Paralepista flaccida (Sowerby) Vizzini, 2012[1] è un fungo commestibile abbastanza apprezzato, conosciuto ai più con il binomio obsoleto di Clitocybe inversa.
Etimologia
Dal latinoinversus = "invertito", perché il cappello possiede margine involuto.
Descrizione
Cappello
A forma di imbuto, con il margine spesso involuto, depresso al centro.
Superficie liscia, color rosso-mattone che schiarisce in età avanzata divenendo aranciata e talvolta giallo-sporco. Di consistenza elastica.
Lamelle
Decorrenti, fitte, biancastre, giallo-sporco per via della sporata.
Gambo
Corto, di forma più o meno irregolare, concolore al cappello.
Carne
Bianco-sporca tendente al nocciola; consistente, poi elastica, infine molle.
Odore: fruttato ed acidulo, particolare, piuttosto complesso; a volte ricorda un po' il formaggio.
Bianco-crema in massa, ellissoidali, rugose; 4-5 x 3 µm.
Distribuzione e habitat
Gregario, molto comune, autunno, nei boschi di latifoglie ma anche di conifere, su terreni umidi e ricchi di humus. Forma sul terreno i cosiddetti "cerchi delle streghe" oppure lunghe linee simili a quelle della Lepista nebularis.
Commestibilità
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Discreta negli esemplari più vecchi e molli, buona negli esemplari giovani e di consistenza elastica. Migliori i carpofori che crescono sotto aghifoglie.
Dai più inesperti viene a volte confuso con alcune forme giganti di Cantharellus cibarius, che però possiede carne di colore giallo chiaro e "pseudo-lamelle".