Orazio Gavioli nacque a Potenza il 3 dicembre 1934, ricevendo il nome del nonno chirurgo e botanico. Dopo gli studi presso il locale liceo classico Quinto Orazio Flacco, si trasferì all'Università di Roma per gli studi di medicina, secondo la tradizione familiare, contemporaneamente iniziando le prime collaborazioni giornalistiche. Entro pochi anni, anche in seguito alla prematura morte del padre, avvenuta quando Orazio aveva poco più di ventidue anni, lasciò l'università per il giornalismo a tempo pieno[1][2].
Giornalista dello spettacolo e collaboratore in Rai
Le sue peculiari capacità e competenze trovarono forse la migliore espressione prendendo parte al gruppo dei fondatori del quotidiano la Repubblica[4]. Fin dal primo numero, uscito il 14 gennaio 1976, ne curò le pagine dello spettacolo, che poi diresse per oltre vent'anni.
«Collaboratore e amico di uomini del calibro di Maurizio Scaparro, Maurizio Costanzo, Corrado Augias, Eugenio Scalfari e molti altri, è ricordato per aver fondato un nuovo tipo di giornalismo culturale, divenuto modello per tutti i suoi contemporanei. Allievi e colleghi lo ricordano per la sua attenzione particolare per ogni novità che apparisse sul palcoscenico o sul grande schermo, per i suoi commenti (tradotti anche all’estero) alle Mostre del Cinema di Cannes e di Venezia, e per la sua capacità di tracciare una linea editoriale coerente e originale che abbracciasse musica, televisione, cinema e teatro in tutte le loro forme e in tutte le loro avanguardie[1][5]»
Eugenio Scalfari ne sottolineò l'amplissima competenza e la discrezione di modi, attestando che, sotto la direzione di Gavioli,
«gli spettacoli diventarono uno dei settori portanti di Repubblica. Oso dire che in nessun quotidiano italiano quella sezione di lavoro ha avuto, rispetto all'insieme, il peso culturale e l'autorevolezza che ha avuto da noi[6]»
Nel 1989 fece parte della giuria del festival Annecy cinéma italien. Nel 1994 ricevette il Premio Domenico Meccoli "Scriveredicinema"[1][7].
Morte e ricordo
I funerali si tennero a Potenza, nella chiesa di San Michele[6]. L'articolo in sua memoria, sul suo quotidiano, fu scritto dal suo direttore Eugenio Scalfari[6]. Nelle settimane successive alcune occasioni furono dedicate al suo ricordo dai colleghi[8].
A vent'anni dalla scomparsa è stato commemorato nella città natale, della quale era stato anche animatore culturale negli anni cinquanta[9][10][11][12].
I due nemici, Milano, Longanesi & C, 1961 (il romanzo è ridotto dalla sceneggiatura del film omonimo);
Storia di un tiranno. Radiografia analitica di uno dei più discussi protagonisti della cultura italiana di questi anni: il regista teatrale, Roma, Nuove edizioni romane, 1973; con Corrado Augias [Estratto da: «L'Espresso colore», n. 48 (2 dicembre 1973)];
Tante storie sulla città, a cura di Orazio Gavioli e Carlo Ciavoni, s.l., Caradossi, 1991.
^Brevi, in la Repubblica, 11 novembre 1997. URL consultato l'8 luglio 2018.; Dibattiti, in la Repubblica, 8 dicembre 1997. URL consultato l'8 luglio 2018.
Paolo D'Agostini, Ricordo di Orazio Gavioli, in la Repubblica, 19 ottobre 2010. URL consultato il 5 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2018).
Rocco Brancati, Orazio Aurelio Gavioli - giornalista, su SiderurgicaTV. Web magazine di video, immagini e altra comunicazione, 31 dicembre 2017. URL consultato il 5 luglio 2018.
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