Lo si vede attivo già dal 1720 fino al 1760 alla Certosa con il Vaccaro, completando il registro superiore della facciata e realizzando il pregevole refettorio con l'esecuzione dei lavori dei capomastri i fratelli Cimafonte. Per il Tagliacozzi Canale, l'esperienza della Certosa rappresenta sia il laboratorio, sia come luogo della gavetta giovanile; infatti fu allievo dello zio Andrea che fu operativo presso il complesso dal 1670. Tra il 1728 e il 1730 è attivo presso il cantiere della chiesa del complesso di Santa Maria di Materdei nel quale ritornerà anche nel 1735 e completò anche la decorazione della chiesa di Santa Maria Egiziaca a Forcella.
Ma già dagli anni trenta del XVIII secolo la sua attività è più prolifica come testimoniano alcune ricevute di pagamento del Banco dello Spirito Santo: nel 1729 in qualità di ingegnere della Santa casa dello Spirito Santo apprezza opere in legno del falegname Luca Romano; due anni dopo nella stessa fabbrica, in qualità di ingegnere ordinario, dirige i lavori per la nuova casa congregazionale accanto alla loro chiesa; tra il 1732 e il 1733 il Tagliacozzi Canale dirige i lavori per una decorazione in stucco presso il casino di Antonio Montuori a Posillipo e dirige anche alcuni lavori di restauro nella stessa abitazione; nel 1733 è anche attivo presso la chiesa di Sant'Antonio a Tarsia con il restauro delle case del monastero; nel 1734 eseguì alcuni disegni di stucchi per la tribuna della chiesa di Santa Brigida; nel 1735 progetta porte, finestre e balconi e il portone presso l'abitazione di un certo Aniello Fontana in via San Tommaso d'Aquino e opere di falegnameria nella chiesa di Santa Maria della Concordia.
Nell'anno 1736 divenne architetto regio con la cura delle proprietà reali nello stato pontificio, inoltre fu anche scenografo di corte nel quale progetta dal 1734 con la pianta della cuccagna da realizzarsi durante l'ingresso di Carlo III di Spagna, nei successivi anni è affiancato alla progettazione di apparati effimeri dal Sanfelice. Nel 1738 entrambe si occupano dell'apparato da festa da realizzarsi in Piazza di Spagna per le nozze di Carlo III di Spagna e Maria Amalia di Sassonia e con lo stesso architetto collabora nuovamente l'anno successivo per creare un'ulteriore macchina da festa per il matrimonio di Filippo I di Parma, fratello del re. Tra il 1732 e il 1738 risale la ristrutturazione di palazzo Mastelloni e palazzo Trabucco.