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Manolesta
	Tomas Milian e Paco Fabrini in una scena del film
Paese di produzione	Italia
Anno	1981
Durata	95 min
Genere	commedia
Regia	Pasquale Festa Campanile
Soggetto	Ottavio Jemma ed Enrico Oldoini
Sceneggiatura	Ottavio Jemma
Produttore	Aurelio e Luigi De Laurentiis
Casa di produzione	Filmauro
Distribuzione in italiano	Titanus
Fotografia	Giancarlo Ferrando
Montaggio	Amedeo Salfa
Musiche	Mariano Detto
Scenografia	Giantito Burchiellaro
Interpreti e personaggi
	Tomas Milian: Gino Quirino detto Manolesta; Giovanna Ralli: Angela De Maria; Paco Fabrini: Bruno Quirino; Armando Pugliese: Rosario; Adriana Russo: Angela; Clara Colosimo: assistente sociale; Massimo Pittarello: Mammola; Tom Felleghy: giudice; Nello Pazzafini: autista Atac; Valentino Simeoni: carcerato; Ennio Antonelli: muratore;
Doppiatori italiani
	Ferruccio Amendola: Gino Quirino detto Manolesta; Piero Tiberi: Mammola; Franco Odoardi: giudice;

Manolesta è un film italiano del 1981 diretto da Pasquale Festa Campanile^[1]^[2].

Trama

Gino Quirino detto Manolesta è il tenero padre di un maschietto avuto da una relazione con una straniera, scappata subito dopo il parto. I due vivono su un barcone ancorato sul fiume Tevere. Gino non ha un lavoro ma seppure in un'atmosfera povera, non fa mancare niente al suo piccolo, prodigandosi con furtarelli e piccole truffe. In queste attività si fa spesso aiutare dal figlio. Ma il bambino cresce, va a scuola, si confronta con i compagni ed il padre fatica sempre più a giustificare questo modello di vita.

Un giorno Bruno racconta a scuola la singolare maniera con cui lui ed il padre fanno la spesa, insospettendo gli insegnanti che contattano i servizi sociali. Gino e Bruno finiscono così sotto il mirino dell'assistente sociale Angela De Maria, bella, donna rigida e zitella. Gino, per non rischiare di vedersi sottratto il figlio, è costretto a trovarsi un lavoro onesto. Ma lavorare non è proprio nelle sue corde.

Gino prova allora a sistemarsi mettendo su famiglia, ma il tipo di compagne che riesce a procurarsi può offrire garanzie sul piano economico ma non su quello morale, risultando quindi inadeguate agli occhi della legge. Alle strette, decide allora di partecipare ad un furto "serio" a rischio di carcere, e le cose puntualmente finiscono male. In galera, Quirino riceve la visita di Bruno, che fuggito da un istituto per minori e cercato dalla polizia, urla da fuori le sbarre della sua finestra tentando di congiungersi al padre di cui ne sente la mancanza, ma mentre i due dialogano, vengono separati all'improvviso dai poliziotti che portano via il bambino davanti agli occhi piangenti di Gino, che perde la speranza. Alla fine l'unico modo per Quirino di riavere il ben amato figlio è accettare di sposare Angela e costruire così una vera famiglia approvata dalla legge.

Note

^ Roberto Poppi, Dizionario del cinema italiano: I film, Gremese, 2000, 1996, ISBN 88-7742-429-X.
^ Andrea Pergolari, Verso la commedia: momenti del cinema di Steno, Salce, Festa Campanile, Firenze libri, 2002.