La sua notorietà si deve all'ambito sportivo, dove tra gli anni 70 e 80 del Novecento si rese protagonista con diversi logotipi, in special modo per il calcio e in misura minore per il nuoto, il ciclismo e la ginnastica artistica.[1] Il suo lavoro più noto[1][3] è il «Lupetto» della Roma, disegnato nel 1978, rimasto in uso come stemma sociale sino al 1997 e tuttora parte della simbologia romanista;[3] a fianco di tale marchio, negli stessi anni Gratton, tifoso giallorosso, ridisegnò l'intera identità societaria del club capitolino dando vita a un progetto grafico rimasto tra i più innovativi e apprezzati nella storia del calcio italiano.[3][4]
Dopo questa fase collaborò con Pouchain, all'epoca tra gli sponsor tecnici più presenti nel calcio italiano, per conto della quale ripensò l'identità di numerose formazioni al tempo vestite dall'azienda reatina:[3] tra queste, cosa singolare per un disegnatore di fede romanista, ci fu anche la Lazio, dove Gratton contribuì alla creazione dell'«Aquilotto» brevemente sfoggiato dai biancocelesti tra il 1979 e il 1982,[5] oltre ad Ascoli, Cesena, Palermo, Pescara, Udinese e soprattutto il Bari, per cui inventò un altro simbolo rimasto nell'immaginario sportivo nazionale, il «Galletto» obliquo adottato ininterrottamente dalla società pugliese dal 1979 al 2014.[3]
Al di fuori dello sport, si occupò di iniziative editoriali per diverse aziende quali la Esso, il Banco di Napoli, la Carispaq, la Pfizer e la Selenia-Elsag;[1] inoltre lavorò ancora per i Monopoli di Stato ideando la confezione del sigaro Toscano.[1] Svolse la sua professione di graphic designer nella società RPMG di Michelangelo Gratton anche proprietaria del brand Ability Channel, web TV sulla disabilità per il quale ideò e disegnò sia il marchio sia la mascotte Oscar.