Il toponimo in piemontese significa "mucchio", "cumulo"[1]: termine che entra nella denominazione di altre montagne più note quali, ad esempio, il monte Barone o la colma di Mombarone.
Descrizione
La montagna è l'ultima elevazione che si incontra prima della pianura sulla costiera che delimita a nord-est la val Casternone e la separa dalla val Ceronda e dalla conca di Givoletto. Si stacca come una sorta di belvedere naturale dal vicino monte Rosselli, dal quale è separato da una poco marcata insellatura a quota 793 m.
Nei pressi di questa depressione passa la linea di alta tensione T316 che collega Piossasco con Leinì, i cui tralicci sono ben visibili anche sulle pendici del Musinè, della punta Fournà e del monte Bernard .
Sul crinale est, che digrada verso Givoletto, si trova una cava abbandonata di magnesite[2], sfruttata fino agli inizi del Novecento.
Sulla cima si trova il punto geodetico trigonometrico dell'IGM denominato monte Baron (cod. 056014).[3]
Escursionismo
Nel corso dei lavori di rimboschimento e miglioramento forestale della prima metà del Novecento furono realizzate alcune mulattiere selciate che permettono oggi piacevoli escursioni attorno alla montagna, la cui cima è facilmente raggiungibile da Givoletto o dal capoluogo di Val della Torre.
Sul punto culminante si trova una piccola tettoia in legno con un tavolo e panche per pic-nic.