Le fiabe del focolare (in tedescoKinder- und Hausmärchen, lett. "Fiabe per bambini e famiglie"), meglio conosciute come Fiabe, è un'antologia di fiabe raccolte dai fratelli Grimm in due volumi per la prima volta nel 1812 e nel 1815, in seguito espansa nelle edizioni successive.
Genesi
Il nome dei fratelli Grimm è legato principalmente ai loro studi di linguistica, in special modo circa la ricostruzione storica della lingua tedesca; tuttavia, dedicarono molte energie anche alla ricerca e alla trascrizione di miti e leggende propri dell'area germanica, quindi non deve creare stupore che un simile tracciato abbia sviluppato un certo interesse dei Grimm verso il patrimonio favolistico della nazione tedesca.
La fiaba è, per propria costituzione, un genere esclusivamente orale, affidato alla ripetizione mnemonica, ma all'epoca questa fedeltà stava venendo meno, infatti la memoria era sempre più insidiata dallo sviluppo della carta stampata; quindi, i Grimm, da buoni filologi, compresero che il patrimonio orale stava gradualmente giungendo all'ultima stagione, e ormai era custodito quasi unicamente nelle campagne, ove gli anziani erano ancora analfabeti. Pertanto, si imbarcarono nell'impresa di salvare tali racconti fiabeschi, che loro consideravano un prodotto peculiare e autoctono del popolo tedesco.
Tuttavia, è lecito supporre che i due fratelli si posero con animo differente allo studio di queste fiabe: più scientifico quello di Jacob, più aperto verso il fantastico e il poetico quello di Wilhelm, difatti dopo la (deludente) prima edizione del 1812-15, Jacob abbandonò la compilazione di questa antologia in favore dei propri studi filologici, mentre Wilhelm continuò a lavorarvi fino a pochi anni prima della morte: la settima e ultima edizione risale al 1857.
Storia editoriale
Il primo volume della prima edizione, contenente 86 fiabe, fu pubblicato nel 1812; seguì un secondo volume di 70 fiabe nel 1815. Per la seconda edizione del 1819 furono pubblicati due volumi di fiabe, mentre l'appendice venne rimossa e pubblicata separatamente in un terzo volume nel 1822, per un totale di 170 racconti. La terza edizione apparve nel 1837, la quarta nel 1840, la quinta nel 1843, la sesta nel 1850 e la settima nel 1857. Diverse storie furono aggiunte e rimosse da un'edizione all'altra, fino alla settima edizione di 210 racconti. Inoltre, nel 1825 i Grimm pubblicarono la Kleine Ausgabe o "piccola edizione", una selezione di 50 fiabe pensata per i bambini, illustrata dal loro fratello Ludwig Emil Grimm. Questa versione per bambini ricevette 10 edizioni tra il 1825 e il 1858. Anche altre edizioni successive furono ampiamente illustrate, prima da Philipp Grot Johann e, dopo la sua morte nel 1892, dall'illustratore tedesco Robert Leinweber.
Differenze fra le edizioni
Dunque, un tale numero di edizioni fa giustamente presupporre delle differenziazioni tra le medesime: difatti sovente troviamo, tra un'edizione e l'altra, delle modifiche anche profonde. Ad esempio, se nella prima edizione troviamo la fiaba "nuda e cruda", con finali spesso tragici e truculenti, nella seconda abbiamo la quasi totale predominanza del lieto fine che contraddistingue le fiabe dei Grimm e che ha stabilito la propria egemonia dalla terza edizione in poi.
La prima edizione fu criticata in quanto, pur essendo intitolata "Fiabe per bambini", venne considerata inadatta a tale fetta di lettori, sia per le informazioni accademiche presenti nel testo che per gli argomenti trattati.[1] Molti cambiamenti nel corso delle edizioni, come la trasformazione delle malvagie madri della prima edizione in Biancaneve e Hänsel e Gretel in matrigne, vennero probabilmente apportati tenendo conto di tale idoneità. Jack Zipes ritiene che i Grimm abbiano apportato questo cambiamento nelle edizioni successive perché "consideravano sacra la maternità".[2]
Furono anche rimossi alcuni riferimenti sessuali (come il fatto che Raperonzolo chiedesse innocentemente perché il suo vestito le si stesse stringendo intorno alla pancia, rivelando così ingenuamente alla maga Dama Gothel la sua gravidanza e le visite del principe) ma, per molti aspetti, la violenza, in particolare nelle punizioni dei cattivi, divenne più frequente.[3]
Inoltre troviamo anche che, mentre le prime edizioni erano intrise di maggior rigore filologico, man mano che si procedeva alla compilazione di nuove edizioni si faceva sempre più pressante il contributo del "redattore-pedagogo", che riscrive i testi in modo stilisticamente accettabile e più adatto ad una morale infantile, dunque si assiste ad un progressivo "ingentilimento" delle storie tramandate dall'opera dei Grimm.
D'altra parte le modifiche non si trovano unicamente nello "stile" delle singole fiabe, ma anche nel numero delle fiabe stesse: si passa dalle poche decine dell'edizione del 1812, alle 170 della seconda (1819), alle 210 dell'ultima. Anche la famosa formula c'era una volta fa il suo ingresso solamente alla seconda edizione. Ad esempio, l'inizio della fiaba I dodici fratelli nella prima edizione è narrato in questo modo:
«Un re aveva dodici figli, tutti maschi, e non voleva avere figlie femmine, e disse alla regina: "Se il tredicesimo figlio che partorirai sarà una bambina, io farò uccidere gli altri dodici, se è un maschio vivranno tutti insieme". La regina cercò di discutere con il re, ma il re non volle sentire ragioni.»
In questo testo siamo in grado di individuare la sua estrema stringatezza, la mancanza di nessi causali e la quasi assoluta mancanza di struttura ipotattica: il re non dà alcuna spiegazione della propria decisione e non ne vuole discutere nemmeno con la regina. Nella seconda edizione troviamo che il discorso non solo acquista più coerenza narrativa, ma risulta più piacevole e scorrevole alla lettura:
«C'era una volta un re e una regina che vivevano insieme tranquillamente e avevano dodici figli tutti maschi. Allora il re disse alla moglie: "Se il tredicesimo figlio che metterai al mondo sarà una bambina, i dodici maschi moriranno, perché ella abbia grandi ricchezze e il regno tocchi a lei sola". E ordinò dodici bare [...]»
Le prime sporadiche traduzioni italiane delle fiabe risalgono agli anni ottanta del XIX secolo. Un'iniziale selezione di 6 fiabe venne pubblicata per la prima volta in Italia nel 1882 dal periodico Il Buonarroti.[4] Altre fiabe, come Biancaneve, Hänsel e Gretel (con il titolo Giovanni e Margherita) e Fratellino e Sorellina, furono pubblicate singolarmente nel 1883 nella collana Biblioteca dell'Infanzia di Antonio Vallardi Editore, in edizioni condensate e illustrate.[5][6]
La prima effettiva edizione italiana della raccolta dei fratelli Grimm (seppur parziale e con le fiabe elencate in un ordine diverso) fu edita con il titolo Cinquanta novelle dalla Hoepli nel 1897 a cura di Fanny Vanzi Mussini. In questa edizione alcune delle fiabe più celebri portano titoli diversi dai più noti: Biancaneve è intitolata Nevolina; Cappuccetto Rosso, Scuffietta Rossa e Hänsel e Gretel, Nannino e Ghita. Il testo registrò un immediato successo editoriale e venne ristampato ogni quattro-cinque anni per arrivare, nel 1940, alla decima edizione.
Dopo i tragici bombardamenti del 1943, quando la casa editrice e la Libreria Hoepli vennero distrutte, tra i primi testi ad apparire ci furono le Nuove novelle dei fratelli Grimm (1943), nella traduzione curata da Mary Tibaldi Chiesa. Anche le Nuove novelle ebbero una nuova fortuna editoriale dopo che, per iniziativa di Giovanni Hoepli, nel 1950 uscirono, come pure le Cinquanta novelle, con le illustrazioni di Vittorio Accornero.
La prima edizione completa dell'antologia, venne pubblicata come Le fiabe del focolare nel 1951 da Einaudi per la collana I millenni, con traduzione di Clara Bovero.
Struttura
Le Fiabe sono divise in due sezioni differenti: le fiabe (1-200) e le leggende per bambini (201-210). Qui di seguito è riportato l'elenco integrale delle fiabe raccolte dai Grimm (con riferimento all'edizione del 1857):
Segue un elenco delle fiabe presenti nelle precedenti edizioni della raccolta e in seguito rimosse poiché, a seconda dei casi, ritenute non originarie dell'area germanica, inadatte ai bambini o perché simili ad altre già presenti nel volume. Fra parentesi il numero che occupavano originariamente nell'indice.[7][8]
^Maria Tatar, "Reading the Grimms' Children's Stories and Household Tales" p. xxvii-iv, Maria Tatar, ed. The Annotated Brothers Grimm., ISBN 0-393-05848-4
^ Jacob e Wilhelm Grimm, Fiabe, collana I grandi classici della fiaba, vol. 2, Fabbri Editore, pp. 905-987.
^ Jacob e Wilhelm Grimm, Principessa Pel di Topo. e altre 41 fiabe da scoprire, a cura di Jack Zipes, collana Fiabe e storie, traduzione di Camilla Miglio, illustrazioni di Fabian Negrin, Donzelli Editore, 2012.
Bibliografia
Traduzioni
Cinquanta novelle per i bambini e per la casa, traduzione di Fanny Vanzi Mussini, Hoepli, 1897.
Nuove novelle, traduzione di Mary Tibaldi Chiesa, illustrazioni di Angiola Resignani, Hoepli, 1943.
Le fiabe del focolare, prefazione di Giuseppe Cocchiara, trad. Clara Bovero, Collana i millenni, Torino, Einaudi, 1951.
Fiabe, traduzione di F. De Rosa, Milano, Mursia, 1965.
Tutte le Fiabe, traduzione di Dino Provenzal, Milano, Bietti, 1967.
Fiabe del Focolare, traduzione di C. Bovero, Torino, Einaudi, 1979.
Cinquanta favole, traduzione di F. Vanzi Mussini, Milano, Hoepli, 1982.
Fiabe, a cura di Laura Mancinelli, Collana Oscar, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1990.
Grimm, Tutte le favole, a cura di Brunamaria Dal Lago Veneri, Ariccia (Roma), Newton Compton Editori, 2010.
Tutte le fiabe. Prima edizione integrale 1812-1815, A cura di Camilla Miglio, con 24 tavole di Fabian Negrin, Roma, Donzelli, 2015, ISBN978-88-6843-347-5.
Altro
(DE) Gabriele Seitz, Die Bruder Grimm: Leben, Werk, Zeit, Winkler, München, 1984.
(EN) Maria Tatar, The Hard Facts of the Grimms' Fairy Tales, Princeton, Princeton University Press, 1988.