Non c'è pace per Basile

Non c'è pace per Basile
Titolo originalePas de repos pour les braves
Lingua originalefrancese
Paese di produzioneFrancia, Austria
Anno2003
Durata104 min
Rapporto1,85:1
Generegrottesco
RegiaAlain Guiraudie
SceneggiaturaAlain Guiraudie, Frédéric Videau
ProduttoreNathalie Eybrard, Jean-Philippe Labadie
Casa di produzionePaulo Films, Amour Fou Filmproduktion, ARTE France Cinéma
Distribuzione in italianoSharada Distribuzione
FotografiaAntoine Héberlé
MontaggioPierre Molin
MusicheTeppaz et Naz
ScenografiaÉric Moulard
CostumiKarine Vintache
TruccoMichel Vautier
Interpreti e personaggi
  • Thomas Suire: Basile / Hector
  • Thomas Blanchard: Igor
  • Laurent Soffiati: Johnny Got
  • Vincent Martin: Bodowski
  • Pierre-Maurice Nouvel: Sorano
  • Roger Guidone: Roger
  • Nicole Huc: Lydie
  • Jean-Claude Baudracco: Dédé
  • Bruno Izarn: Daniel
  • Jacques Mestres: Jean-Luc
  • Serge Ribes: Jack
  • Jérôme Mancet: Franck
  • Valérie Pangrazzi: Annie
  • Marie-Pierre Nešković: Julie
  • Jeanne Delavenay: mamma di Basile
  • Catherine Tolosa: Danielle

Non c'è pace per Basile (Pas de repos pour les braves) è un film del 2003 scritto e diretto da Alain Guiraudie, al suo primo lungometraggio.

Trama

Il giovane Basile riceve in sogno la visita del misterioso Faftao-Laoupo, che gli preannuncia che morirà la prossima volta che si addormenterà. A Basile si uniscono il coetaneo Igor e il giornalista Johnny Got, interessati alla sua storia.

Produzione

Il film è stato girato in otto settimane con un budget di oltre 2 milioni di euro.[1]

Distribuzione

Il film è stato presentato in anteprima il 20 maggio 2003 alla Quinzaine des réalisateurs del 56º Festival di Cannes,[2] venendo dunque distribuito nelle sale cinematografiche francesi a partire dal 12 novembre dello stesso anno.[3] È stato poi distribuito nelle sale cinematografiche italiane da Sharada Distribuzione a partire dal 27 ottobre 2005.[3]

Accoglienza

Il film è stato un flop,[1] totalizzando 13 709 spettatori al botteghino francese,[3] meno del precedente film del regista, Ce vieux rêve qui bouge (2001), che era un mediometraggio.[1] Anche la critica si è mostrata tiepida,[1] ad eccezione di Gérard Lefort di Libération, che l'ha stroncato senza appello, lamentandone la disomogeneità e l'essere chiuso nei propri tic nonostante l'etichetta di "cinema libero".[1][2] Guiraudie due anni dopo avrebbe ammesso che si trattava di critiche fondate, dichiarando: «lì per lì stai male, ma poi ti rendi conto che hanno ragione [...] Questa libertà decantata da tutti al tempo di Ce vieux rêve qui bouge, cosa ne ho fatto? [...] Ho deluso l'industria e la critica. Ma da parte del mio entourage o della critica, non ci sono state critiche costruttive che me lo facessero notare prima. Venivo trattato coi guanti».[1]

Note

  1. ^ a b c d e f (FR) Philippe Azoury, Alain Guiraudie: dans le maquis, in Les Inrockuptibles, 13 luglio 2005. URL consultato il 15 dicembre 2024.
  2. ^ a b (FR) Gérard Lefort, Guiraudie fait dans l'art et déchets, in Libération, 21 maggio 2003. URL consultato il 15 dicembre 2024 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2021).
  3. ^ a b c (EN) Pas de repos pour les braves (2003), su lumiere.obs.coe.int, Osservatorio europeo dell'audiovisivo. URL consultato il 15 dicembre 2024.

Collegamenti esterni

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