Dati gli scarsi scavi archeologici di Aleppo, la conoscenza questo re proviene principalmente dalle tavolette scoperte ad Alalakh.[1] La sua esistenza è confermata da un certo numero di tavolette con iscritto il suo sigillo.[2]
Yarim-Lim, re di Alalakh, zio di Yarim-Lim II e vassallo di Yamhad, morì durante il regno di Niqmi-Epuh, e gli succedette il figlio Ammitakum,[3] che iniziò ad asserire la semi-indipendenza di Alalakh.[4]
Le tavolette menzionano lo status votivo di Niqmi-Epuh, che si era offerto come fedele al dio Hadad e lo pose nel Tempio della divinità stessa.[5] La tavoletta AlT*11 informa del suo ritorno da Nishin, un posto prima ignoto ma certamente dentro il territorio di Yamhad, dato che la tavoletta sembra riferire a un viaggio e non ad una campagna militare.[6]
L'atto più noto di Niqmi-Epuh fu comunque la conquista di Arazik, vicino a Charchemish,[7] la cui caduta fu importante al punto di essere adatto per la datazione di diversi casi legali.[8]
Sigillo di Niqmi-Epuh
Il sigillo di Niqmi-Epuh include il suo nome scritto in iscrizioni cuneiformi. Il re è ritratto con addosso una corona, e di fronte a due dee, una in vesti siriane, e l'altra in vesti babilonesi.[9]
Morte e successione
Niqmi-Epuh morì nel 1675 a.C. circa. Sembra aver avuto non pochi figli, di cui il successore (immediato) fu Irkabtum, seguito dal principe Abba-El,[10] e possibilmente Yarim-Lim III.[11]Hammurabi III, l'ultimo re prima della conquista ittita, sarebbe stato anche lui suo figlio.[12]