Nel luglio 1938 partì volontario per combattere nella guerra civile spagnola nelle file dell'Aviazione Legionaria, assumendo il comando della 18ª Squadriglia[4] del XXIII Gruppo Caccia[4] il 30 dello stesso mese. L'8 gennaio 1939 cedette il comando della 18ª Squadriglia al capitano Vexio Mezzetti, per assumere il comando, in seno al XXIII Gruppo, di una squadriglia sperimentale[N 1] equipaggiata con 12 monoplani da cacciaFiat G.50 Freccia.[5] Al termine di questo ciclo operativo aveva al suo attivo una vittoria accertata e 14 in collaborazione,[4] ed era stato decorato con una terza Medaglia d'argento al valor militare.
Assieme ad Ugo Drago e Duilio Fanali risulterebbe accreditato di 15 abbattimenti conseguiti tra la guerra di Spagna e il secondo conflitto mondiale, settimo risultato tra i piloti della Regia Aeronautica.[N 4] Si spense ad Alassio nel 1975.
«Organizzatore, combattente, trascinatore, sapeva infondere nei suoi uomini le proprie doti di slancio e di ardimento, conseguendo nel corso di durissimi combattimenti contro un nemico sempre superiore di numero fulgide vittorie che contribuivano decisamente ai successi delle operazioni aeree in Marmarica. Marmarica, 7 maggio 1941-XIX-25 dicembre 1941-XX.[9]»
«Comandante di una squadriglia da incursione veloce e da ricognizione lontana, otteneva in breve dal proprio reparto grande rendimento bellico. Partecipava alle azioni dello Scirè, dell'Ascianghi ed a quelle su Dessiè ed Addis Abeba. A passo Dufat conduceva per due volte nella stessa giornata una formazione nel mitragliamento a bassa quota, riuscendo a disperdere il nemico in forze. Rientrava alla base con tutti gli apparecchi colpiti. Cielo dello Scirè, dell'Ascianghi di Dessiè, di Addis Abeba, febbraio-maggio 1936-XV.»
«Comandante di squadriglia da incursione veloce, durante lungo ciclo operativo dava prova di costante perizia, ardire e coraggio. Portava con la propria squadriglia un largo contributo al successo, atterrando fra i primi sul campo di Lekemti in condizioni particolarmente difficili e affrontando con sereno sprezzo del pericolo incerto contegno degli indigeni del luogo. Cielo dell'A.O., giugno-dicembre 1936.»
«Volontario in missione di guerra per la supremazia degli ideali fascisti, con ardimento, perizia e capacità partecipava, al comando di una squadriglia da caccia, a numerose missioni belliche ed a un combattimento, durante il quale manovrava con abilità ed intuito il suo scaglione, collaborando validamente all'azione vittoriosa del gruppo che si concludeva con l'abbattimento di diciannove apparecchi nemici. Affidatogli successivamente un reparto costituito da nuovi velivoli da caccia, ne curava, con energia e competenza, l'inquadramento e lo portava brillantemente all'impiego vittorioso. Cielo di Spagna, ottobre 1938-marzo 1939-XVII.»
«Comandante di un gruppo da caccia terrestre partecipava alla testa del proprio reparto ad una brillante azione di mitragliamento a bassa quota su munitissima base nemica conseguendo la distruzione di dodici velivoli e cinquanta automezzi ed abbattendo, nel successivo combattimento sostenuto contro la caccia avversaria, altri quattordici apparecchi nemici, di cui due in azione individuale. Cielo di Sidi el Barrani, 3 settembre 1941-XIX.» — 17 agosto 1942-XX
«Comandante di squadriglia, dopo essersi distinto in precedenti voli di guerra per ardire, perizia e coraggio, successivamente, durante la preparazione, l'attacco e l'inseguimento di armati di Ras Destà, al comando di una pattuglia di Ro-37, partecipava a numerosi bombardamenti e mitragliamenti condotti tutti a volo rasente e dimostrando sempre spirito combattivo e valore. Cielo dell'A.O., gennaio 1937-XV.»
^Denominato prima della partenza dall'Italia "Gruppo Sperimentale Caccia G.50".
^Inquadrato nel 56º Stormo Caccia Terrestre (ten. col. pilota Umberto Chiesa) contava su 351ª (9 G 50), 352ª (9 G 50) e 353ª Squadriglia (7 G 50, 4 CR 32).
^Le sue vittorie sono oggetto di controversia, secondo alcuni autori sarebbero ben 17, mentre secondo altri, tra cui Giovanni Massimello, molte di meno.
^Supplemento ordinario alla Gazzetta del Regno d'Italia n.277 del 27 novembre 1940-XIX.
Bibliografia
(EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN1-871187-01-X.
Massimo Ferrari e Giancarlo Garello, Le ali del ventennio: l'aviazione italiana dal 1923 al 1945. Bilanci storiografici e prospettive di giudizio, Milano, Franco Angeli Storia, 2005, ISBN88-464-5109-0.
Paolo Ferrari e Giancarlo Garello, L'Aeronautica italiana. Una storia del Novecento, Milano, Franco Angeli Storia, 2004, ISBN88-464-5109-0.
Vincenzo Lioy, L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica (1919-1937) Vol.2, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1965.
(EN) Alfredo Logoluso, Fiat C.R.32 Aces of the Spanish Civil War, Osprey Aircraft of the Aces No 94, Osprey Publishing, 2010, ISBN978-1-84603-984-3.
(EN) Giovanni Massimello e Giorgio Apostolo, Italian Aces of World War 2, Osprey Aircraft of the Aces No 34, Osprey Publishing, 25 novembre 2000, ISBN1-84176-078-1.
Mirko Molteni, L'aviazione italiana 1940-1945 – Azioni belliche e scelte operative, Bologna, Odoya, 2012, ISBN978-88-6288-144-9.
Ordine Militare d'Italia 1911-1964, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1925.