Martin Weiß (Karlsruhe, 21 febbraio 1903 – Karlsruhe, 30 settembre 1984[2]) è stato un militare tedesco, responsabile del Massacro di Ponary dove furono uccise 100.000 persone.
Biografia
Nato in una famiglia protestante a Karlsruhe, nel 1934 entrò nelle Reiter SS, branca delle SS entrando a far parte della divisione a cavallo.[3] Nel 1937 prese la tessera del partito nazista. Nel 1939 con l'Invasione della Polonia entrò nella Wehrmacht e con la Campagna di Francia nel 1940 entrò nelle Waffen-SS.[3]
Nell'agosto del 1940 ritornò a Karlsruhe e nel 1941 entrò nell'Einsatzkommando 3, parte degli Einsatzgruppen stanziati a Bad Düben in Sassonia.[3] Nell'ottobre del 1941 venne assegnato al Sicherheitsdienst (Servizi segreti delle SS) e poi alla Sicherheitspolizei (Polizia di Sicurezza) di Vilnius nel Reichskommissariat Ostland, la parte occupata dai nazisti dell'Unione Sovietica conservando questa posizione fino al luglio del 1944.[3]
Dal luglio del 1944 gestì la comunità ebraica di Vilnius occupandosi anche della scelta delle vittime del Massacro di Ponary.[4] Nel ghetto era conosciuto con il nome di "Weiss il nero" (Weiss in tedesco significa "bianco").[3]
Nel dopoguerra
Nel febbraio del 1950 venne condannato da un tribunale di Würzburg all'ergastolo per aver partecipato all'omicidio di almeno 30.000 ebrei e per sette omicidi individuali. "L'imputato Weiss ... ha agito come l'autorevole spina piena dell'ordine generale di distruggere. Inoltre, ha continuato a prendere una decisione sicura di sé e in inimmaginabile disprezzo per la vita umana riguardo al destino di molte migliaia di ebrei di tutte le età e di tutti i sessi ... ” . Dopo 20 anni, nel 1970, la sua condanna fu sospesa e fu rilasciato nel 1977.[3][5][6] Weiß è morto a Karlsruhe nel 1984.
Note
- ^ Maresciallo maggiore
- ^ (DE) Martin Weiß (1903 – 1984), su gedenkorte-europa.eu, Studienkreises Deutscher Widerstand 1933-1945. URL consultato il 4 marzo 2018.
- ^ a b c d e f Helmut Langerbein, Hitler's Death Squads: The Logic of Mass Murder, Texas A&M University Press, 2003, pp. 66–68, ISBN 1-58544-285-2.
- ^ (LT) Arūnas Bubnys, Vokiečių ir lietuvių saugumo policija (German and Lithuanian security police: 1941-1944), Vilnius, Lietuvos gyventojų genocido ir rezistencijos tyrimo centras, 2004. URL consultato il 9 giugno 2006.
- ^ brdeng192, su www.expostfacto.nl. URL consultato il 29 novembre 2022.
- ^ Nachrichten aus Deutschland, su www.hagalil.com. URL consultato il 29 novembre 2022.
Bibliografia
Voci correlate