Realista sfegatato e irriducibile, come il suo capo Georges Cadoudal, del quale era tenente, non firmò mai trattati di pace. Fedele a Luigi XVIII, non riconobbe mai il regime bonapartista. È soprattutto conosciuto per il suo ruolo di esecutore materiale durante l'attentato della rue Saint-Nicaise a Parigi, la cosiddetta "macchina infernale" di Saint-Nicaise che quasi uccise Napoleone Bonaparte, dai realisti considerato usurpatore del trono, il 24 dicembre 1800.
Morì ghigliottinato in place de Grève, a Parigi, il 20 aprile 1801, con indosso la camicia rossa dei parricidi e gridando "Per il re!". Le sue spoglie furono tumulate nel cimitero Sainte-Catherine, nel quadrato dei giustiziati. La sua sepoltura è scomparsa già da tempo.[2]