Come il fratello minore Roberto, Piero Vivarelli aderì giovanissimo alla Repubblica di Salò[1] come volontario della Xª Flottiglia MAS dopo la morte del padre nel 1942 per mano di partigiani jugoslavi, e nel dopoguerra militò per breve tempo nell'organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano. Circa la sua scelta giovanile, nel 2001 affermò: «non riesco a vergognarmene anche se capisco benissimo, guardando le cose in una distante prospettiva storica, di aver combattuto dalla parte sbagliata. Se mi riporto ad allora, tuttavia, non mi sembra di aver sbagliato affatto».[2] Dal 1949 al 1990 fu un militante del Partito Comunista Italiano.
Inoltre, nel 1959, diresse e interpretò la versione italiana del film Dai, Johnny, dai! (Go Johnny Go!), con Adriano Celentano nel ruolo di se stesso e di narratore.
Pubblicò un romanzo autobiografico, Più buio che a mezzanotte non viene, per le Edizioni dell'Oleandro.[4]
Malato di cuore, morì a Roma nel 2010.
Vita privata
Ebbe due figli, l'attore e produttore esecutivo Alessandro Vivarelli, che gli premorì nel 1996, e Oliviero Vivarelli, autore e produttore. In seconde nozze aveva sposato l'attrice Beryl Cunningham.
Tempo di jazz, un programma di Piero Vivarelli, trasmesso il 10 giugno 1959.
La coppa del jazz, torneo dei complessi jazz italiani, presentato da Brunella Tocci, testi di Piero Vivarelli, trasmessa il febbraio marzo 1960.
Libri
Più buio che a mezzanotte non viene. Neoromanzo storico, Edizioni dell'Oleandro, 1999.
Note
^abcGiuliana Rotondi, Trapassati alla storia: Piero Vivarelli, Focus Storia n. 49, novembre 2010, p. 26.
^ Piero Vivarelli, Noi ragazzi di Salò e Togliatti (XML), in l'Unità, 26 ottobre 2001. URL consultato il 22 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2016).