Piazza del Duomo é la piazza principale di Prato e cuore religioso della città per la presenza della cattedrale di Santo Stefano. È il nucleo originario intorno al quale si svilupperà la città di Prato.
Storia e descrizione
Già in epoca altomedievale esisteva un borgo attorno all'allora pieve dell'abitato chiamato Borgo al Cornio (citata in un documento del 994), vicino al castello dei Conti Alberti: dalla fusione dei due nuclei nacque la città di Prato[1].
Fu grazie all'arrivo della preziosissima reliquia della Sacra Cintola che la zona ebbe un'organizzazione a piazza aperta vera e propria, per accogliere le folle di pellegrini, desiderosi di vedere la cintura della Madonna, secondo la tradizione portata in città nel 1141 dal mercante Michele Dagomari da Prato, di ritorno da Gerusalemme[1].
La forma attuale venne assunta all'incirca nel Trecento, quando venne allargata (nella ristrutturazione della piazza della pieve ne fecero le spese i Dagomari, che si videro demolito un muro adiacente al campanile dopo un lungo contenzioso: sorgevano infatti le loro case, unite a quelle dei Levaldini, là dove adesso è la sagrestia maggiore con i suoi annessi) per il crescente flusso di pellegrini, nello stesso periodo in cui venne ingrandita la cattedrale. Sullo spigolo sud ovest della chiesa venne poi installato nel Quattrocento il pulpito di Michelozzo e Donatello, dal quale si può dominare tutta la piazza a "L", durante le ostensioni pubbliche della reliquia[1].
Il fronte della piazza verso nord, da via del Corso al Vicolo dell'Opera, era occupata ai primi anni del Duecento dalle abitazioni di Bonato e di Baldanza, suo padre. Successivamente il palazzo passò prima ai Vinaccesi e poi ai Lorini Pittei, diventando quindi il Palazzo Lorini Pittei. Oggi è visibile ancora l'antica facciata in laterizi.
Sempre su questo lato, da via del Corso a via Firenzuola, era situata la prima sede del Comune e la torre della Curia, sede dei podestà e dei rettori del Comune, nominati per la prima volta in un documento del 1193. Nella Toscana del Duecento le adunanze erano infatti tenute solitamente nelle chiese o in edifici privati, spesso le residenze dei magistrati appartenenti alle famiglie più potenti.
Il palazzo all'angolo con via Firenzuola era abitato nel Quattrocento dal notaio Nicola di Bartolomeo di Nicola Brancacci (1400 ca. - 1426 ca.). La famiglia Brancacci, arricchitasi sul finire del XIV secolo con il commercio di stoffe di lana, otteneva in ser Nicola il suo primo rappresentante all’interno del prestigioso mondo del notariato.
Al centro oggi è presente una fontana detta del Pescatorello, realizzata in marmo con animali marini dominata dalla scultura di un piscatoriello, disegnata da Mariano Falcini e scolpita da Emanuele Caroni e Ulisse Cambi (1861): i pratesi l'hanno soprannominata anche Fontana del Papero per i cigni scolpiti sul bordo delle vasche[1].
Cuore della piazza, la facciata è contraddistinta dall'alternanza del marmo verde locale ad arenaria, la sua fondazione risale al VI secolo. Il pulpito esterno fu costruito da Michelozzo e decorato da Donatello, fra il 1428 e il 1438, fu creato per l'ostensione pubblica della reliquia della Sacra Cintola della Madonna.
Sorge sulla chiesa di San Giovanni Rotondo, ha assunto le sembianza attuali all'inizio del XIX secolo, è stato la sede della storica Locanda Cagiotti e poi dell'Hotel Stella d'Italia.
Di origini duecentesche è posizionato sul lato sud della piazza, è caratterizzato dalla facciata in laterizi del XIII-XIV secolo.
Curzio Malaparte e piazza Duomo
“M’affaccio alla finestra, e sporgendomi un po’ di lato, m’appare la fronte marmorea del Duomo, a strisce bianche e verdi, il Pergamo di Michelozzo e di Donatello, appeso come un nido all’angolo della facciata, e il bel campanile che servì da modello al campanile di Giotto, ma più di quello è semplice, snello, e schietto: di pietra tagliata, di buona e liscia pietra pratese” . (Da "Maledetti Toscani')