Oratorio dell'Arciconfraternita della Misericordia

Oratorio dell'Arciconfraterniata della Misericordia
L'interno
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneToscana
LocalitàSiena
Coordinate43°19′04.81″N 11°20′03.43″E
Religionecattolica di rito romano
TitolareAntonio abate
Arcidiocesi Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino
Completamento1838
Sito webwww.misericordiadisiena.it/

L'oratorio dell'Arciconfraternita della Misericordia è una piccola chiesa di Siena, situato in via del Porrione.

Storia e descrizione

La sede attuale fu ricavata tra il 1836 e il 1838 unendo gli oratori di Sant'Antonio Abate (appartenente alla compagnia fondata verso il 1250 dal beato Andrea Gallerani) e della Madonna della Stella. Ancora oggi è l'oratorio della Confraternita della Misericordia di Siena, che ha sede nello stesso sito in via del Porrione a Siena.

All'entrata della chiesa si conservano un Angelo annunziante e una Vergine annunziata, statue policrome dello scultore tardo cinquecentesco Domenico Cafaggi, già attribuite al Marrina. Il Sant'Antonio abate leigneo è invece attribuito a Giovanni di Turino.

Sull'altare maggiore un trittico con la Madonna con il Bambino, sant'Antonio Abate e san Paolo apostolo opera giovanile di Girolamo del Pacchia (inizio del XVI secolo).

Sulle pareti della chiesa sette lunette con Storie di sant'Antonio Abate eseguite tra la fine del Cinquecento e i primi anni del Seicento da un'équipe dei principali pittori senesi: Alessandro Casolani, Francesco Vanni, Pietro Sorri, Rutilio Manetti, Sebastiano Folli.

Il 17 gennaio di ogni anno vengono benedetti nella chiesa i mangimi e gli animali, di cui Sant'Antonio Abate è protettore.

Nell'atrio che precede la chiesa sono esposte tre lettighe usate dall'Arciconfraternita all'inizio del XX secolo.

Al primo piano, nella sala del Consiglio dell'arciconfraternita, testate di bara dipinte da Guidoccio Cozzarelli e Domenico Beccafumi e un Ritratto di Bartolomeo Carosi di Pietro Sorri.

Bibliografia

  • Toscana. Guida d'Italia (Guida rossa), Touring Club Italiano, Milano 2003, p. 536.

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