Monet, nel suo giardino, abbandona il contatto con la contemporaneità. Da giovane era stato felice di dipingere vedute cittadine, ma ora sembra rifuggire il chiasso e il brulicare della metropoli. Ciò che dipinge ora è fermo. Tuttavia egli coglie lo scorrere del tempo sui fiori inerti, rappresentandoli nel loro sfiorire e rifiorire. Questo senso di transitorietà è espresso nelle sue lettere:
«Nell'aria ritrovo un colore che avevo scoperto ieri e abbozzo su una delle tele: immediatamente il dipinto mi viene dato, e io cerco di fissarlo il più svelto possibile, in modo definitivo; ma di solito scompare quasi subito per lasciare il posto a un colore diverso, già registrato giorni prima in un'altra tela che mi viene messa davanti immediatamente. E si continua così per tutta la giornata.»
La solitudine in cui si chiude Monet negli anni tardi è seguita da un generale silenzio della critica sulla sua opera. Il pittore continua la sua ricerca, ma oramai la scena artistica parigina è costellata di nuovi talenti che attirano maggiormente l'attenzione dei critici.