Fu relatore nella presentazione della Legge del 24 dicembre 1904 nº 689, che istitutiva dei Corsi di perfezionamento, o più comunemente Scuole pedagogiche, di durata biennale, di preparazione per l'esercizio all'ispettorato o per la direzione didattica delle scuole.
Fu l'ispiratore della legge Daneo-Credaro del 1911, che stabiliva che lo stipendio dei maestri delle scuole elementari fosse a carico del bilancio dello Stato, e non più dei Comuni, contribuendo così in maniera determinante all'eliminazione dell'analfabetismo in Italia. Prima di questa legge, infatti, i comuni di campagna e quelli più poveri, specie nel Sud, non erano in grado di istituire e mantenere scuole elementari e pertanto rendevano di fatto inapplicata la legge Coppino del 1877 sull'obbligo scolastico.
Il 20 luglio 1919 fu nominato Commissario Generale Civile della Venezia Tridentina, ossia la suprema autorità del Trentino-Alto Adige che stava per essere formalmente annesso all'Italia. In tale veste tentò una politica particolarmente conciliante verso la minoranza di lingua tedesca e rispettosa dell'ordinamento amministrativo decentrato della regione, scontrandosi in più occasioni con l'ultranazionalista Ettore Tolomei. In seguito, anche a causa delle pressioni dei nazionalisti, la sua politica nei confronti della minoranza di lingua tedesca si fece più intransigente. Testimonianza ne è la cosiddetta Lex Corbino (elaborata da Credaro) sull'istituzione di scuole elementari nelle nuove province che è considerata da una parte della storiografia strumento per potenziare la presenza italiana soprattutto nel territorio mistilingue della regione a danno della minoranza tedesca[1]. Ciononostante, il 5 ottobre 1922 subì l'assalto di una squadra d'azione fascista che lo costrinse alle dimissioni per far luogo all'insediamento di un prefetto di Trento.
Terminò quindi la sua carriera politica in disparte rispetto al regime che si andava consolidando, pur mantenendo il suo seggio da senatore.
Lo scetticismo degli Accademici, 2 voll., Roma, Tip. alle Terme Diocleziane, 1889-1893. Rist. anastatica: Milano, Istituto editoriale cisalpino, 1985.
Il problema della libertà di volere nella filosofia dei Greci, Milano, Tip. Bernardoni, 1892.
La pedagogia di G.F. Herbart, Torino, Paravia, 1902.
Alfonso Testa e i primordi del kantismo in Italia, Catania, Battiato, 1913.
Guglielmo Wundt: ricordi di uno scolaro del 1887-88, Milano, Società Anonima Editrice Dante Alighieri, 1932.
Note
^ Andrea di Michele, L’italianizzazione imperfetta. L’amministrazione pubblica dell’Alto Adige tra Italia liberale e fascismo, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2003, p. 108.
^ Luca Irwin Fragale, La Massoneria nel Parlamento. Primo novecento e Fascismo, Morlacchi Editore, 2021, p. 236.
Bibliografia
Maurizio Ferrandi, Traduzione e tradimento. Tolomei e Credaro, storia di un libro, in Ulrike Kindl e Hannes Obermair (a cura di), Die Zeit dazwischen: Südtirol 1918–1922. Vom Ende des Ersten Weltkrieges bis zum faschistischen Regime / Il tempo sospeso: L’Alto Adige tra la fine della Grande Guerra e l’ascesa del fascismo (1918-1922), Merano, Edizioni alphabeta Verlag, 2020, pp. 285–302, ISBN978-88-7223-365-8.