Situato all'orlo dell'ultimo gradino calcareo affacciantesi sulla Fossa Premurgiana (bacino dell'Ofanto), l'abitato sorge su un dosso allungato alla sinistra di un solco vallivo tributario dell'Ofanto; è noto come il balcone delle Puglie, per la sua posizione a dominio della valle dell'Ofanto.
Il lago Locone
Nel territorio comunale si trova il bacino artificiale lago Locone, delimitato dalla seconda diga in terra battuta più grande d'Europa. Dall'immissario torrente Locone, i lavori di costruzione iniziarono nel 1982 e furono completati alla fine degli anni '80. La diga oltre che alimentare l'attrezzamento irriguo delle campagne circostanti è un importante fonte di approvvigionamento per l'Acquedotto pugliese.
Storia
Dai ritrovamenti rinvenuti sul territorio (Lama Cipolla, Lama Torlazzo, Casale) si evince che l'origine di Minervino risale a 2000 anni prima di Cristo.
Fu fondata dalle popolazioni japige che occupavano la Puglia in quel periodo storico e successivamente venne colonizzata dai Romani. Nella Tavola Peutingeriana, che era una grande cartina dell'Impero, nel luogo dove sorge Minervino vi è un monte (forse simbolo delle Murge), un fiume (probabilmente l'Ofanto) e il nome della città risulta essere Rudias dei Peucetii, il nome di Minervino prima della colonizzazione romana.
Secondo la leggenda, invece, venne fondata nel 216 a.C. quando alcuni legionari romani, scampati alla battaglia di Canne, trovarono riparo sulle Murge. Qui s'innamorarono delle pastorelle del luogo e decisero di rimanerci, celebrando i riti nuziali in una grotta che loro stessi dedicarono alla dea Minerva (l'attuale grotta di San Michele).
Più volte devastata da incursioni saracene, se ne ha la prima precisa menzione in documenti dell'XI secolo.
Appartenne ai principi di TarantoDel Balzo Orsini fino alla metà del XV secolo. Successivamente fu concessa a Pirro Del Balzo attraverso la moglie, la quale rimase asserragliata nel torrione di Minervino durante la Prima Congiura dei Baroni, ad opera del Principe di Taranto Giovannantonio Del Balzo Orsini. Un torrione fatto realizzare dallo stesso Pirro durante la seconda metà degli anni Cinquanta del XV secolo[5]. Nel 1508 fu concesso da Ferdinando il Cattolico al conte Forti Onorati d'Aragona. A titolo di principato fu poi dei Pignatelli nel XVI secolo, poi appartenne ai Carafa ed ai Tuttavilla.
I minervinesi, spinti da gravi condizioni sociali, parteciparono ai moti popolari del 1898, uccidendo tre proprietari terrieri. Il tumulto fu poi represso dalle autorità.[6]
La Resistenza, l'opposizione fascista e la strage nazista di Murgetta Rossi
Minervino fu teatro anche di una opposizione fascista mostrata a cittadini e resistenti e di una crudele strage nazista come documentato da una pubblicazione:«dopo il bivio per Minervino Murge, in località Murgetta Rossi, il 18 settembre 1943 un reparto della Wehrmacht commise uno dei più orrendi crimini della breve, ma violenta occupazione dell’Alta Murgia»[7].
Secondo dopoguerra
La sera del 24 giugno 1945, in seguito all'arresto di diverse persone accusate di furto e di alcuni renitenti alla leva, scoppiò una rivolta che portò Minervino a "dichiarare guerra" all'Italia. La città fu così trasformata in una fortezza: dal Faro al Castello nei punti nevralgici furono piazzate mitragliatrici e sorsero trincee sulle strade di collegamento principali.
Il 29 giugno, in seguito all'intervento del battaglione San Marco, e prima ancora al tentativo di calmare gli animi da parte del senatore Mauro Scoccimarro e dei segretari comunisti di Andria e Bari, oltre all'intervento dei carabinieri provenienti da mezza provincia, la situazione tornò alla normalità. L'unica vittima di questo episodio fu Michele Colia, in ricordo del quale fu eretta una lapide commemorativa nel punto in cui perì.
Durante gli anni del boom economico Minervino Murge intraprese un drastico declino demografico a vantaggio delle metropoli del nord (Torino in testa), e ancor oggi il fenomeno non pare essersi arrestato: nell'arco di settant'anni la popolazione del comune si è più che dimezzata.
Chiesa dell'Immacolata Concezione (1794): presenta una facciata barocca a due ordini con fastigio, compresa fra due campanili, di cui soltanto il destro affine alle linee dell'edificio.
Chiesa di San Michele
Chiesa dell'Incoronata
Chiesa del Carmine
Chiesa della Madonna della Croce (1628)
Chiesa del Conservatorio
Chiesa di San Francesco (Purgatorio) (XIV secolo)
Architetture civili e militari
Castello, del XIV secolo, ridotto poi a palazzo, è stato variamente manomesso.
Torre quattrocentesca. Il Torrione circolare di Minervino si deve a Pirro Del Balzo e in origine posto a ridosso del borgo medievale e in posizione isolata. L'edificio fu realizzato intorno alla metà del XV secolo, ma oggi purtroppo affogato da abitazioni successive realizzate nel XIX secolo. Addossamenti che hanno obliterato irrimediabilmente la facies originaria del monumento. Il Torrione minervinese è stato da ultimo accostato ad altri edifici coevi che presentano impianto ossidionale molto simile e principalmente al Torrione di Bitonto e al Torrione di San Mauro Forte in provincia di Matera[8].
Orologio Vecchio
Nel centro storico denominato "Scesciola" vi è la cosiddetta "Casa delle streghe", dove si suppone che nella seconda metà dell'Ottocento abbia vissuto una famosa veggente riconosciuta con il nome di Eusapia Palladino, cui si rivolgevano anche gli zar di Russia.
Percorso Lama Matitani. Sentiero che parte dal centro storico e, attraversando la Lama Matitani, conduce alla grotta di San Michele.
Il Faro votivo della villa comunale. Costruito in epoca fascista e inaugurato nel 1932, era ideato per commemorare i caduti fascisti.[9] Dopo la seconda guerra mondiale e la capitolazione del regime fascista molti oppositori del regime volevano abbatterlo ma poi si optò per un'altra soluzione, che consisteva nell'eliminazione e nell'abrasione di alcune scritte e simboli fascisti, divenendo quindi il monumento non più commemorativo dei "martiri fascisti di Puglia", bensì dei "martiri di Puglia" (come si può notare nell'iscrizione presente sul frontone). La struttura è alta 32 metri, misura alla base 14 metri ed inizialmente (fino ad alcuni anni fa) era presente una lanterna sulla sommità dell'edificio donata dal Ministero della marina mercantile (poi sostituita con una di minor potenza), che aveva una potenza di 2.000.000 di candele elettriche rendendo perciò visibile il fascio luminoso nel raggio di circa 80 km.[10]
La parola "Scesciola" deriva dall'arabo antico e significa "labirinto". E così denominato per l'intersecarsi di strette stradine e di rampe di scale che gli donano le caratteristiche del labirinto
Al 31 dicembre 2023 la popolazione straniera era di 125 persone, pari all'1,72% della popolazione.[12]
Lingue e dialetti
Il dialetto minervinese appartiene al gruppo di dialetti di area nord barese, con i quali condivide gran parte delle strutture grammaticali e del lessico; le specificità che distinguono ciascuna parlata dall'altra sono soprattutto nella pronuncia, e in particolare nel vocalismo. Nel caso del minervinese incontriamo la pronuncia in sillaba aperta e tonica della "a" come [æ] ([ˈpæːnə]"pane"); nella stessa posizione si trovano frequentemente i dittonghi [ai] come in [ˈmaisə]"mese", [ɛi] come in [ˈlɛitə]"lite", [au] come in [ˈnaumə]"nome", [ɛu] come in [aˈjɛutə]"aiuto".
A titolo di esempio, trascriviamo l'inizio di un canto natalizio dialettale:
Fa freddo e nevica, trema tutta quanta; con un angolo di grembiule copre Gesù Bambino. La Madonna e San Giuseppe cercavano una grotticella. Dimmi, dimmi, che cos'è questa grotta illuminata?...
Rilevante centro agricolo e pastorale Minervino Murge ha particolare propensione per la produzione di ortaggi, cereali, leguminose, olive da olio, uva e mandorle.
Il Territorio di Minervino Murge ospita un grande parco eolico composto da circa 60 aerogeneratori che sviluppano una potenza complessiva di circa 120 MW.[16] oltre che alcuni impianti fotovoltaici di cui uno più imponente, del tipo ad inseguitore solare a girasole sito alla località "Lamalunga - Cinque Camere".
Nel territorio di Minervino Murge sono presenti oltre 50 cave di marmo dalle quali sin dalla metà degli anni '60 e fino a qualche anno fa quando erano ancora in attività, si sono estratti il K F, il MS, il Serpeggiante ed il Biancone, marmi tra i più nobili della famiglia della "Pietra di Trani".
Il 6 novembre 2009 veniva aperta al traffico, anche se monca del tratto di alcuni km che avrebbe dovuto costeggiare Minervino, la Strada Regionale 6 (SR6), un'importante arteria a due corsie per senso di marcia, che avrebbe dovuto velocizzare i collegamenti tra le aree interne della Murgia Occidentale ed il casello dell'autostrada A14, di Canosa di Puglia, ma che ancora a tutt'oggi è incompiuta.
Sport
Squadre
Basket - ASD Minervino Rocks-Hill
Basket - Pol. Minervino 1988
Calcio - ASD Top Player Minervino
Impianti sportivi
Palazzetto dello Sport - Viale Giuseppe di Vittorio
^ V. C. Galati e F. Canali, Architetture e ornamentazioni dalla Toscana agli "Umanesimi baronali" del Regno di Napoli alla fine del Quattrocento, p.III, ... San Mauro Forte, "Bollettino della Società di Studi Fiorentini",, in Bollettino della Società di Studi Fiorentini, vol. 2021-2022, n. 30-31.
^ V. C. Galati, Il Torrione quattrocentesco di Bitonto: dalla committenza di Giovanni Ventimiglia e Marino Curiale alle proposte di Francesco di Giorgio Martini (1450-1495), in Defensive architecture of the Mediterranean XV to XVIII Centuries, 3, pp. 95-102.