Il territorio parediense fu certamente abitato da romani, come testimoniato da un corredo funebre del I secolo a.C. riportato alla luce nei pressi di quello che - fino al 2014 - era il confine con Drezzo.[4]
La prima menzione storica di Parè si ha nel contesto degli Statuti di Como del 1335, che elencano "Parede" tra i comuni incaricati alla manutenzione della strada "de Cardevio a platea que est ad domos quondam Alberti Zanforgi usque ad Sassum de Cardevio […]".[5]
Il Liber consulum civitatis Novocomi, che include i giuramenti prestati dai consoli del comune dal 1510 al 1540 confermano che la terra di Parè faceva parte della pieve di Uggiate[5].
Già proprietà degli Umiliati, nel 1571 il territorio di Parè fu venduto alla famiglia degli Odescalchi[6].[7]
Nel 1652, il comune di Parè ottenne la redenzione dallo Stato di Milano, per la quale ogni quindici anni era tenuto a pagare una cospicua somma in denaro per l'avvenuto riscatto[5].
Nel "Compartimento territoriale specificante le cassine" del 1751, all'interno del territorio Parè si trovavano i cassinaggi di Cassina della Valle, Oreghello, Rossedo, Lora, Molino del Vajo e Bernaschina[5]. In seguito alla "Riforma al governo della città e contado di Como" da parte del Ducato di Milano, Parè e le comunità della pieve di Uggiate entrarono a far parte del Territorio civile della città di Como[5].
Nel 1777Maria Teresa d'Austria concesse il comune in feudo al cittadino comasco Carlo Rossini de' Bononi (o Bonomi[8] o de' Bonomi[9]). Quando poi la Lombardia austriaca fu divisa in province, il comune di Parè fu confermato all'interno della pieve di Uggiate e della Provincia di Como[5].
In età napoleonica il comune di Parè fu soppresso e unito a quello di Gironico, al quale furono aggregati anche quelli di Drezzo e di Montano. Questa unione durò sino al 1816 quando fu ripristinata la situazione precedente.
Nel 1891 il Ministero dell'Interno respinse una proposta di accorpare la località di Bernaschina al territorio comunale di Camnago.[10]
Nel 1928 i comuni di Parè, Drezzo e Cavallasca furono fusi in un unico comune, denominato Lieto Colle (nome che sembrerebbe essere stato suggerito da Margherita Sarfatti, ai tempi amante di Mussolini e proprietaria della villa del Soldo a Cavallasca). La sede del municipio di Lieto Colle era a Parè. Nonostante le rassicurazioni dei podestà di Cavallasca e Drezzo rispetto al beneplacito della popolazione, dopo la Liberazione emerse subito il malcontento degli abitanti per l'unione; fu così che, nel 1956, il comune di Lieto Colle fu soppresso, ricostituendo i tre comuni originari.[9]
Stemma dell'ex comune
Gonfalone dell'ex comune
Il 21 gennaio 2014, i comuni di Drezzo, Gironico e Parè sono stati aggregati nel nuovo comune di Colverde, in seguito all'esito positivo del referendum consultivo tenutosi il 1º dicembre 2013.
Simboli
«Troncato: il primo, di azzurro, al ramoscello di gelso di verde, fogliato di sei dello stesso, fruttato di cinque di nero, posto in fascia, reciso a destra; il secondo, di argento, al portale di ingresso della villa Odescalchi in Parè di rosso, in tre scomparti, visti il centrale di fronte, i laterali in prospettiva, con tre aperture ad arco del campo, fondato sulla pianura di verde. Ornamenti esteriori da Comune.»
Lo stemma e il gonfalone del Comune di Parè erano stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 18 gennaio 2006.[11]
La chiesa di San Giovanni Battista[12] fu costruita agli inizi del XVII secolo, al posto di una precedente cappella già alle dipendenze della pieve di Uggiate[6].[9] La chiesa fu elevata alla dignità di parrocchiale nel 1624,[6][13] anche se la più antica menzione storica della parrocchia di Parè si trova in un documento anteriore, datato 1515.[14] Al suo interno, la chiesa contiene affreschi del Seicento e una tela raffigurante la Madonna del Buon Consiglio di Genazzano - donata nello stesso secolo dagli Odescalchi[15] - verso la quale il paese nutre una forte devozione. La tela è conservata nella prima cappella di destra, situata di fronte alla cappella del fonte battesimale. Altre due cappelle laterali si trovano ai piedi del presbiterio; di queste ultime, la cappella di sinistra è dedicata alla famiglia di Innocenzo XI. La pala dell'altare maggiore raffigura una Natività di San Giovanni Battista. Nel 1946 la chiesa fu restaurata (la decorazione fu affidata ai fratelli Conconi) e riconsacrata. Il 10 gennaio 2010 con la presa di possesso del nuovo parroco, don Sergio Bianchi, nasce la Comunità Pastorale di Parè e Drezzo.
In seguito, la villa appartenne dapprima ai Raimondi,[18][19] poi ai Ricignolo[18] (o Riccignolo[19]) e, infine, ai Cetti[N 2][19], prima di essere frazionata in più unità immobiliari[19].
Il portale del palazzo, con la sua incompiuta[18]esedra[20] scenografica,[21] era raffigurato sul vecchio stemma comunale di Parè.
L'esedra introduce un giardino, chiuso a nord-ovest da un primo corpo di fabbrica a due piani[22] nel quale si apre un portale barocco. Un secondo e più alto corpo di fabbrica, dotato di impianto ad "L", si trova alle spalle del precedente. I due corpi sono disposti in maniera tale da formare una "U" rivolta verso sud-ovest, la quale racchiude un cortile. Sul lato occidentale del cortile, un porticato introduce a uno scalone posizionato all'interno del secondo corpo di fabbrica, in prossimità dell'angolo formato dai due bracci della "L"[18].
Villa Salvioni
Lungo la strada che collega Parè e Cavallasca si trova Villa Salvioni. La villa è disposta ai piedi di un terrazzamento che, da immagini risalenti agli anni 1920, risultava essere ricco di vigneti.[4]
Nella proprietà di Villa Salvioni rientrano anche la cosiddetta "area umida" di Parè (inserita nel Parco regionale Spina Verde) e l'antico acquedotto della località Rossee[19].
Di un passato di tradizione agricola, che per qualche tempo diede a Parè una certa notorietà per la produzione di vino bianco, rimangono alcune attività florovivaistiche[19] e poco altro. Nonostante sul territorio siano presenti alcune attività artigianali e un'industria tessile, numerosi sono i pendolari che convergono su Como, così come i frontalieri.[28]
Amministrazione
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Curiosità
Il 21 novembre 2010 il giovane Saverio Di Giacomo ha compiuto l'impresa di attraversare l'Italia a piedi.
Il ragazzo è partito da Parè per arrivare a Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa il 3 gennaio 2011 percorrendo circa 1.600 km per far visita alla tomba del nonno.[29].
Note
Annotazioni
^Per il dialetto comasco, si utilizza l'ortografia ticinese, introdotta a partire dal 1969 dall'associazione culturale Famiglia Comasca nei vocabolari, nei documenti e nella produzione letteraria.
^ motivo per cui, all'inizio degli anni Duemila, la villa risultava nota anche come "palazzo Cetti"
Fonti
^Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
Santino Langè, Ville delle province di Como, Sondrio e Varese, a cura di Pier Fausto Bagatti Valsecchi, Vol. Lombardia 2, Milano, Edizioni SISAR, 1968.
Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow, Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991.
Annalisa Borghese, Parè, in Il territorio lariano e i suoi comuni, Milano, Editoriale del Drago, 1992, p. 356.
Touring Club Italiano (a cura di), Guida d'Italia - Lombardia (esclusa Milano), Milano, Touring Editore, 1999, ISBN88-365-1325-5.