I mucchi di fieno o I covoni(Les Meules) è il titolo di una serie di quadri impressionisti dipinti da Claude Monet. Il nome si riferisce in termine stretto, ai venticinque dipinti (W1266-1290, secondo la numerazione adottata da Daniel Wildenstein nel suo catalogo ragionato delle opere di Claude Monet) iniziati dopo il raccolto di fine estate 1890 e continuato fino ai primi mesi del 1891. La serie ha per oggetto principale dei covoni di grano che si trovavano in un campo vicino alla casa dell'artista a Giverny, nell'Eure, in Normandia.
La particolarità di questa serie è quella di ripetere lo stesso modello per mostrare i diversi effetti della luce e dell'atmosfera col passare dei giorni, delle stagioni, e delle condizioni meteorologiche, ma anche al variare dell'ambiente circostante e delle prospettive. Quindici di questi venticinque dipinti sono stati presentati al pubblico per la prima volta, in una mostra organizzata dalla galleria di Parigi Paul Durand-Ruel, dal 5 al 20 maggio 1891; ciò fa sì che si possa considerare questa serie come la prima realmente progettata e pensata come tale da Monet.
Il motivo dei covoni a Giverny nell'opera di Claude Monet
Monet si trasferì a Giverny alla fine dell'aprile 1883[1]. Da allora il tema della campagna circostante divenne uno delle sue costanti iconografiche. Tra il 1883 ed il 1888 dipinse diverse tele con il motivo dei covoni: tre nel 1884 (Covoni, effetto di sera, Covoni, sole velato, Covoni a Giverny, W900-902), tre altri nel 1885 (Covoni a Giverny, Prato à Giverny, W993-994, Il mucchio di fieno, W995), due ancora nel 1886 (Il mucchio di fieno, Vista di Giverny, W1073-1074).
Ma questi quadri non possono essere ancora considerati una serie come avverrà invece successivamente, nel periodo 1890-1891.
Prima bozza della serie dei Covoni nella stagione 1888-1889
La prima volta, in cui Monet erigerà i covoni di grano come soggetto principale di una serie di cinque dipinti nella stagione 1888-1889. I primi tre (W1213-1215) presentano, in un campo mietuto, due covoni allineati fianco a fianco, quello di destra molto più alto rispetto a quello di sinistra, mentre sullo sfondo si notano alcune case di Giverny. Per gli altri due (W1216-17), Monet si girò verso sinistra, e scelse di rappresentare solo un covone, mentre sullo sfondo spiccano i pioppi[2]. Tuttavia, il maltempo e problemi di salute lo costrinsero a fermarsi[3].
La serie dei Covoni della stagione 1890-1891
Solo due anni più tardi, dopo il raccolto del 1890, Monet tornò ai mucchi di grano o fieno. L'inizio è attestata dalla lettera del 7 OTTOBRE 1890 inviata a Gustave Geffroy[4].
Interpretazione
Il motivo dei covoni di grano non è nuovo nella pittura. Jean-François Millet per esempio li rappresenta dietro le spigolatrici[5] (1857), o dietro un gregge di pecore in Covoni: Autunno[6] (verso il 1874).
Questa è anche la simbologia legata ai poteri della natura che hanno colpito i contemporanei di Monet e li hanno portati ad ammirare la serie dei Covoni; soprattutto in questo contesto di realismo rurale, il covone è sufficiente a designare, per metonimia, i raccolti, e, per le spigolatrici, i contadini ricchi opposti alla durezza della condizione delle donne in primo piano.
^Venduto all’asta da Sotheby's (Londra) per la somma di 10.123.000 £ nel 2001.
Bibliografia
Monografie su Monet o sull'impressionismo
(FR) Marianne Alphant, Une vie dans le paysage, in Claude Monet, collana Bibliothèque Hazan, Paris, Hazan, 2010, pp. 482-503 (chapitre XXVIII, « Des meules, des peupliers »), ISBN978-2-7541-0449-4.
(FR) Jean Clay, Comprendre l'impressionnisme, Paris, Chêne, 1984, pp. 84-85 (consacrées aux variations de cadrage des Meules), ISBN978-2-85108-342-5.
(FR) Karin Sagner-Düchting, Une fête pour les yeux, in Claude Monet 1840-1926, Cologne, Taschen, 1990, pp. 158-161 (consacrées à la série des Meules de 1890-91), ISBN978-3-8228-7082-2.
(FR) Daniel Wildenstein, Monet ou le triomphe de l'impressionnisme, Cologne, Taschen, 2010, pp. 244-247 (« Les premières Meules ») e pag. 273-275 (« Variations sur un thème, les Meules »), ISBN978-3-8365-2322-6.
(FR) Daniel Wildenstein, Monet ou le triomphe de l'impressionnisme. Catalogue raisonné - Werkverzeichnis Nos. 969–1595, vol. 3, Taschen/Wildenstein Institute, 1996, ISBN978-3-8365-2322-6.
Cataloghi
(FR) Guy Cogeval, Sylvie Patin, Sylvie Patry, Anne Roquebert e Richard Thomson, Catalogue d’exposition (Paris, Grand Palais, 22 septembre 2010 – 24 janvier 2011), in Claude Monet 1840-1926, Paris, RMN/Musée d’Orsay, 2010, pp. 260-268, Sylvie Patin, « Répétitions et séries » et pag. 32-47., Richard Thomson, « Un naturalisme d’émotivité, 1881-1891 »|isbn = 978-2-7118-5687-9
Testimonianze storiche su Monet e sui Covoni
(FR) Willem Gertrud Cornelis Bijvanck, Sensations de littérature et d'art, in Un Hollandais à Paris en 1891, Paris, Perrin, 1892, pp. 175-178 (« Une impression »). URL consultato il 7 aprile 2012.