Il battistero è considerato il monumento religioso più antico di tutto il Parmense.[1]
Storia
L'originaria chiesa di Velium fu edificata sul luogo di un preesistente tempio pagano dedicato alla dea Diana in epoca imprecisata, probabilmente tra il X e l'XI secolo, anche se alcuni storici tendono ad anticipare la data della sua fondazione all'VIII o al IX secolo; risale al 1005 il primo documento che ne attesti l'esistenza.[2]
Il coevo battistero adiacente fu decorato con sculture dai tratti antelamici forse tra il XII e il XIII secolo.[1]
Nei secoli seguenti crebbe notevolmente l'importanza della pieve, da cui nel 1230 dipendevano ben 10 cappelle poste nei dintorni, tra le quali Careno.[3]
Agli inizi del XIV secolo[4] la chiesa fu completamente distrutta da un terremoto e fu successivamente ricostruita.[5]
Nel 1796 la pieve fu profondamente ristrutturata.[4]
Nel XIX secolo la chiesa fu restaurata a più riprese, nel 1814 e nel 1891.[4]
Tra il 1920 e il 1927 il tempio fu sottoposto ad altri lavori di restauro e fu dotato di un nuovo altare maggiore in marmo di Carrara; nel 1928 fu infine edificato l'alto campanile neoromanico.[4]
Descrizione
La pieve si sviluppa in posizione collinare su un impianto a navata unica affiancata da due cappelle laterali, con ingresso a ovest e presbiterio absidato a est; sulla sinistra della facciata si erge il battistero a pianta ottagonale, dotato di due ingressi.[2]
Pieve
La simmetrica facciata a capanna, quasi interamente intonacata, è caratterizzata dalla presenza del portale centrale d'accesso delimitato da due piedritti in blocchi squadrati di pietra, che proseguono anche lungo la cornice della lunetta ad arco a tutto sesto in sommità; superiormente si apre una finestra strombata ad arco mistilineo; alle estremità si elevano su alti basamenti due lesene in leggero aggetto, a sostegno del cornicione che corre lungo il coronamento del prospetto.[4]
I fianchi, da cui aggettano le cappelle laterali, sono rivestiti in conci irregolari di pietra; sulla sinistra si erge l'alto campanile novecentesco[5] in blocchi di arenaria, delimitato sugli spigoli da lesene; in sommità la cella campanaria si affaccia sulle quattro fronti attraverso bifore con colonnine centrali.[4]
All'interno la navata, coperta da una serie di volte a crociera, è affiancata da alcune lesene coronate da capitelli dorici, a sostegno del cornicione perimetrale modanato; le cappelle, chiuse superiormente da volte a botte, si affacciano sull'aula attraverso ampie arcate a tutto sesto.[4]
Il presbiterio, lievemente sopraelevato, è chiuso superiormente da una volta a crociera in continuità con la navata; l'ambiente accoglie l'altare maggiore a mensa in calcestruzzo armato, aggiunto tra il 1970 e il 1980; sul fondo l'abside, preceduta dall'arco trionfale a tutto sesto, è illuminata da due monofore laterali.[4]
Battistero
La chiesa di Serravalle rappresenta l'unica pieve della provincia di Parma a possedere un edificio indipendente adibito appositamente a battistero.[5]
La struttura di modeste dimensioni[6] si sviluppa sull'impianto centrale tipico dei battisteri edificati tra il V e il XIII secolo;[1]sant'Ambrogio aveva infatti prescritto come ideale la pianta ottagonale per tali edifici, in quanto il numero 8 simboleggiava l'ottavo giorno, ossia quello della vita ultraterrena che aveva inizio col battesimo.[5]
Le facciate sono interamente rivestite in conci squadrati di arenaria di colore giallastro; i lati sono delimitati da lesene in aggetto, mentre a coronamento corre un cornicione in rilievo di ordine tuscanico; nelle fronti ovest, sud, est e nord-est si aprono delle monofore strombate ad arco a tutto sesto, di differenti ampiezze, mentre i bassi prospetti nord e nord-ovest sono ciechi. Nel mezzo del lato sud-est è collocato l'ampio portale d'accesso principale, profondamente strombato, coronato da una lunetta ad arco a tutto sesto con cordolo centrale; lo stretto accesso secondario ad arco a tutto sesto è invece posto all'interno della facciata sud-est, accanto alla pieve.[1]
Il tetto di copertura è rivestito in lastre di pietra, culminanti al centro in una piccola croce.[5]
All'interno l'ambiente ottagonale, coperto da soffitto a capriate lignee ricostruito nel XX secolo, è oggi rivestito in conci di arenaria, ma in origine era probabilmente intonacato e dipinto; gli otto spigoli sono scanditi con semicolonne, di cui una ornata con una croce in rilievo, alternate a pilastri, tutti coronati da capitelli molto semplici, a eccezione di uno, decorato intorno al XII secolo con due sculture raffiguranti un volto e un uccello, probabili simboli degli evangelisti Matteo e Giovanni.[2]
Il semplice altare marmoreo poggia su due piedritti di reimpiego risalenti all'età longobarda, ornati con bassorilievi raffiguranti intrecci vegetali.[5]
Al centro è collocato un piccolo fonte battesimale in pietra, aggiunto nel XX secolo.[5]
Ara romana
Nel 1849 fu rinvenuta murata in una parete del battistero un'ara votiva in marmo bianco di Carrara risalente all'epoca romana, probabilmente all'età imperiale; l'oggetto, rimosso ed esposto nel museo archeologico nazionale di Parma, riporta incisa l'iscrizione "L. VIBULLIUS PONTIANUS DIANAE V.S.L.M." (Lucius VIBULLIUS PONTIANUS DIANAE Votum Solvit Libens Merito), perciò fu realizzato quale ex-voto in ringraziamento alla dea Diana da un membro della gens Vibullia.[7]
Note
^abcdBattistero di Serravalle, su turismo.comune.parma.it. URL consultato il 4 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2016).