Nicola Lombardi (Mileto, 20 dicembre 1870 – Catanzaro, 29 gennaio 1952) è stato un avvocato, politico e giornalista italiano.
Biografia
Laureato in giurisprudenza si stabilisce a Catanzaro, dove esercita la professione di avvocato penalista. Di tendenze socialiste, iscritto al Partito fin dalla fondazione, è un massone affiliato alla loggia "Tommaso Campanella" del Grande Oriente d'Italia[1], di Rito scozzese e come tale si distingue in tutta la Calabria come l'"avvocato degli umili".[2] Ha diretto i quotidiani Cronaca dei dibattimenti e La giostra ed è stato consigliere comunale di Catanzaro e consigliere provinciale di Catanzaro per il mandamento di Mileto. Nel 1913 aderisce ad un comitato interpartitico denominato "Fascio giovanile interventista", in gran parte composto da studenti medi e liceali e che pubblica il settimanale La Guerra, mantenendo fede all'impegno negli anni della prima guerra mondiale.[3] Eletto deputato per la prima volta nello stesso anno ha rappresentato in parlamento la Calabria con ampi suffragi e si è particolarmente dedicato al problema dei lavori pubblici nella regione fino al 1926, quando viene dichiarato decaduto come secessionista dell'Aventino. Tornato a vita privata e alla professione di avvocato, seppure controllato dalla polizia, riprende l'attività politica nel luglio 1943, dopo lo sbarco americano in Sicilia.
Sottosegretario alla giustizia nel secondo governo Badoglio, viene chiamato a far parte nel settembre 1945 della Consulta nazionale. Candidato, ma non viene eletto, nel giugno 1946 all'Assemblea costituente, ciò che gli vale l'esclusione dalla nomina di senatore nel 1948.
Note
- ^ Luca Irwin Fragale, La Massoneria nel Parlamento. Primo novecento e Fascismo, Morlacchi Editore, 2021, p. 464.
- ^ Camera dei deputati. Commemorazione del 29 gennaio 1952.
- ^ Cordova. Massoneria in Calabria.
Bibliografia
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