La Minerva Film è stata una casa di distribuzione e di produzione italiana fondata nel 1912 e attiva fino al 1956[1]. Affermatasi negli anni trenta grazie agli imprenditori di origine greca Antonio Mosco (1886-1970) e Costantino Potsios (1898-1984)[2], divenne nel dopoguerra la maggiore casa distributrice italiana e una delle più importanti società di produzione nazionali, con 13 agenzie sul territorio e la consociata Excelsa Film[3].
Storia
La nascita della casa di distribuzione
Risale al 1912 la fondazione della casa di distribuzione Minerva Film. Il primo marchio, la testa della dea Minerva con elmo e la scritta della società contenuta in una ogiva poligonale, fu opera del noto illustratore cinematografico Carlo Emilio Nicco[1]. Successivamente negli anni quaranta l'elmo viene sostituito da una corona e negli anni cinquanta da una testa di donna con una maschera sul capo sormontata da tre cavalli[4]. Per un lungo periodo di tempo la storia della Minerva Film si intreccia a quella del cinema italiano, costituendo uno dei tasselli centrali della sua evoluzione[3] a partire dalla metà degli anni venti quando, in seguito alla grande crisi che colpisce l'industria cinematografica interna, riesce come prima casa di distribuzione a stipulare accordi in esclusiva con alcune delle principali Majors americane e inglesi: tra di esse la RKO Pictures, la Pioneer Pictures Corporation e la London Film Productions di Alexander Korda. Sotto l'etichetta della Minerva Film arrivano così nel florido mercato nazionale le grandi produzioni straniere destinate a rivoluzionare il modello culturale e i gusti del pubblico italiano: si pensi a film come “Il ladro di Bagdad”, “Primo amore”, “Il traditore”, “Le quattro piume” o “Becky Sharp” (tratto dal romanzo “La fiera delle vanità”), prima pellicola in Technicolor distribuita in Italia.
Dalla distribuzione alla produzione: Excelsa Film
Alla fine degli anni trenta, grazie anche all'inaugurazione di Cinecittà, una delle strutture produttive più grandi d'Europa, si inverte la tendenza che voleva oltre il 70% degli incassi italiani ad appannaggio delle produzioni d'oltreoceano. In questo nuovo contesto, a dare impulso alla produzione cinematografica italiana sono quattro compagnie: la Lux Film, la Titanus, la Scalera Film e la Minerva Film, che nel 1939 avvia la sua attività anche in questo campo[2]. Con il marchio Excelsa Film produce Roma città aperta, pietra miliare con cui il Neorealismo acquista risonanza mondiale. Realizza molti tra i più conosciuti film del periodo della ricostruzione, come Un americano a Roma e Miseria e nobiltà.
La produzione di Excelsa si concentra prevalentemente su commedie, pellicole di genere musicale e film ispirati alla letteratura popolare. Resta comunque anche la dimensione internazionale grazie alle coproduzioni e alla vasta rete di esportazione, con agenzie e corrispondenti nelle principali città del mondo. Barbara Corsi in “Le Majors sul Tevere”, contenuto in "Storia del cinema italiano" di Callisto Cosulich (vol. VII) scrive: “La forza trainante di Excelsa fu di fatto l'organizzazione commerciale della Minerva, un vanto e una gloria della nostra cinematografia (...) la più completa e perfetta tra le nostre organizzazioni industriali, sia per lo sviluppo raggiunto, sia per il vasto campo di attività che si estende a tutti i rami, dall'importazione all'esportazione, dalla produzione al noleggio”[2].
Lavorano per Minerva - Excelsa registi come Vittorio De Sica, Roberto Rossellini, Federico Fellini, Mario Monicelli, Steno, Pietro Germi, Alessandro Blasetti e Mario Soldati.
Gli ultimi anni
Il 14 maggio 1947 un incendio distrugge in poco tempo gli uffici della società. La vicenda ha notevole risalto mediatico e induce tutte le case di produzione cinematografica dell'epoca a prestare maggiore attenzione alle norme di sicurezza in merito allo stoccaggio, all'immagazzinamento e alla manipolazione del nitrato di cellulosa, un materiale altamente infiammabile sostituito poi, proprio per la sua pericolosità, dal triacetato di cellulosa[2]. L'attività della Minerva Film continua negli anni quaranta e cinquanta con una serrata produzione di pellicole di ampia popolarità e prestigio. Nel 1956 la società viene messa in liquidazione[2].
Film prodotti (parziale)
Film distribuiti (parziale)
Note
Bibliografia
- Roberto Chiti, Roberto Poppi, Dizionario del cinema italiano: i film. Vol. 1: dal 1930 al 1944, Gremese Editore, 1993. ISBN 9788876055966
- Barbara Corsi, "Le majors sul Tevere" in Storia del cinema italiano, vol. VII: 1945/1949, a cura di Callisto Cosulich, Marsilio Edizioni, 2003. ISBN 9788831782296
- Marina Nicoli, The Rise and Fall of Italian Film Industry, Routledge, 2016. ISBN 978-1138790056
Voci correlate