«Mort Garson vanta uno dei repertori più singolari e sinceri della musica popolare, che spazia dalla easy listening a influenze occulte di space age pop elettronico.[2]»
Dopo aver abbandonato la carriera militare, Garson lavorò come turnista: attività durante la quale imparò a comporre musica e a suonare il pianoforte. Nel 1957 co-scrisse, assieme Tom Glazer, il brano Dynamite di Brenda Lee,[3] e compose Theme for a Dream di Cliff Richard nel 1961.[4] Due anni più tardi compose Our Day Will Come, realizzato con Bob Hilliard ed attribuito ai Ruby & the Romantics. Sempre con Hiliard, comporrà molti anni dopo, dei brani per il film Shag (1989).
Alla fine degli anni sessanta, Garson divenne uno dei primi arrangiatori e compositori ad adoperare il Moog: strumento onnipresente nei suoi album. Uno dei suoi primi album, The Zodiac: Cosmic Sounds del 1967, include brani elettronici narrati e dedicati ai segni zodiacali. Garson avrebbe deciso di adottare il sintetizzatore Moog soltanto dopo aver fatto la conoscenza del suo omonimo inventore, che gli presentò lo strumento.[6] L'album ebbe fra gli ospiti Paul Beaver del duo Beaver & Krause e il cantautore Cyrus Faryar.
Altri album suonati con un Moog includono Electronic Hair Pieces, contenente alcune cover tratte dal musical Hair, e The Wozard of Iz. Quest'ultimo, un'opera satirica ispirata al film Il mago di Oz, vide fra gli ospiti Bernie Krause, Jacques Wilson, e Suzie Jane Hokom, che presta la voce alla protagonista Dorothy.[2] In seguito al successo di Zodiac, Garson decise di comporre altri dodici album dedicati ciascuno ad un segno zodiacale. Ognuno di essi presenta forti sonorità elettroniche.
Nel 1971 compose Black Mass ("messa nera"), una pubblicazione interamente strumentale, pubblicata con lo pseudonimo Lucifer, arrangiata nuovamente con un sintetizzatore Moog. Jason Alkeny di Allmusic sostenne che l'album è "indiscutibilmente...il suo capolavoro".[2] Garson pubblicò, nel 1972 e utilizzando l'alias "Z", Music for Sensuous Lovers, un concept erotico il cui titolo è una parafrasi del popolare libro femminista The Sensuous Woman di Joan Garrity. Nel 1974 uscì The Little Prince, pubblicazione narrata da Richard Burton che gli valse un Grammy Award per il miglior disco per bambini dell'anno.[9] Durante l'anno seguente pubblicò Ataraxia: The Unexplained un album di musica meditativa. Mother Earth Plantasia, uscito nel 1976, è un album che "permette alle piante di crescere".
Mort Garson ha anche lavorato nel cinema e nella televisione, realizzando musica per diversi film e spettacoli televisivi.[9] La sua musica venne usata durante alcune trasmissioni televisive inerenti alla missione spaziale dell'astronave Apollo 11 avvenuta nel 1969. Egli dichiarò:[6]
«I soli suoni idonei per rievocare i viaggi spaziali sono quelli elettronici... Il film dedicato all'Apollo mostra le diverse fasi della missione - il lancio, la separazione dei componenti dell'astronave, scene ravvicinate della luna, degli astronauti che giocano nell'astronave e immagini della terra vista dall'alto. (La musica) deve trasportare con sé il film. Deve far echeggiare, rendere udibile il suono e la staticità che si prova nel momento della partenza e quando si sentono gli annunci degli astronauti registrati nello spazio. In genere, la gente sente le cose dallo spazio, non si limita a vederle. E per questo che ho deciso di usare un grande suono sinfonico per accompagnare il lancio del razzo, riferimenti al jazz nelle scene dei giochi fra gli astronauti, musica psichedelica nelle scene che presentano colori negativi e diffusi e mostrano gli interni dell'astronave, e graziose melodie in quelle dove si vede la luna. Dopotutto, è sempre una luna adorabile.»
Nel 1972 scrisse la colonna sonora del film Beware! The Blob nonché quella destinata allo speciale televisivo The 2000 Year Old Man di Mel Brooks e Carl Reiner.[6]
Il brano Building Steam with a Grain of Salt di DJ Shadow, presente nell'album Endtroducing..... utilizza un campionamento tratto dalla sua Planetary Motivations (Cancer), mentre Exchange è stato riproposto dai Massive Attack nel loro album Mezzanine.