L'obelisco, formato da cinque blocchi sovrapposti, in granito rosso di Assuan; è di dimensioni piccole e risale all'epoca di Hofra o Apries (ventiseiesima dinastia, 558-568 a.C.). Venne portato a Roma verso il 90 d.C., quando si trovava nella città egizia di Sais[1]. Fu abbattuto sotto l'imperatore Teodosio I[1], in seguito all'abolizione dei culti pagani. A Roma si suppone che venne collocato nel Tempio di Iside al Campo Marzio, dal momento che fu rinvenuto in quell'area[1]. Verso il 1737[2] fu rinvenuto e ricomposto, secondo il volere del cardinal Annibale Albani, che poi volle donarlo alla città di Urbino, come celebrazione del pontificato di Clemente XI e del rinnovamento del tessuto urbano voluto dalla famiglia Albani.
B. Ligi, Uomini illustri e benemeriti di Urbino - attraverso le iscrizioni della Città. Frammenti di storia urbinate, Urbania, Scuola tipografica "Bramante", 1968, pp. 16-19.
M. Luni, Gli Albani e la cultura antiquaria a Urbino nel XVIII secolo, in G. Cucco (a cura di), Papa Albani e le arti a Urbino e a Roma 1700-1721, Venezia, Marsilio, 2001, p. 78, ISBN88-317-7862-5.