Lorenzo nacque a Napoli da Domenico, avvocato lodato nel foro, e da Candida Morvillo. L'anno successivo, durante l'epidemia di peste, morì il padre e fu allevato dalla madre. Nel 1670, Lorenzo fu presentato a Cosimo Fanzago dove apprese le tecniche della scultura e il disegno architettonico. Tra le opere della prima gioventù, potrebbe figurare anche la sepoltura del vescovo Giovanbattista Repucci, recentemente pubblicata per la prima volta da Gianpasquale Greco, nella ex-cattedrale di Vico Equense (Na).[1] Nel 1676 ricevette la commissione di un certo Francesco Rocco per una statua ad altezza naturale come sono quella del Mastrilli nel Purgatorio ad Arco e in Santa Maria la Nova. Nel 1698 il duca di Vastogirardi Carlo Petra gli commissiona due busti marmorei di Vincenzo Petra e Domenico Petra posti sulle loro lapidi nella cappella Petra in San Pietro a Majella.
Il 3 giugno 1678 nacque Domenico Antonio Vaccaro, anch'egli artista poliedrico di fama, e nel medesimo anno, Lorenzo, lavorò a due statue per la chiesa dei Santi Marcellino e Festo. Nel 1679 fu attivo nella Cattedrale per la realizzazione di una virtù in stucco da porsi sull'ingresso della cappella del Tesoro di San Gennaro, gli fu commissionato da padre Costanzo della chiesa di Santa Maria Maggiore una lampada di argento; nel dicembre del 1679 realizzò i busti marmorei delle sirene bicaudate per la Guglia di San Domenico. Nel 1680 scolpì, per Andrea de Ponte, una statua raffigurante una donna che cavalca un delfino marino e nel novembre venne pagato per alcuni puttini marmorei per la chiesa di Santa Croce di Torre del Greco. Nel 1681 lavorò al busto marmoreo di Giacomo Capece Galeota per la cappella familiare nella Cattedrale; il 1º dicembre risultò iscritto alla Corporazione della cappella dei Santi Quattro Martiri Coronati dell'Arte de' Scultori, de' Marmi e Marmorari nella chiesa di San Pietro a Majella, nel medesimo mese realizzò la Statua di San Nicola e puttini per la chiesa di San Nicola alla Carità.
Nel 1700 lavorò presso il palazzo Ischitella, alla Riviera di Chiaia, per la realizzazione di sculture in stucco. Nel 1702 gli fu commissionata una statua equestre in bronzo raffigurante Filippo V di Spagna, da posizionarsi in piazza del Gesù. Tra il 1703 e il 1704 lavorò alle sculture della certosa di San Martino. Contemporaneamente realizzò la statua di Pietro da Pisa e puttini per la chiesa di Santa Maria Maggiore a Caponapoli e alle sculture dell'edicola di San Gennaro su disegno di Ferdinando Sanfelice. Nel 1705 eseguì il modello in creta di san Sebastiano su commissione del vescovo di AversaInnico Caracciolo; il busto fu fuso in bronzo negli anni successivi su supervisione di Domenico Antonio, l'opera è conservata presso il tesoro della cattedrale di Aversa. Realizzò, in periodo imprecisato, gli affreschi alla cappella di San Giovanni Battista annessa al castello Macedonio di Grottolella (Avellino) per volontà della duchessa Emilia Cioffi e del marito Nicola Macedonio. La cappella divenne il sepolcro della famiglia e vi riposano le spoglie della duchessa Emila Macedonio. Fu autore anche di macchine da festa come il Battaglino nel 1691. L'anno successivo realizzò il progetto di abbellimento in marmi in una cappella di San Giorgio Maggiore.
Il 10 agosto 1706, a Torre del Greco dove aveva una masseria, fu ucciso da alcuni sicari pagati forse da persone invidiose. Due giorni dopo, per desiderio della moglie Caterina Bottigliero e dei figli, fu seppellito nella chiesa di Santa Croce. Domenico Antonio si occupò di completare tutte le sue opere lasciate incompiute.
Gianpasquale Greco, “Immortali memoria vere dignissimo”. La sepoltura del vescovo Giovanbattista Repucci nella chiesa di Santa Maria dell’Annunciata a Vico Equense, in La Terra delle Sirene, vol. 37, 2018, pagg. 43-52.