In tipografia, per menabò si intende un modello utilizzato per l'impaginazione di stampati di diverse pagine (libri, giornali o riviste), che possono contenere testo, illustrazioni e/o fotografie in una precisa disposizione. La compilazione del menabò è il procedimento che precede l'imposizione tipografica.
Il nome deriva dal dialetto milanese (menabò = "guida i buoi").[1]
- Nei libri
Si tratta in sostanza della stesura ultima della sequenza delle pagine che compongono una pubblicazione, che si ottiene raccogliendo e ordinando le bozze di stampa (in cui il testo sarà impaginato all'interno di una gabbia[2] determinata in fase di composizione), secondo le dimensioni della pagina che si vuole ottenere e stabilendo la numerazione definitiva, in modo tale da rispettare il numero di sedicesimi (o di ottavi / quartini / etc., a seconda del tipo di stampato) che si era previsto.
La copertina di una pubblicazione viene considerata una cosa a parte, pertanto è sempre esclusa dal menabò, che inizia dalla prima pagina effettiva. Vengono invece conteggiate le pagine bianche che, anche se non stampate, rientrano nella numerazione dei sedicesimi.
- Nei periodici
Il menabò è il modello allestito in redazione incollando su fogli di carta le bozze di testo combinate con le illustrazioni, per verificare la "resa", ovvero l'impatto della pagina sul lettore. È ancor più soggetto a correzioni e modifiche prima della consegna in tipografia.
Esempi
Menabò di un ipotetico volume di 128 pagine, o otto sedicesimi:
1. occhietto
2. pagina bianca
3. frontespizio
4. colophon
5. prefazione / premessa
6. pagina bianca
7. presentazione
11. dedica
12. pagina bianca
13. capitolo A
35. capitolo B
77. capitolo C
103. capitolo D
124. pagina bianca
125. indice / sommario
126. pagina bianca
127. colophon
128. pagina bianca
Note
- ^ È già attestato, nella forma mennabò, all'inizio dell'Ottocento in: F. Cherubini, Vocabolario milanese-italiano, Milano, Stamperia reale, 1814, tom. I, p. 291.
- ^ L'impianto grafico di base della pagina, che costituisce il riferimento per il menabò.
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