Il Piano di Londra (London Plan in inglese) è la strategia di sviluppo territoriale, scritta dal Sindaco di Londra e pubblicata dall'Autorità della Grande Londra, per l'area della Grande Londra nel Regno Unito.[1]
Il documento di pianificazione regionale è stato pubblicato in forma definitiva il 10 febbraio 2004. Oltre alle modifiche minori, è stato sostanzialmente rivisto e ripubblicato nel febbraio 2008[2] e di nuovo nel luglio 2011.[3][4] La versione del Piano di Londra pubblicata nel luglio 2011 rimarrà in vigore fino al 2031. A partire dal giugno 2012 alcune modifiche minori sono state apportate al piano per rispettare il nuovo quadro normativo nazionale di pianificazione (National Planning Policy Framework) e altri cambiamenti nella politica nazionale.
Mandato
Il piano ha sostituito la precedente guida di pianificazione strategica per Londra, emessa dal Segretario di Stato e nota come RPG3. Si trattava di un requisito del Greater London Authority Act del 1999 che il documento venisse prodotto e che si occupasse solo di questioni che sono di importanza strategica per la Grande Londra. La legge richiedeva anche che il Piano di Londra includesse nel suo campo di applicazione:
Il Piano è una strategia di sviluppo territoriale per l'area della Grande Londra e comprende sei obiettivi. A partire dalla revisione del 2011 gli obiettivi sono attualmente:
«
Garantire che Londra sia una città che soddisfi la sfida della crescita economica e demografica
Garantire che Londra sia una città competitiva a livello internazionale e di successo
Garantire che Londra sia una città con diversi, solidi, sicuri e accessibili quartieri
Garantire che Londra sia una città che incanti i sensi
Garantire che Londra sia una città che diventi una leader mondiale nel migliorare l'ambiente
Garantire che Londra sia una città dove sia facile, sicuro e conveniente per tutti accedere a posti di lavoro, opportunità e servizi»
(London Plan, 2011)
Gli obiettivi erano stati aggiornati in precedenza, nel 2008, a seguito del Greater London Authority Act del 2007:
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Ospitare la crescita di Londra all'interno dei suoi confini, senza invadere spazi aperti
Rendere Londra una città più sana e migliore per le persone che vi risiedono
Rendere Londra una città più prospera con una crescita economica forte e diversificata a lungo termine
Promuovere l'inclusione sociale e combattere la povertà e la discriminazione
Migliorare l'accessibilità di Londra
Rendere Londra un'esemplare città nella mitigazione e l'adattamento dei cambiamenti climatici e una più attraente città, ben progettata e verde»
(London Plan, 2008)
Linea politica
A partire dalla revisione del giugno 2011 del Piano di capitoli sono i seguenti:
Integrazione del trasporto e sviluppo, connettività
7
Spazi e luoghi abitativi
Formazione di luoghi, ambiente e paesaggio, inquinamento atmosferico e acustico, pianificazione delle emergenze, Blue Ribbon Network
Aree di opportunità
Il piano individua decine di "aree di opportunità", che sono aree in cui verrà concentrata la maggior parte degli sforzi, con l'obiettivo di ridurre la povertà sociale e la creazione di uno sviluppo sostenibile. Ognuna delle aree di opportunità saranno in grado di ospitare circa 5 000 posti di lavoro, o circa 2 500 case, o entrambe. Le aree di opportunità saranno per lo più i centri delle cittadine suburbane.
Ai fini del piano, Londra è divisa in cinque subregioni. Dal 2004 al 2008, le subregioni erano inizialmente le stesse aree del Learning and Skills Council istituito nel 1999.[5] All'interno di questo schema vi era una subregione Centrale separata e altre quattro intorno a questa; la parte di Londra comprendente la zona del Thames Gateway era interamente contenuto all'interno della subregione Est. Le subregioni del periodo 2004-2008 avevano ognuna un "Quadro di sviluppo subregionale (Sub-Regional Development Framework).[6]
Le subregioni sono state riviste nel febbraio del 2008 nell'ambito delle ulteriori modifiche al Piano di Londra; ciascuna di queste subregioni s'irradiavano dal centro, comprendendo borghi dell'Inner London e dell'Outer London.[7]
Le subregioni del periodo 2008-2011, avevano ognuna il proprio "Quadro subregionale di attuazione" (Sub Regional Implementation Framework).[8] Nel 2011 le subregioni sono state riviste nuovamente, reintroducendo una subregione Centrale, più piccola rispetto alla subregione del 2004, e restituendo tutta la parte londinese del Thames Gateway all'interno della subregione Est. Le subregioni introdotte nel 2011 vengono utilizzate per monitoraggi statutari e l'allocazione delle risorse.[8] Durante queste revisioni è stato un separatamente definita Zona di attività Centrale (Central Activities Zone) comprendente le aree con una elevata concentrazione di attività metropolitane.
Aree d'attività
Tutte le aree di attività sono categorizzati in due centri internazionali, dodici centri metropolitani, 35 centri maggiori e più di 150 centri distrettuali. Oltre 1 200 quartieri minori e centri locali sono identificati nel Piano di Londra.
Vi sono state una serie di modifiche al Piano di Londra che sono state apportate a partire dalla prima versione del febbraio 2004. Le prime modifiche furono fatte apportate avendo come obiettivi la disponibilità di abitazioni, rifiuti e risorse minerali. Ulteriori modifiche al piano prevedevano l'inclusione di punti quali il cambiamento climatico; Londra quale una città globale; l'economia londinese; alloggi abitativi; lotta contro l'esclusione sociale; trasporti; geografia di Londra, le subregioni e regioni interne; sobborghi di Londra; vivibilità (compresa la sicurezza e spazi aperti); e Giochi Olimpici e Paraolimpici del 2012.
Il sindaco ha ottenuto nuovi poteri statutari a seguito del Greater London Authority Act del 2007. A seguito del cambio del sindaco nel 2008, una nuova revisione è stata avviata nel luglio del 2008 e una nuova versione del Piano di Londra è stata pubblicata nel luglio del 2011. Nel giugno del 2011 sono state effettuate modifiche per conformarsi pienamente con la Quadro della politica di pianificazione nazionale (National Planning Policy Framework).
Nel 2013 il sindaco di Londra, Boris Johnson, ha proposto modifiche minori del Piano di Londra che avevano come obiettivo di evitare ai borghi londinesi di fissare tetti agli affitti di edifici popolari o strutture per lo sviluppo locale di obiettivi per le case in affitto a prezzi accessibili.[9] Le modifiche sono state approvate con un voto da parte dell'Assemblea di Londra nel mese di settembre del 2013.[10]