana, 4 aprile 2011. URL consultato il 30 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2012).