La prima volta che Manfredo compare nelle documentazioni ufficiali risale al 1123, quando agisce per conto del padre nel Saluzzese, per poi affiancarlo in un atto del 1127. Bonifacio del Vasto, che molto probabilmente si spense in quegli anni, aveva lasciato ai suoi sette figli il suo ampio patrimonio. Manfredo si dimostrò subito interessato, insieme al fratello Guglielmo, al Saluzzese. Non si capisce bene chi in quegli anni fosse subordinato a chi, tra i due fratelli; di certo si sa soltanto che da Guglielmo, pochissimo documentato, discenderanno i del Vasto di Busca.
Con una serie di legami vassallatici si garantì la fedeltà dei principali signori del Saluzzese, ponendo il borgo di Saluzzo come il principale dei suoi domini. Non era ancora la capitale dello stato, che nemmeno aveva ancora tale fisionomia, ma si avviava ad essere il principale punto nevralgico dei domini della famiglia: il primitivo territorio del marchesato si trovava nella regione compresa tra le Alpi, il Po e la Stura.
La trasmissione del titolo al figlio Manfredo II di Saluzzo diede il via alla dinastia che reggerà la cittadina pedemontana fino al XVI secolo.
Matrimonio e discendenza
Si sposò con una certa «Eleonora, figliola di Zudich conte della Torre Arborea, la quale era nepota del re di Spagna». Secondo molti storici dietro questa misteriosa donna si nasconderebbe Elena de Lacon-Serra, zia del celebre Barisone I d'Arborea, re di Sardegna ed imparentato molto strettamente tramite sua moglie Agalbursa ai re d'Aragona[1]. Essi ebbero i seguenti figli: