Detto anche "de Nosta", "de Voltulina", ebbe una primissima formazione lombarda (da Leonardo a Correggio); dopo l'alunnato nella bottega di Perino del Vaga in cui imparò i principi raffaelleschi della pittura aggiunse alla sua arte, anche per un diretto contatto con i protagonisti di questa corrente (Michelangelo e Sebastiano del Piombo), una forte e fondamentale suggestione michelangiolesca, interpretata in chiave di pietismo controriformistico (I Misteri del Rosario, Roma, Basilica di Santa Maria sopra Minerva; Pietà, Roma, Galleria Borghese).
Opere
Tra le prime opere va ricordata la tela con Sant'Antonio da Padova in adorazione di Gesù all'istituto portoghese di Sant'Antonio a Roma, in origine pala maggiore dell'altare della chiesa di Sant'Antonio. L'opera è eseguita tra il 1548 e il 1549.
In diversi lavori il Venusti trae ispirazione da alcuni disegni di Michelangelo, forse ottenuti per tramite Tommaso de' Cavalieri. Ne spoglia gli eccessi fisici, mantenendone però la forte innovazione in senso manieristico nelle torsioni e nei movimenti a spirale dei personaggi. Tra questi dipinti ci sono L'Annunciazione della Sacrestia Vecchia nella Basilica di San Giovanni in Laterano, databile 1550-1555, e La Resurrezione di Cristo alla Pinacoteca Civica di Forlì.
Sempre su disegno del maestro Michelangelo, ottenuto dal fedele servitore Francesco Amadori, vi è la nota Crocefissione, passata in proprietà di collezionisti illustri dai Duchi di Urbino, a quelli di Ferrara, degli Aldobrandini, ai Della Rovere, ai Principi Borghese, ai Principi Colonna, ai Bonaparte, ed alla Famiglia Reale dei Borbone.[1]
Nel XIX secolo e fino alla seconda metà del Novecento la sua figura venne accantonata, Venusti era visto come un semplice affiliato al Manierismo, un imitatore di Michelangelo. L'artista fu ampiamente riabilitato da Federico Zeri; e solo negli ultimi anni è stato studiato in modo più approfondito, inserendolo in un ambito storico e critico scevro da giudizi preconcetti.
Claudio Strinati l'ha definito sacerdote laico della pittura accentuandone il legame con la Controriforma, per cui la sua opera divenne paradigma di arte devozionale.
Il dilemma dell'origine
Giorgio Vasari nell'edizione Giuntina delle sue Vite, lo farà nascere a Mantova, così come il Coddé.[2]
Dal XVIII è invece indicata la sua origine comasca, dove per "comasca" non si intese mai Como (come la critica posteriore invece lesse erroneamente), ma una località indefinita appartenente alla diocesi comasca.
Fu il Quadrio per primo, nelle sue Dissertazioni[3], nel 1756, a ipotizzare l'origine valtellinese dell'artista.
Nel 1958 Ugo Cavallari, stilando una genealogia della famiglia Venosta, ritrovò nell'archivio del Palazzo Visconti Venosta di Grosio un documento secentesco in cui Marcello pittore a Roma è definito originario di Mazzo in Valtellina[4].
Se Cavallari pone la parola fine sulle dispute intorno all'origine del pittore, la data e il luogo di nascita riportati nella maggior parte dei saggi sono ancora Como e 1512, mentre da un documento del 1560 (data del suo secondo matrimonio) si evince che il Venusti aveva compiuto 50 anni in quell'anno[5]; la data di nascita esatta deve quindi essere 1510.
Note
^ Alessia Alberti, Catalogo Mostra D'après Michelangelo, Marsilio, 25 novembre 2015, Andrea Donati La Crocefissione di Marecelllo Venusti e il dono di Michelangelo Buonarroti a Francesco Amadori ISBN 978-8831723398.
^ Francesco Saverio Quadrio, Dissertazioni critico-storiche intorno alla Rezia di qua delle Alpi oggi detta Valtellina al santissimo Padre Benedetto XIV dedicate (vol.III), Bologna, Arnaldo Forni, 1970 [1756].
^ Ugo Cavallari, Marcello Venosta pittore a Roma, Bollettino Società Storica Valtellinese n. 12, 1958, pp. 76-80.
^ Simona Capelli, Marcello Venusti un valtellinese pittore a Roma, Studi di storia dell'arte n. 12, 2001, pp. 17-48.
Bibliografia
Isabella Salvagni, I ticinesi a Roma tra corporazione e accademia. Il caso dell'Accademia di San Luca (1550-1610), in Giorgio Mollisi (a cura di), Arte&Storia, Svizzeri a Roma nella storia, nell'arte, nella cultura, nell'economia dal Cinquecento ad oggi, Edizioni Ticino Management, anno 8, numero 35, settembre-ottobre 2007, Lugano 2007, 79-80.
(DE) Georg W. Kamp, Marcello Venusti. Religiöse Kunst im Umfeld Michelangelos, Egelsbach, 1993.
Intorno a Marcello Venusti, Barbara Agosti, Giorgio Leone (a cura di), Rubbettino editore, 2016, Soveria Mannelli
Michelangelo. La fortuna dei disegni per gli amici nelle arti del cinquecento, di Alessia Alberti, Alessandro Rovetta, Claudio Salsi Ediz. Marsilio 2015 - ISBN 978-8831723398
Andrea Alessi, Eretici non Eretici. Vittoria Colonna, Michelangelo e il Circolo degli Spirituali, Roma, La Lepre Edizioni, 2020, ISBN 978-88-99389-77-2.